Benvenuti nel Carso
I vini del Carso stanno diventando prodotti rappresentativi della regione Friuli Venezia Giulia, questo è un territorio nel quale sta succedendo qualcosa di incredibile. Da zona depressa, nella quale si eseguivano produzioni a carattere famigliare, si è passati a riduzioni delle rese e a tenere i vini in cantina per anni. I pionieri della viticoltura del Carso hanno anche riscoperto alcune tecniche di produzione antiche, come l’uso del legno controllato, filtrazioni moderate, uvaggi più consapevoli e un uso più smisurato dei vitigni autoctoni. La grande particolarità del terreno è la presenza del calcare; “terreni carsici” è un termine usato in molte zone per identificare la presenza del calcare nel suolo. Il vento del mare arriva sul Carso la sera e avvolge i vigneti con una componente marina e salina. La bora dona grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte, spesso questo vento dura una settimana. Una viticoltura che si può definire eroica, anche se siamo su un altopiano e non vi sono grandi pendenze.
Benjamin Zidarich, azienda piccola, come quasi tutte le realtà della zona. Massima trasparenza sulla filiera produttiva, uso di vitigni autoctoni come la vitovska e il terrano. Cantina sotterranea dove viene conservato il vino, spazio rubato alla roccia. Più di 8 ettari vitati, un concetto verso la qualità senza seguire le mode, uso delle botti di rovere per due anni.
Terrano 2009, colore violaceo, al naso è chiuso e scontroso, ha bisogno di un po’ di tempo per farsi conoscere.
Vitovska 2009, grande annata con una lunga prospettiva di longevità. Il Carso nel bicchiere, un vino serio e vero, legato al territorio. La vitovska è un vitigno neutro, prevale il produttore con la sua vinificazione. Al naso calcare con note fresche agrumate. In bocca è piacevole, anche se svilupperà il meglio tra qualche anno.
Sandi Skerk, pochi trattamenti della vite, grazie al clima e ai venti che asciugano il grappolo, evitando così che venga attaccato dalle malattie. Una passione appresa dal nonno e dal padre, una volontà di portare avanti le tradizioni.
Terrano 2010, vitigno che fa parte della famiglia del refosco, legato a queste terre e coltivato in queste zone quasi esclusivamente. Forte concentrazione del colore con unghia violacea nel bicchiere, forte acidità data sia dall’uva che dal terreno. Tannino poco marcato. In bocca nota fresca e poca struttura. Il vitigno ha sempre dato vini di basso tenore alcolico, con le nuove pratiche in cantina si arriva a vini con un grado alcolico intorno agli undici. Arrivare a gradazioni più alte vorrebbe dire snaturare il vino.
Malvasia istriana 2010, alta potenzialità, grande lavoro in vigna per avere un prodotto puro e pulito. Fermentazione sulle bucce, vitigno non aromatico ma esuberante al naso, sentori di frutta e pasta frolla, uovo e burro con la vaniglia. In bocca è piacevole e fresco.
Edi Kante, il terzo e ultimo produttore in sala per questo evento, un produttore precursore dei tempi, ha inventato lo stile dei vini del Carso, lunghe permanenze in cantina, scelta una volta definita pazzia ora genialità. Se oggi il Carso è così molto lo dobbiamo a Edi Kante, un uomo che ha pensato di sopravvivere con la sua terra, una grande sfida.
Malvasia selezione 2006, vino difficile da capire, cristallino con riflessi dorati, segno dell’evoluzione, buon tenore alcolico. Al naso è fine e complesso con note secondarie che volgono sul terziario. Sentori di ananas e fiori gialli. In bocca è secco e morbido, buon corpo e freschezza, vino armonico.
Vitovska selezione 2004, vino che punta sull’uso del legno, al colore dimostra una certa evoluzione, freschezza e mineralità che regalano vitalità al colore. Al naso è complesso mentre in bocca è fresco con una prevalenza delle durezze. Un vino ancora con una vita lunga. Grande persistenza gusto olfattiva, integra e pulita.
Dennis Metz, miglior sommelier d’Italia in carica, originario di queste zone, ci ha esposto questi vini con grande passione, un supporto per spingere questo territorio verso traguardi inattesi fino a pochi anni fa.
“vuoi bere strano, bevi terrano”
Ciao
GB
Benjamin Zidarich, azienda piccola, come quasi tutte le realtà della zona. Massima trasparenza sulla filiera produttiva, uso di vitigni autoctoni come la vitovska e il terrano. Cantina sotterranea dove viene conservato il vino, spazio rubato alla roccia. Più di 8 ettari vitati, un concetto verso la qualità senza seguire le mode, uso delle botti di rovere per due anni.
Terrano 2009, colore violaceo, al naso è chiuso e scontroso, ha bisogno di un po’ di tempo per farsi conoscere.
Vitovska 2009, grande annata con una lunga prospettiva di longevità. Il Carso nel bicchiere, un vino serio e vero, legato al territorio. La vitovska è un vitigno neutro, prevale il produttore con la sua vinificazione. Al naso calcare con note fresche agrumate. In bocca è piacevole, anche se svilupperà il meglio tra qualche anno.
Sandi Skerk, pochi trattamenti della vite, grazie al clima e ai venti che asciugano il grappolo, evitando così che venga attaccato dalle malattie. Una passione appresa dal nonno e dal padre, una volontà di portare avanti le tradizioni.
Terrano 2010, vitigno che fa parte della famiglia del refosco, legato a queste terre e coltivato in queste zone quasi esclusivamente. Forte concentrazione del colore con unghia violacea nel bicchiere, forte acidità data sia dall’uva che dal terreno. Tannino poco marcato. In bocca nota fresca e poca struttura. Il vitigno ha sempre dato vini di basso tenore alcolico, con le nuove pratiche in cantina si arriva a vini con un grado alcolico intorno agli undici. Arrivare a gradazioni più alte vorrebbe dire snaturare il vino.
Malvasia istriana 2010, alta potenzialità, grande lavoro in vigna per avere un prodotto puro e pulito. Fermentazione sulle bucce, vitigno non aromatico ma esuberante al naso, sentori di frutta e pasta frolla, uovo e burro con la vaniglia. In bocca è piacevole e fresco.
Edi Kante, il terzo e ultimo produttore in sala per questo evento, un produttore precursore dei tempi, ha inventato lo stile dei vini del Carso, lunghe permanenze in cantina, scelta una volta definita pazzia ora genialità. Se oggi il Carso è così molto lo dobbiamo a Edi Kante, un uomo che ha pensato di sopravvivere con la sua terra, una grande sfida.
Malvasia selezione 2006, vino difficile da capire, cristallino con riflessi dorati, segno dell’evoluzione, buon tenore alcolico. Al naso è fine e complesso con note secondarie che volgono sul terziario. Sentori di ananas e fiori gialli. In bocca è secco e morbido, buon corpo e freschezza, vino armonico.
Vitovska selezione 2004, vino che punta sull’uso del legno, al colore dimostra una certa evoluzione, freschezza e mineralità che regalano vitalità al colore. Al naso è complesso mentre in bocca è fresco con una prevalenza delle durezze. Un vino ancora con una vita lunga. Grande persistenza gusto olfattiva, integra e pulita.
Dennis Metz, miglior sommelier d’Italia in carica, originario di queste zone, ci ha esposto questi vini con grande passione, un supporto per spingere questo territorio verso traguardi inattesi fino a pochi anni fa.
“vuoi bere strano, bevi terrano”
Ciao
GB
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