Franciacorta, le bollicine lombarde
Da allora le bollicine bresciane hanno sempre raggiunto grandi
traguardi a partire dalla DOC, con solo 50 ettari vitati e, il 5 marzo 1990,
con la nascita del Consorzio Franciacorta, all’epoca con solo 29 produttori. La
DOCG arrivò invece nel 1995, definendo i confini dei 19 comuni - compreso
Brescia - che costituiscono la Franciacorta vinicola. Il 2002 segna la tutela
del marchio con il regolamento europeo. Solo altri nove vini si fregiano di
questa elezione e da qui nasce la frase “Franciacorta basta
a sé stesso”. Negli ultimi anni considerevoli
cambiamenti sono stati mirati alla qualità, come la resa per ettaro e
l’avvicinamento al biologico. Degno di nota è il progetto Ita.Ca., il primo modello italiano di misura dell’impronta carbonica,
un programma volontario di autocontrollo e riduzione delle emissioni di gas a
effetto serra su scala comprensoriale.
È il “Metodo Franciacorta” a garantire ancora oggi la qualità di ogni singola bottiglia. Norme rigide e scrupolose per ottenere vini di assoluta qualità: impiego esclusivamente di vitigni nobili, raccolta a mano delle uve, rifermentazione naturale in bottiglia e successiva lenta maturazione e affinamento sui lieviti, non inferiore ai 18 mesi, 30 per i Millesimati e ben 60 mesi per le Riserve.
Durante la fase della sboccatura,
il tappo a corona viene rimosso e si aggiunge lo sciroppo di dosaggio, composto da vino base Franciacorta e
zucchero in quantità tale da determinare la tipologia di sapore: dosaggio zero, extra brut, brut, extra dry, sec e demi-sec.
Le tipologie di Franciacorta
Franciacorta: chardonnay e/o pinot nero; può essere utilizzato anche pinot bianco per un
massimo del 50% ed erbamat fino a un massimo del 10% (quest’ultimo vitigno è
stato ammesso e inserito nel disciplinare dal 2017). Minimo 18 mesi di
affinamento.
Franciacorta Satèn: chardonnay min 50%, pinot bianco max 50%. Minimo 24 mesi di
affinamento, pressione massima 5 atm, solo tipologia brut. Il nome Satèn arriva
in Franciacorta nel 1990 mentre prima si usava il termine “Crèmant”, ma a
seguito di diverse controversie e cambi normativi hanno vietato l’uso di tale
denominazione. La tipologia Satèn è riservata solo ai Franciacorta e prende il
nome dalla seta, prodotta in passato in questo territorio, perché come la seta
si presenta morbido e rotondo.
Franciacorta Rosé: chardonnay fino a un massimo del 65%; pinot nero per almeno il
35%. Possono concorrere alla produzione di detto vino le uve del vitigno pinot
bianco fino a un massimo del 50% e le uve del vitigno erbamat fino ad un
massimo del 10%. Minimo 24 mesi di affinamento.
Millesimato: l’anno riportato in etichetta indica che almeno l’85% del vino
proviene da un’unica annata. La maturazione deve durare minimo di 30 mesi di
affinamento.
Riserva:
minimo 60 mesi di permanenza sui lieviti.
GB
Commenti
Posta un commento