La Valtellina raccontata da Marco Fay

La Valtellina sta facendo passi da gigante nel campo della viticoltura, così afferma Marco Fay.
Il suo lavoro è diviso in due parti, da maggio alla vendemmia, si dedica esclusivamente alle sue viti e alla sua cantina, nel restante tempo dell’anno, gira il mondo per raccontare il suo lavoro e per comunicare la sua passione.
Spesso la Valtellina viene vista come una zona difficile, ma secondo lui bisognerebbe lavorare per raggiungere dei risultati, certo il lavoro è duro, ma bisogna traguardare gli obbiettivi.
La Valtellina è una grandissima opportunità per la viticoltura, definita la zona dell’altro Nebbiolo, vitigno strano e difficile da coltivare, che ha però una fama mondiale, anche se in ogni zona dove è presente viene chiamato in modo diverso, tenendo così una connotazione territoriale, in Valtellina ad esempio prende il nome di Chiavennasca.
In Valtellina il Nebbiolo accentua le sue componenti di eleganza e di finezza, mentre nelle Langhe escono le potenze e i tannini. Sono stati fatti degli studi di zonazione ed è emerso che il territorio valtellinese ha la massima esposizione solare d’Italia, insieme a Pantelleria, difficile da credere.
In Europa solo nel Vallese, in Svizzera, abbiamo le stesse caratteristiche solari.
Questa esposizione solare determina una grande potenzialità in fase di maturazione.
In estate la temperatura di giorno è ottimale, si aggira tra i 28 e i 30° C, ricordiamoci che in situazioni di troppo caldo la vite si auto protegge e rallenta la produzione del grappolo.
Altra peculiarità della Valtellina sono i terrazzamenti, che rendono il terreno diverso in ogni appezzamento, con componenti comuni di povertà e bassa profondità, si raggiunge difficilmente il mezzo metro.
La vite vivendo in queste condizioni di stress, fa maturare bene e velocemente il suo frutto, come spirito di sopravvivenza.
A conferma della grande potenzialità della varietà Chiavennasca, sono stati fatti degli esperimenti in Piemonte, dove con terreni più argillosi e condizioni più favorevoli, ha dato vini molto colorati e ricchi di tannini.
La zona storica di coltivazione in Valtellina va da Sondrio a Teglio, qui nasce il Valtellina Superiore, diviso in cinque sotto zone: Valgella, Inferno, Sassella, Grumello e Maroggia, create per meglio identificare il territorio.
Negli anni settanta sono arrivate le prime DOC e si è molto investito in cantina e poco in vigna.
L’Azienda Fay ha fatto un diverso percorso, ha cercato di diversificare la sua produzione dividendo le vigne in tre fasce altitudinali e non in appezzamenti distribuiti sul territorio.
I vigneti coltivati nelle zone più basse e più alte germogliano dopo, rispetto a quelli della fascia intermadia e in questo periodo, le viti della fascia intermedia hanno ancora le foglie gialle, sintomo di non aver ancora sofferto il freddo autunnale.
A sostegno della loro teoria, si nota che i vini di punta di ogni azienda valtellinese vengono prodotti da vigne piantate nella fascia media, dai 500 ai 650 mt. s.l.m.
Il limite di maturazione ottimale del Nebbiolo è fissato ai 600 mt. s.l.m.
Il nome Fay è radicato nella sotto zona Valgella.
La morfologia della Valtellina, che sembra un grande imbuto, non fa altro che confermare la divisione territoriale a fasce altitudinali, il fondo valle è molto freddo e non si ha la possibilità di coltivare la vite, la fascia centrale è molto soleggiata, mentre in altitudine sale il calore.
Nei vigneti bassi abbiamo bucce fini che danno vini freschi, con buona bevibilità e senza grandi complessità, da qui nascono molto spesso le linee base delle Aziende, il vino di tutti i giorni.
La vigna alta da una buccia integra con una resistenza meccanica ed è l’ideale per l’appassimento dello Sforzato.
In questi anni la sotto zona Inferno sta vivendo una svalutazione, i vini vengono venduti a prezzi bassi, anche se la produzione è ristretta e gli ettari di coltivazione sono pochissimi.
Fortunatamente ora si sta vivendo un cambio generazionale e un riavvicinamento alla terra, persone giovani stanno investendo sulla potenzialità delle vigne coltivate nella fascia centrale.


