Il Chianti Classico nel tempo
Torniamo virtualmente in Toscana per trattare un territorio molto vasto, occupato dal vitigno italiano più importante sia per produzione che coltivazione: il sangiovese.
La genetica del
vitigno sangiovese è ancora incerta, anche se sono stati fatti molti studi sul
DNA. Di certo, le prime barbatelle arrivarono in Toscana dal sud Italia, più
precisamente dalla Campania. Il metodo di produzione “tradizionale”, ancora
oggi in uso, lo vede utilizzato in assemblaggio con canaiolo nero, mammolo,
colorino e ciliegiolo. Il metodo “moderno” invece, prevede l’impiego di
cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot e syrah.
Il Consorzio del
Chianti nasce nel 1924, il più antico in Italia; nel 1932 viene aggiunto il
suffisso Classico per distinguere la zona di produzione più storica. La prima
DOC arriva nel 1967 e la DOCG nel 1984. Il divieto d’utilizzo dei vitigni a
bacca bianca arriva solo nel 2005, mentre nel 2010 il divieto di produzione del
vino Chianti all’interno del territorio Chianti Classico.
Dal 2013, con la
vendemmia del 2014, è nata la Gran Selezione, l’apice della
piramide produttiva del Chianti Classico. Questa richiede:
- Vino
prodotto da vigna singola o da selezione delle migliori uve esclusivamente
di proprietà aziendale;
- Invecchiamento
minimo 30 mesi di cui tre di affinamento in bottiglia;
- Caratteristiche
organolettiche di eccellenza.
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