L'Europa nel bicchiere - La Spagna autoctona

Giovedì 13 gennaio dalle ore 21,00 si è svolto, presso l'Hotel Westin Palace di Milano, il terzo incontro "l'Europa nel bicchiere", la Spagna autoctona. Un'approfondimento di enografia e degustazione di 6 vini, selezionati da Nicola Bonera, Miglior Sommelier d'Italia 2010.
Durante l’introduzione alla serata ci viene detto che ci soffermeremo maggiormente sui vini bianchi, per il fatto che i vitigni a bacca rossa sono meno autoctoni in Spagna, poiché sono presenti alcune varietà anche in Francia e Italia.
In tutta la Spagna ci sono circa 100 vitigni autoctoni, ne vengono elencati alcuni in ordine alfabetico:

Airen, mancanza di carattere, vitigno a bacca bianca, spesso usato in distillazione.

Albarino, aromi freschi, complesso e minerale, usato anche in Portogallo per il Vinho Verde.

Godello, alta qualità, miglior vitigno a bacca bianca in questi ultimi anni, forte presenza di sentori floreali e di albicocca, molta glicerina che gli da morbidezza.

Hondarrabi (Beltza e Zuri), vitigno rosso e bianco, sono vini baschi, freschi, acidi e da consumarsi giovani.

Macabeo, uva neutra, resistente all’ossidazione, usato per la produzione del Cava.

Mencìa, vini rossi leggeri, freschi, acidi e tannici.

Parellada, apporta freschezza agrumata, usato per la produzione del Cava.

Verdejo, sta spopolando, vino bianco nella DO Rueda, aromi di mela e pera, vini strutturati ed equilibrati, molta glicerina.

Xarel-Lo, alte rese, dominante nel Cava, sentori di terra e di cortecce.

I territori che andremo ad analizzare sono la Galizia e la Castilla y Leon.

Nella Galizia sono da citare le seguenti denominazioni:

Rias Baixas, DO dal 1988, suolo granitico, in alta espansione, circa 4000 ettari principalmente coltivato l’Albarino.

Valdeorras, DO dal 1945, varietà principali coltivate sono il Godello e il Mencìa, terreni ferrosi.

Ribera Sacra, DO dal 1998, circa 100 aziende con piccoli appezzamenti, vigne in altura, suolo alluvionale.

Nella Castilla y Leon, zona in piena crescita, le denominazioni sono:

Rueda, DO dal 1980, quasi tutta produzione a bacca bianca, Verdejo e Sauvignon, terreni alluvionali con calcare, forti venti spazzano le colline, le vigne vengono tenute basse a volte allevamenti ad alberello.

Bierzo, DO dal 1989, alcune vigne sono in altura fino a 1000 msm, basse densità, coltivato il Mencìa a bacca rossa.

Dopo tutte queste interessanti nozioni sulla viticoltura spagnola, penso non conosciutissima dagli appassionati italiani, passiamo alla degustazione dei sei vini, tre bianchi e tre rossi.
Ci vengono serviti alla cieca i tre vini bianchi e ci vengono descritte le tre ipotesi di vino per cercare di individuare i vini in degustazione:

Nora de Neive 2005 Vina Nora, Albarino 100% no fermentazione malolattica, 6 mesi in barrique.

Naiades Rueda 2005 Bodegas Naia, Verdejo 100% vinificazione in acciaio con lieviti indigeni, 6 mesi in barrique.

As Sortes Valdeorras 2006 Rafael Palacios, Godello 100% fermentazione malolattica, barrique di rovere francese, affinamento sulle fecce.

Dopo un po’ di considerazioni su questi vini bianchi autoctoni spagnoli, che hanno stupito sorprendentemente le persone in sala, passiamo ai tre vini rossi, serviti come i precedenti:

La Lama Ribeira Sacra 2006 Dominio Do Bibei, Mencìa, Garnacha, Brancelao, Bastardo, macerazione prefermentativa a freddo, 20 mesi in rovere francese in parte nuovo.

Villa De Corullòn Bierzo 2004 Descendientes De J.Palacios, Mencìa 100% azienda biodinamica, fermentazione in legno aperto in tini tronco conici, 14 mesi in rovere francese.

Clos Mogador Priorat 2006, Garnacha 35% Cabernet Sauvignon 30% Syrah 18% Carinena 17%, fermentazione in acciaio, ardesia carbonifera, 16 mesi in rovere francese.

Anche i tre vini rossi sono stati una piacevole sorpresa, forse ancora di più dei vini rossi degustati nel precedente incontro sulla Spagna, svoltosi prima delle festività natalizie.
Anche il metodo di servizio alla cieca mi è piaciuto molto, ha sviluppato interesse nella degustazione.

Ciao
GB

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