Benvenuto Brunello a Bergamo
Montalcino è un puntino, sito circa 100 Km a sud di Firenze, realtà particolare con viticoltura particolare. La Toscana è Chianti, ma esiste anche il Brunello. Montalcino si trova a metà strada tra il mare e gli Appennini, condizioni ottimali per la vite. Il territorio comunale ha una forma quadrata piramidale. I suoli sono in genere terreni poveri, a nord ovest composti da scisti argillosi, a sud est da calcare, a nord est da sabbia e argilla, a sud ovest da calcare e argilla. Clemente Santi iniziò la produzione e lo sviluppo delle tecniche per produrre questo vino, ottenuto da solo uva sangiovese.
A metà del diciannovesimo secolo nasce il vino Brunello, termine dialettale del vitigno. Per molti anni però è rimasta una curiosità enologica, fino a quando nel 1966 nacque la DOC. Nel 1980 arrivò anche la DOCG, che fissò le rese massime a 80 quintali per ettaro, l’affinamento in rovere e in bottiglia, e la vendita dal 1 gennaio, dell’annata relativa alle cinque vendemmie precedenti.
Oltre alla DOCG Brunello di Montalcino esistono le seguenti denominazioni:
• Rosso di Montalcino DOC
• Moscadello di Montalcino DOC (moscato bianco)
• Sant’Antimo DOC
Il territorio di Montalcino conta 24.000 ettari di cui solo 3500 vitati, attualmente ci sono 208 produttori imbottigliatori, 8.500.000 sono le bottiglie annue prodotte, il 65% viene esportato soprattutto verso gli Stati Uniti.
L’allevamento della vite avviene a cordone speronato, con molta selezione dei grappoli, la vendemmia è prevalentemente manuale e si usano in cantina i tavoli di cernita; le macerazioni sono lunghe, si arriva in certi casi alle tre settimane e l’uso della barrique è molto limitato, si impiegano legni medio grandi. Il Consorzio è nato nel 1967 e ne fanno parte tutti i produttori.
Il 1999 è l’annata proposta in degustazione, durante la conferenza stampa organizzata dal Consorzio Brunello di Montalcino, venuto a Bergamo per raccontarci tutto ciò e per farci degustare questo prodotto. Un banco d’assaggio, composto da più di trenta aziende, ha coronato l’evento.
Il vino risulta equilibrato e rispecchia molto bene l’annata e il vitigno, tannini morbidi con spezie e acidità.
Gradita sorpresa verso la fine del dibattito, l’arrivo in sala di Jean Valenti, uno dei fondatori dell’Associazione Italiana Sommelier, il quale ha stretto la mano a tutti i partecipanti e ha fatto i migliori auguri per il nostro proseguo professionale.
Ciao
GB
A metà del diciannovesimo secolo nasce il vino Brunello, termine dialettale del vitigno. Per molti anni però è rimasta una curiosità enologica, fino a quando nel 1966 nacque la DOC. Nel 1980 arrivò anche la DOCG, che fissò le rese massime a 80 quintali per ettaro, l’affinamento in rovere e in bottiglia, e la vendita dal 1 gennaio, dell’annata relativa alle cinque vendemmie precedenti.
Oltre alla DOCG Brunello di Montalcino esistono le seguenti denominazioni:
• Rosso di Montalcino DOC
• Moscadello di Montalcino DOC (moscato bianco)
• Sant’Antimo DOC
Il territorio di Montalcino conta 24.000 ettari di cui solo 3500 vitati, attualmente ci sono 208 produttori imbottigliatori, 8.500.000 sono le bottiglie annue prodotte, il 65% viene esportato soprattutto verso gli Stati Uniti.
L’allevamento della vite avviene a cordone speronato, con molta selezione dei grappoli, la vendemmia è prevalentemente manuale e si usano in cantina i tavoli di cernita; le macerazioni sono lunghe, si arriva in certi casi alle tre settimane e l’uso della barrique è molto limitato, si impiegano legni medio grandi. Il Consorzio è nato nel 1967 e ne fanno parte tutti i produttori.
Il vino risulta equilibrato e rispecchia molto bene l’annata e il vitigno, tannini morbidi con spezie e acidità.
Gradita sorpresa verso la fine del dibattito, l’arrivo in sala di Jean Valenti, uno dei fondatori dell’Associazione Italiana Sommelier, il quale ha stretto la mano a tutti i partecipanti e ha fatto i migliori auguri per il nostro proseguo professionale.
Ciao
GB
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