La mineralità nel vino
Il concetto di mineralità
nei vini è legato a una valutazione di qualità, perciò sempre espresso in
maniera positiva. Pietra focaia, sasso, silice, gesso, sono solo alcuni termini
che vengono associati a tale descrittore.
Borgogna, Alsazia,
Champagne e Loira, sono zone produttive di vini bianchi, dove la mineralità si
riscontra molto spesso durante le degustazioni.
Nei terreni sono presenti
una serie di elementi minerali, non volatili come il potassio, sodio, zolfo e
calcio. La mineralità perciò non è un profumo ma, un sapore che si armonizza
con l’acidità, valorizzandosi.
La vite, con le proprie
radici va molto in profondità, prelevando soluzioni idrosaline a patto che la
roccia madre sia degradata. La pianta da sola però non è in grado di assorbire
la parte minerale del suolo senza l’aiuto dei lombrichi, microbi e funghi. Un
diserbo chimico o la somministrazione di fertilizzanti in superficie, possono
essere fatali per il microclima creato nel terreno, atto alla coltivazione.
Alcune pratiche di
cantina esercitano delle operazioni che rafforzano o eliminano la mineralità
nel vino. Le azioni possono essere catalogate in fisiche, pressatura o
pigiatura, chimiche, ossidazione e biologiche con l’attacco dei lieviti e
batteri.
Moulis en Medoc Chateau Chasse Spleen 2015, naso serrato con sensazioni vinose. Chiuso e
austero, una parte fruttata nel sottofondo con fiori secchi. Leggera nota di
cuoio e affumicata, severo e integro. Naso ben modulato e bilanciato. In un
secondo passaggio appare la confettura dolce. In bocca è sicuramente minerale e
acido, tannino ben equilibrato e persistente, asciutto e secco.
Vino rosso Duemilaundici Cà del Vént 2011
Franciacorta, 100% cabernet
sauvignon, parte vegetale esplosiva, grassa e dolce. Naso potente, con note di
passata di pomodoro fresca. Aperto e solare, leggermente terroso, croccante e
giovanile, ricco e opulento. In bocca entra in progressione ed esplode nel
finale. Omogenea trama tannica.
Bandol Rouge Chateau Sainte Anne 1999, note di pellame, spezie ed erba falciata. Naso
fine e complesso, sentori in evoluzione che virano verso il terziario, fumoso e
torbato. Al palato è sapido e minerale, volume e tenuta consistente. Acidità
quasi nulla e alta qualità del tannino.
Collina del milanese IGT bianco Banino Antonio
Panigada 2016, naso diretto molto
fermentativo, appena piccante. Qualche nota gommosa, fragrante e giovane.
Nobili e delicate sensazioni erbacee, cedro, limone e mandarino. Semplice e
garbato. In bocca è secco e asciugante, rinfrescante con un finale minerale.
Persistente e setoso.
Friuli Isonzo Rive Alte Vie di Romans Chardonnay
2016, naso dolce con sentori di
albicocca e melone. Ampio e intenso, diretto e croccante. Lieve speziatura e
ricordi di pasticceria. Successivamente arriva la banana. Sensazioni di esteri.
In bocca una modesta sapidità che ci dona dolcezza con una vena rugosa.
Vin de France Zind 2016 Zind Humbrecht, frutta fresca bianca, spezie e parte gommosa.
Vino aperto con tocchi affumicati. Profondo e poco ampio, goloso e profumato,
carezzevole. Nota di fiammifero. In bocca è teso e possente, un connubio tra
sapidità e acidità, finale lungo e per niente arrendevole.
Bourgogne Chitry Domaine De Moor 2010, 100% chardonnay, miele in quantità con una notevole
componente grassa. Naso ricco, avvolgente e generoso. Parte tostata e frutta
candita, sensazioni fermentative. In bocca è tagliente e potentemente minerale.
Finale ovattato e fresco, avvolto da un velo setoso “enrobée”.
Vouvray Sec Clos du Bourg Domaine Huet 2005 Loira, 100% chenin blanc, note di zolfo e idrocarburo,
frutta macerata e cereali scuri. Naso fine che ha bisogno di molta aria, elementi
iodati. Sensazioni minerali e parte agrumata. In bocca un leggero residuo
zuccherino, effimera acidità. Mineralità nascosta con un grande equilibrio,
intenso con una conclusione amarognola.
Una serata non troppo
tecnica che ha affrontato un tema molto discusso e sulle labbra di molti, negli
ultimi anni. Una linearità portata per tutta la degustazione di otto vini provenienti
da varie zone. Un ringraziamento va di sicuro a Samuel Cogliati, per aver affrontato questo tema.
Ciao
GB
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