Nonino: la cultura della grappa

Per decenni, per i contadini del nord Italia, la grappa è stata poco più che una fonte tascabile di riscaldamento; veniva prodotta in distillerie locali, senza che la notorietà dei loro prodotti oltrepassasse i confini territoriali. Le vinacce, scarto di varie produzioni del processo di vinificazione, venivano mischiate e mal conservate, dando così origine a prodotti finali di basso livello qualitativo. Questa superficiale logica produttiva non ha mai toccato la professionalità della famiglia Nonino, giunta oggi alla quinta generazione nella produzione della grappa; le ultime eredi di questa grande tradizione sono tre sorelle, figlie di Giannola e Benito Nonino. Cristina, rappresentante della famiglia, ci racconta l'amore per la grappa, durante una serata in AIS Milano, per veri appassionati di distillati; viene affiancata nelle degustazioni da Hosam Eldin Abou Eleyoun, Il nostro Delegato. La famiglia Nonino iniziò a produrre grappa alla fine dell’Ottocento, quando Orazio Nonino distillava di casa in casa con il suo alambicco portatile, prima di costruire e fare crescere quella che sarebbe poi diventata la distilleria a Ronchi di Percoto in provincia di Udine (tuttora esistente). Negli anni Sessanta, Benito e Giannola Nonino, iniziano la loro avventura insieme, determinati nel voler rivoluzionare l’immagine di questo prodotto. Il 1 dicembre del 1973 nasce un’idea vincente: iniziano a selezionare le bucce di un singolo vitigno, facendole fermentare in purezza per poi distillarle immediatamente; ottengono così la prima Grappa Monovitigno da uve picolit, che darà origine a un prodotto diverso, elegante e prezioso, espressione delle caratteristiche peculiari del vitigno stesso. Altra data fondamentale per la famiglia Nonino è il 25 novembre 1975 quando, con lo scopo di salvare gli antichi vitigni autoctoni friulani in via di estinzione, viene istituito il premio "Nonino Risit d’Aur", cui fa seguito, nel 1978, l’autorizzazione comunitaria al reimpianto dello schioppettino, del pignolo, del tazzelenghe e della ribolla gialla. Il nome Nonino è oggi legato anche alla cultura e alle belle arti; infatti, grazie a questa sensibilità, la famiglia, nel 1977, inventa e sovvenziona un premio per la letteratura, riconosciuto a livello internazionale, che acquisisce da subito grande valore culturale con la presenza, in veste di presidente della giuria, del compianto Mario Soldati; oggi questo ruolo è affidato a V.S. Naipaul, premio Nobel per la letteratura. Il 1984 vede un’altra innovazione: l’ÙE, l’Acquavite d’uva, prodotta dalla distillazione dell'intero grappolo d'uva diraspato: buccia, polpa e succo, in degustazione, esaltano i profumi primari, che si fondono con i profumi secondari di fermentazione e distillazione. Nello stesso anno nasce anche la collezione di bottiglie uniche Nonino, mirate a proporre la grappa in una veste riconoscibile e di design creativo. Tutto questo lavoro ha portato alla famiglia Nonino prestigiosi riconoscimenti. Sul numero del dicembre 2000 della rivista "Wine Spectator" viene pubblicato un articolo sulla Grappa Monovitigno da uve picolit; inizia da qui un periodo meraviglioso, un’apertura al mercato internazionale, non solo per le grappe Nonino ma anche per molti altri produttori di questo distillato italiano. Marcello Mastroianni, Gianni Agnelli e altri personaggi del mondo del cinema e della società mondana, rimasero affascinati da questi prodotti e, seppur attraverso una pubblicità non concordata, aiutarono la famiglia Nonino ad accrescere la propria fama in tutto il mondo, fino ad arrivare ad esportare all'estero quasi la metà della loro attuale produzione. Nel 2003 un’intera pagina del New York Times è stata dedicata alla celebrazione della famiglia Nonino e del suo contributo innovativo nella produzione della grappa. Oggi l’azienda Nonino è composta da cinque distillerie artigianali, ognuna con 12 alambicchi discontinui a vapore, nel rispetto della tradizione e dei ritmi dell'artigianalità, senza impiego delle colonne di eliminazione dell’alcol metilico. Le grappe Nonino, fin dall'origine, affinano in botti di ciliegio; successivamente è stata costruita una vera e propria cantina d’invecchiamento, dove oggi vengono usate barriques di acacia, pero e ciliegio selvatico. Cristina Nonino tiene a sottolineare che nessuna loro grappa è mai stata nè mai sarà arricchita con aromi e caramello.


