Georgia. L'origine del vino
Serata importante, per la prima volta viene presentata la Georgia con i suoi vini. Nicola e Michele Finotto, appassionati ed importatori di questi prodotti, sono in sala per raccontarci le loro esperienze e il loro lavoro, coadiuvati da filmati e da Guido Invernizzi.
Salvaguardare e promuovere caffè e vino, questo è il loro progetto, piccoli produttori con piccole produzioni.
La viticoltura è nata in queste zone e qui c’è stata la svolta verso i vini e le viti moderne, la culla dell’umanità, ma anche la culla del vino, questa è la Georgia.
Circa nel 6000 a.C., dentro le anfore (kvevri) site sotto terra, si è iniziato a fermentare l’uva pigiata. Apollonio Rodio, parlò di fontane da cui sgorgava il vino, prima della conquista romana, avvenuta nel 65 a.C.
Santa Nino, che ha evangelizzato il paese, usava una croce fatta con i tralci della vite, legati con i suoi capelli. Il georgiano più famoso è stato sicuramente Stalin, primo propositore di questi vini nell’ex Unione Sovietica.
Attualmente abbiamo una grande schiera di piccole aziende, che ottengono vino in stile europeo, ma questa sera vogliamo apprendere la metodologia tradizionale e degustare i vini così prodotti.
Il vino viene bevuto tradizionalmente nei kantsi, corna di animale, usate come brocche.
Il clima è mite ed umido, vicino alla costa, mentre continentale e secco, nella zona interna del paese, il grande e il piccolo Caucaso bloccano i venti freddi del nord e quelli caldi del sud.
Imereti e Kakheti sono le due zone di produzione del vino, nella prima si ottengono vini bianchi secchi, amabili e alcuni spumanti, nella seconda abbiamo la maggior parte della produzione.
I terreni si distinguono in due tipologie, i Kastanozem, terra marrone, ricca di argilla e calcio, e Chernozem, terra nera, ricca di carbonato di calcio e ferro.
Abbiamo due metodi di produzione dei vini in Georgia:
Kakheti: dopo la pigiatura, l’uva si pone nel kvevri, anfora di argilla cotta, insieme al chacha, vinacce, bucce e raspi. Durante la fermentazione alcolica, che dura di solito 10 giorni, il kvevri rimane aperto per permettere di immergere, più volte al giorno, il capello delle vinacce, favorendo così l’estrazione dei polifenoli e degli altri composti contenuti nelle bucce. Grazie all’interramento si riescono ad ottenere temperature costanti, che si aggirano intorno ai 20°C. Dopo la fine della fermentazione, le fecce solide si depositano sul fondo dell’anfora, si eseguono dei travasi e il kvevri viene coperto parzialmente, in modo che durante la fermentazione malolattica, l’eccesso di anidride carbonica possa evaporare. Soltanto quando cessa ogni attività dei lieviti, il coperchio viene sigillato per tre o quattro anni, il vino matura e si ottengono prodotti di un colore giallo scuro con alta percentuale di alcol e presenza di tannini. Le anfore sono posizionate sotto il pavimento di cantine costruite con la pietra.
Imereti: in questo metodo di produzione solo circa il 10 % delle vinacce viene messo nelle anfore, ne risulta un vino molto più vicino agli standard europei, meno estremo e con tannini meno marcati. Questo metodo è usato nelle zone della Georgia occidentale, dove il clima è più mite e perciò le anfore vengono sotterrate al di fuori delle cantine, nei prati o al massimo sotto delle tettoie. Si ottengono vini più chiari.
In Georgia sono stati catalogati 524 vitigni autoctoni, circa trenta di questi sono coltivati su larga scala: rkatsiteli, mtsvane kakhuri e kisi, sono alcuni di questi, nomi quasi impronunciabili e difficili da memorizzare.
Passiamo ora alla degustazione di sette vini:
Didimi da Dimi - Krakhuna 2011
Vitigno coltivato nella zona dell’Imereti, in genere da vini fini con un buon corpo, vini fortificati, simili a quelli prodotti con il metodo madera. Viticoltore anziano che oltre a produrre vino fa anche l’artigiano. Colore giallo carico con buona struttura, al naso sentori molto particolari per un vino bianco, note eteree e fruttate, eleganti, quasi dolciastre. In bocca è secco e persistente, sentori di erbe officinali. Durezze e morbidezze equilibrate. Vino da servire a temperature un po’ più alte del normale.
Ramaz Nikoladze - Tsitska-Tsolikouri
1200 bottiglie di produzione, zona di Imereti, maturazioni tardive per ambedue i vitigni, si ottengono vini strutturati con sentori ossidativi. In bocca note iodate e salmastre, lunga persistenza, idrocarburi e sapidità.