Marco Fay, dopo averci raccontato la sua terra e il suo lavoro, ci conduce nella degustazione di sei vini, tutti ottenuti da uve Nebbiolo:

Valtellina Superiore Costa Bassa 2009, vinificato in grandi botti di circa 40 anni, che hanno poco scambio ma sono ottime come contenitori. Annata fresca, che ha dato una buona bevibilità al vino, al naso netto il sentore di viola, colore scarico tipico del vitigno, prodotto base dell’Azienda Fay, ma già un vino che si colloca sopra lo standard.

Valtellina Superiore DOCG Cà Moréi 2009, vino ottenuto dalle vigne della zona intermedia, più concentrato del precedente, ancora non uscito sul mercato, verrà messo in vendita dal primo dicembre. Vino con grande potenzialità, tra 4 o 5 anni potrà esprimere al massimo i suoi profumi e sentori. In bocca i tannini sono già dolci, merito di un buon bilanciamento dei legni. Buona morbidezza che virerà sull’eleganza.

Valtellina Superiore DOCG Carteria 2009, vino prodotto nella zona storica dell’Azienda Fay. Vigna di fascia media sita a 550 mt. s.l.m. vino con grande espressione elegante definita, vino tondo che ha sentori floreali delicati.

Il 2002 è stato l’anno della prima vendemmia di Marco Fay, tornato in Valtellina dopo gli studi ed esperienze lavorative in giro per il mondo. Ha usato barrique nuove, provenienti dalla zona di Bordeaux, ancora con legni verdi, che hanno dato una grande impronta al vino, ora vengono usate barrique di secondo, terzo e quarto passaggio, stesso acquistate in Piemonte.
Marco Fay afferma che il suo vino del 2002 esprime a tutt’oggi l’impronta giovane del legno. L’Azienda Fay, ha deciso di non uscire con il Valtellina Superiore nell’anno 2008 e in questi periodi di crisi non possiamo solo che ammirare il loro coraggio e la loro voglia di rimanere su prodotti di alto livello.

Valtellina Superiore DOCG Cà Moréi 2006, annata fresca che ha dato una grande espressione al Nebbiolo in Valtellina, al naso ritornano le note di violetta e i sentori floreali sono ancora vivi, anche se il vino ha già cinque anni.

Valtellina Superiore DOCG Carteria 2006, vino vellutato con un buon equilibrio dei tannini.

Sforzato di Valtellina DOCG Ronco del Picchio 2007, vino ottenuto dalle vigne della fascia alta, si arriva ai 750 mt. s.l.m. esposizione a sud, le uve al momento della raccolta hanno poco zucchero e alta acidità, la raccolta viene fatta tutta a mano in cassette di plastica e l’appassimento in fruttaia dura fino al 10 dicembre. Vino d’impatto ma difficile da bere a causa dei difficoltosi abbinamenti con il cibo. Al naso escono note di liquirizia e frutta matura, in bocca molto accentuati i tannini evoluti. In abbinamento a formaggi stagionati a fine pasto, non certo con i piatti tipici della cucina valtellinese.

Una direzione diversa di vedere la Valtellina, invece che divisa in zone, divisa in fasce d’altezza. La Borgogna ha delle affinità con questo territorio, per divisione degli appezzamenti e delle produzioni rispetto al territorio.
Si conclude questa istruttiva serata con un regalo a Marco Fay, il libro “Vini di Liguria, Vinidamare” di Antonello Maietta, Presidente Nazionale AIS.

Ciao
GB

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