Franciacorta, le bollicine lombarde

In Franciacorta i numeri sono impressionanti: 3000 ettari vitati, 118 produttori consorziati e 19 milioni di bottiglie prodotte l’anno. Una storia recente, nata nel 1954 con Guido Berlucchi che si avvalse di Franco Ziliani - fresco di studi enologici - per la produzione del suo vino. Le prime bottiglie sono datate 1961, uscite per il commercio a Natale del 1962.

Da allora le bollicine bresciane hanno sempre raggiunto grandi traguardi a partire dalla DOC, con solo 50 ettari vitati e, il 5 marzo 1990, con la nascita del Consorzio Franciacorta, all’epoca con solo 29 produttori. La DOCG arrivò invece nel 1995, definendo i confini dei 19 comuni - compreso Brescia - che costituiscono la Franciacorta vinicola. Il 2002 segna la tutela del marchio con il regolamento europeo. Solo altri nove vini si fregiano di questa elezione e da qui nasce la frase “Franciacorta basta a sé stesso”. Negli ultimi anni considerevoli cambiamenti sono stati mirati alla qualità, come la resa per ettaro e l’avvicinamento al biologico. Degno di nota è il progetto Ita.Ca., il primo modello italiano di misura dell’impronta carbonica, un programma volontario di autocontrollo e riduzione delle emissioni di gas a effetto serra su scala comprensoriale.

È il Metodo Franciacorta” a garantire ancora oggi la qualità di ogni singola bottiglia. Norme rigide e scrupolose per ottenere vini di assoluta qualità: impiego esclusivamente di vitigni nobili, raccolta a mano delle uve, rifermentazione naturale in bottiglia e successiva lenta maturazione e affinamento sui lieviti, non inferiore ai 18 mesi, 30 per i Millesimati e ben 60 mesi per le Riserve.

Durante la fase della sboccatura, il tappo a corona viene rimosso e si aggiunge lo sciroppo di dosaggio, composto da vino base Franciacorta e zucchero in quantità tale da determinare la tipologia di sapore: dosaggio zero, extra brut, brut, extra dry, sec e demi-sec.

Le tipologie di Franciacorta

Franciacorta: chardonnay e/o pinot nero; può essere utilizzato anche pinot bianco per un massimo del 50% ed erbamat fino a un massimo del 10% (quest’ultimo vitigno è stato ammesso e inserito nel disciplinare dal 2017). Minimo 18 mesi di affinamento.

Franciacorta Satèn: chardonnay min 50%, pinot bianco max 50%. Minimo 24 mesi di affinamento, pressione massima 5 atm, solo tipologia brut. Il nome Satèn arriva in Franciacorta nel 1990 mentre prima si usava il termine “Crèmant”, ma a seguito di diverse controversie e cambi normativi hanno vietato l’uso di tale denominazione. La tipologia Satèn è riservata solo ai Franciacorta e prende il nome dalla seta, prodotta in passato in questo territorio, perché come la seta si presenta morbido e rotondo.

Franciacorta Rosé: chardonnay fino a un massimo del 65%; pinot nero per almeno il 35%. Possono concorrere alla produzione di detto vino le uve del vitigno pinot bianco fino a un massimo del 50% e le uve del vitigno erbamat fino ad un massimo del 10%. Minimo 24 mesi di affinamento.

Millesimato: l’anno riportato in etichetta indica che almeno l’85% del vino proviene da un’unica annata. La maturazione deve durare minimo di 30 mesi di affinamento.

Riserva: minimo 60 mesi di permanenza sui lieviti.

Ciao
GB

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