Pheasant's Tears - Rkatsiteli 2010
Produzione elevata per queste regioni, si arriva a 40.000 bottiglie. Macerazione con tutte le bucce e gran parte dei vinaccioli. Vino limpido con colore molto carico e ambrato. Sentori al naso di frutta secca, albicocca disidratata, nota eterea e iodata. In bocca buona acidità, secco e tannico, sapido, con lunga persistenza.
Rkatsiteli è un vitigno che tollera bene il freddo, viene vendemmiato a metà ottobre, con questa uva si produce anche una sorta di grappa, attualmente è coltivato anche nell’est Europa, Australia e Cina. Romania e Moldavia sono due nazioni dove si producono molti prodotti da questo vitigno.
Our Wine - Rkatsiteli Grand Cru Tsarapi
Produttore di riferimento per la viticoltura in Georgia, dai quattro ai sei mesi di macerazione. Colore ambrato strutturato, al naso sentori di frutta disidratata, smalti e note di iodio. In bocca è tannico e fresco, note di fieno e rabarbaro, vino secco.
Monastero di Alaverdi - Rkatsiteli 2010, Anniversario dei mille anni della fondazione
Vino imbottigliato nel Monastero, prodotto seguendo un rigido protocollo di produzione, immutato nei secoli, vigne vecchie che danno pochi grappoli. Colore ambrato, prodotto opulento, al naso frutta secca, albicocca e pesca, miele e melassa, nota eterea. In bocca è tannico con note iodate, secco e persistente, equilibrato.
Jakeli Organic Vineyard and Wines - Saperavi 2010
Primo vino rosso proposto questa sera, ottenuto da un appezzamento di sei ettari, vitigno colorato, uva tintoria con importante carica degli antociani, buon tenore zuccherino e potenzialità dell’alcol. Naso elegante, frutta rossa matura, morbidezza e rotondità. In bocca è meno tannico rispetto ai vini bianchi fino ad ora degustati. Vino caldo e speziato, vicino ai gusti occidentali, equilibrio importante.
Our Wine - Saperavi Grand Cru Akhoebi
Vino strutturato ottenuto con due mesi di macerazione, al naso note animali, fruttate e speziate. In bocca è salmastro, quasi salato, tannino evoluto, sentori classici dei vini biodinamici. Vino elegante e lungo.
Culturalmente il vino in Georgia è bianco, il rosso viene consumato nelle festività e durante le grandi occasioni.
Serata magnifica, con vini magnifici, vini difficili da reperire sul mercato, che arrivano da una nazione particolare, che ha un modo diverso di approccio al vino.
Degustazione difficile ma affascinante.
Ciao
GB
Salvaguardare e promuovere caffè e vino, questo è il loro progetto, piccoli produttori con piccole produzioni.
La viticoltura è nata in queste zone e qui c’è stata la svolta verso i vini e le viti moderne, la culla dell’umanità, ma anche la culla del vino, questa è la Georgia.
Circa nel 6000 a.C., dentro le anfore (kvevri) site sotto terra, si è iniziato a fermentare l’uva pigiata. Apollonio Rodio, parlò di fontane da cui sgorgava il vino, prima della conquista romana, avvenuta nel 65 a.C.
Santa Nino, che ha evangelizzato il paese, usava una croce fatta con i tralci della vite, legati con i suoi capelli. Il georgiano più famoso è stato sicuramente Stalin, primo propositore di questi vini nell’ex Unione Sovietica.
Attualmente abbiamo una grande schiera di piccole aziende, che ottengono vino in stile europeo, ma questa sera vogliamo apprendere la metodologia tradizionale e degustare i vini così prodotti.
Il vino viene bevuto tradizionalmente nei kantsi, corna di animale, usate come brocche.
Il clima è mite ed umido, vicino alla costa, mentre continentale e secco, nella zona interna del paese, il grande e il piccolo Caucaso bloccano i venti freddi del nord e quelli caldi del sud.
Imereti e Kakheti sono le due zone di produzione del vino, nella prima si ottengono vini bianchi secchi, amabili e alcuni spumanti, nella seconda abbiamo la maggior parte della produzione.
I terreni si distinguono in due tipologie, i Kastanozem, terra marrone, ricca di argilla e calcio, e Chernozem, terra nera, ricca di carbonato di calcio e ferro.
Abbiamo due metodi di produzione dei vini in Georgia:
Kakheti: dopo la pigiatura, l’uva si pone nel kvevri, anfora di argilla cotta, insieme al chacha, vinacce, bucce e raspi. Durante la fermentazione alcolica, che dura di solito 10 giorni, il kvevri rimane aperto per permettere di immergere, più volte al giorno, il capello delle vinacce, favorendo così l’estrazione dei polifenoli e degli altri composti contenuti nelle bucce. Grazie all’interramento si riescono ad ottenere temperature costanti, che si aggirano intorno ai 20°C. Dopo la fine della fermentazione, le fecce solide si depositano sul fondo dell’anfora, si eseguono dei travasi e il kvevri viene coperto parzialmente, in modo che durante la fermentazione malolattica, l’eccesso di anidride carbonica possa evaporare. Soltanto quando cessa ogni attività dei lieviti, il coperchio viene sigillato per tre o quattro anni, il vino matura e si ottengono prodotti di un colore giallo scuro con alta percentuale di alcol e presenza di tannini. Le anfore sono posizionate sotto il pavimento di cantine costruite con la pietra.
