Il Chianti Classico nel tempo

Torniamo virtualmente in Toscana per trattare un territorio molto vasto, occupato dal vitigno italiano più importante sia per produzione che coltivazione: il sangiovese.

Il nome Chianti ha origini molto antiche: si vanno a scomodare termini latini ed etruschi per trovarne l’origine. Vino che storicamente è stato di color bianco, prodotto nelle terre di famose abbazie: Passignano e Coltibuono, per citarne alcune.

CastellinaRadda e Broglio, invece, sono i castelli che nel XVI secolo hanno avuto una parte importante nella storia e nella diffusione del vino Chianti, anche al di fuori dei confini regionali. I documenti riconducibili ai primi disciplinari di questo vino sono antichi, tanto quanto quelli del Tokaji in Ungheria. Nel 1971 venne regolamentata la produzione, come la conosciamo oggi, inserendo come prima annata produttiva quella del 1969.

La genetica del vitigno sangiovese è ancora incerta, anche se sono stati fatti molti studi sul DNA. Di certo, le prime barbatelle arrivarono in Toscana dal sud Italia, più precisamente dalla Campania. Il metodo di produzione “tradizionale”, ancora oggi in uso, lo vede utilizzato in assemblaggio con canaiolo nero, mammolo, colorino e ciliegiolo. Il metodo “moderno” invece, prevede l’impiego di cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot e syrah.

Il Consorzio del Chianti nasce nel 1924, il più antico in Italia; nel 1932 viene aggiunto il suffisso Classico per distinguere la zona di produzione più storica. La prima DOC arriva nel 1967 e la DOCG nel 1984. Il divieto d’utilizzo dei vitigni a bacca bianca arriva solo nel 2005, mentre nel 2010 il divieto di produzione del vino Chianti all’interno del territorio Chianti Classico.

Dal 2013, con la vendemmia del 2014, è nata la Gran Selezione, l’apice della piramide produttiva del Chianti Classico. Questa richiede:

  • Vino prodotto da vigna singola o da selezione delle migliori uve esclusivamente di proprietà aziendale;
  • Invecchiamento minimo 30 mesi di cui tre di affinamento in bottiglia;
  • Caratteristiche organolettiche di eccellenza.

Non viene specificato l’invecchiamento in legno, per questa tipologia che oggi conta circa 155 etichette.

La zona del Chianti Classico può essere divisa in tre fasce verticali, quasi parallele e in due orizzontali: nord e sud. Queste ultime determinano una diversa temperatura e di conseguenza una tempistica diversa di maturazione delle uve. A nord abbiamo vini più sottili che virano verso il frutto, a sud vini più caldi. Il sangiovese è grande perché racconta un territorio, differenziandolo in ogni parcella produttiva di elezione.

Ciao
GB

 

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