Degustiamo insieme alcuni prodotti dell'azienda, testimoni di una tradizione che continua nel tempo:

Grappa Nonino Cru Monovitigno Picolit Vendemmia tardiva The Legendary Grappa
Vitigno prezioso, con iniziale aborto floreale, pochi e piccoli acini che donano al naso sentori di uva sultanina; in bocca il calore permane molto a lungo, e gli aromi speziati ne allontanano la pungenza. Un prodotto che maschera molto bene il suo elevato titolo alcolometrico volumico. Note di fiori e anice stellato, sapidità e freschezza straordinarie. Una grappa aristocratica ed elegante.

Colpo di scena! Arrivano in sala un’affettatrice Berkel e Dante Bagatto, uno degli artigiani produttori del prosciutto San Daniele, ottenuto solo da cosce di maiale di latteria della Pianura Padana. Ci viene servito un piatto d’affettato con della composta di fichi, un abbinamento molto particolare che ha riscosso grande successo.


ÙE Nonino Acquavite d’Uva Fragolino
Servita nel classico bicchiere da degustazione AIS, per meglio farne apprezzare i profumi dopo la debita areazione. Percepiamo una leggera nota vegetale bagnata, frutti di bosco e ribes. Elegante e morbida, freschezza nella salivazione e intensità del frutto straordinaria. Il cuore subisce una sola distillazione, mentre per la testa e la coda se ne esegue una seconda, per recuperare alcuni sapori.

Grappa Nonino Cru Monovitigno Schioppettino
Immediata al naso una nota pepata, seguita da sentori di terra e tartufo, prugna dolce, chiodi di garofano e cannella. In bocca l’alcol è ben presente, una forza iniziale seguita da una lunghezza invadente che si conclude in un finale con leggera salinità marina. Un classico ed efficace abbinamento è quello con il sigaro leggero del Nicaragua.

Grappa Nonino Monovitigno Chardonnay in barrique
Colore luminoso e solare, trasparente. Al naso una ricchezza elevata di frutta: note di timo e maggiorana, che ricordano l’italianità quasi mediterranea della grappa. Finale di miele con una grande eleganza, in più nocciola, cioccolato e frutta disidratata. Gusto internazionale per la sua straordinaria morbidezza. L'abbinamento consigliato è con praline di cioccolato.

Grappa Nonino Riserva 8 Anni in barrique uve Moscato
Per questa ultima grappa, Cristina Nonino ha un’altra sorpresa: delle bende nere che ci permetteranno di degustare il prodotto senza vederlo, cercando di sviluppare al massimo la concentrazione e i sensi del gusto e dell'olfatto. Arrivano nette al naso note saline e di tabacco, un carattere solitario e dolce, e ancora miele e cioccolato. Seguono note di prugna e cannella. In bocca si avvertono grande morbidezza ed eleganza. Prodotto avvolgente, un buon compagno per il dopo cena.

La serata si conclude con una borsa regalo per ogni partecipante, personalmente consegnata da Cristina Nonino, quasi a sigillo della fratellanza tra la famiglia Nonino e la Delegazione AIS di Milano. Un’esperienza indimenticabile, una degustazione insolita e di grande soddisfazione.

Ciao
GB

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