Imereti: in questo metodo di produzione solo circa il 10 % delle vinacce viene messo nelle anfore, ne risulta un vino molto più vicino agli standard europei, meno estremo e con tannini meno marcati. Questo metodo è usato nelle zone della Georgia occidentale, dove il clima è più mite e perciò le anfore vengono sotterrate al di fuori delle cantine, nei prati o al massimo sotto delle tettoie. Si ottengono vini più chiari.
In Georgia sono stati catalogati 524 vitigni autoctoni, circa trenta di questi sono coltivati su larga scala: rkatsiteli, mtsvane kakhuri e kisi, sono alcuni di questi, nomi quasi impronunciabili e difficili da memorizzare.
Passiamo ora alla degustazione di sette vini:
Didimi da Dimi - Krakhuna 2011
Vitigno coltivato nella zona dell’Imereti, in genere da vini fini con un buon corpo, vini fortificati, simili a quelli prodotti con il metodo madera. Viticoltore anziano che oltre a produrre vino fa anche l’artigiano. Colore giallo carico con buona struttura, al naso sentori molto particolari per un vino bianco, note eteree e fruttate, eleganti, quasi dolciastre. In bocca è secco e persistente, sentori di erbe officinali. Durezze e morbidezze equilibrate. Vino da servire a temperature un po’ più alte del normale.
Ramaz Nikoladze - Tsitska-Tsolikouri
1200 bottiglie di produzione, zona di Imereti, maturazioni tardive per ambedue i vitigni, si ottengono vini strutturati con sentori ossidativi. In bocca note iodate e salmastre, lunga persistenza, idrocarburi e sapidità.
Pheasant's Tears - Rkatsiteli 2010
Produzione elevata per queste regioni, si arriva a 40.000 bottiglie. Macerazione con tutte le bucce e gran parte dei vinaccioli. Vino limpido con colore molto carico e ambrato. Sentori al naso di frutta secca, albicocca disidratata, nota eterea e iodata. In bocca buona acidità, secco e tannico, sapido, con lunga persistenza.
Rkatsiteli è un vitigno che tollera bene il freddo, viene vendemmiato a metà ottobre, con questa uva si produce anche una sorta di grappa, attualmente è coltivato anche nell’est Europa, Australia e Cina. Romania e Moldavia sono due nazioni dove si producono molti prodotti da questo vitigno.
Our Wine - Rkatsiteli Grand Cru Tsarapi
Produttore di riferimento per la viticoltura in Georgia, dai quattro ai sei mesi di macerazione. Colore ambrato strutturato, al naso sentori di frutta disidratata, smalti e note di iodio. In bocca è tannico e fresco, note di fieno e rabarbaro, vino secco.
Monastero di Alaverdi - Rkatsiteli 2010, Anniversario dei mille anni della fondazione
Vino imbottigliato nel Monastero, prodotto seguendo un rigido protocollo di produzione, immutato nei secoli, vigne vecchie che danno pochi grappoli. Colore ambrato, prodotto opulento, al naso frutta secca, albicocca e pesca, miele e melassa, nota eterea. In bocca è tannico con note iodate, secco e persistente, equilibrato.
Jakeli Organic Vineyard and Wines - Saperavi 2010
Primo vino rosso proposto questa sera, ottenuto da un appezzamento di sei ettari, vitigno colorato, uva tintoria con importante carica degli antociani, buon tenore zuccherino e potenzialità dell’alcol. Naso elegante, frutta rossa matura, morbidezza e rotondità. In bocca è meno tannico rispetto ai vini bianchi fino ad ora degustati. Vino caldo e speziato, vicino ai gusti occidentali, equilibrio importante.
Our Wine - Saperavi Grand Cru Akhoebi
Vino strutturato ottenuto con due mesi di macerazione, al naso note animali, fruttate e speziate. In bocca è salmastro, quasi salato, tannino evoluto, sentori classici dei vini biodinamici. Vino elegante e lungo.
Culturalmente il vino in Georgia è bianco, il rosso viene consumato nelle festività e durante le grandi occasioni.
Serata magnifica, con vini magnifici, vini difficili da reperire sul mercato, che arrivano da una nazione particolare, che ha un modo diverso di approccio al vino.
Degustazione difficile ma affascinante.
Ciao
GB
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