I
primi reperti sulla coltivazione della vite in Toscana ci portano indietro fino
al tempo degli Etruschi. Dobbiamo però agli ordini monastici la sopravvivenza
della viticoltura in questa parte d’Italia. Le abbazie hanno protetto la vite,
gli uomini e l’esperienza, tramandata a voce. Nel 1282 venne fondata l’Arte
dei Vinattieri, una delle Arti - definita “minore” -
delle corporazioni di arti e mestieri di Firenze, perché aveva a che fare con
la mano d’opera composta da commercianti che vendevano nelle città il vino
prodotto nelle campagne. Questo fu il vero inizio della conoscenza e della
diffusione del vino toscano.
Per arrivare alla vera nascita del termine Chianti dobbiamo però
traguardare il 1398 quando, in un documento notarile si trova scritto “barili
6 di vino Chianti bianco…”. Pochi anni dopo, nel Catasto
Fiorentino, furono selezionate e delimitate le zone produttive
più importanti, divisioni territoriali riportate fedelmente anche nel Bando del
24 settembre 1716 a cura del Granduca Cosimo III de’ Medici che
volle fare un’azione a garanzia della qualità, per aggredire i mercati esteri,
al tempo saturi di vini francesi che riportavano nomi e denominazioni famose
ancora ai giorni nostri.
La “ricetta” del Chianti, La Formula Ricasoliana, con
la formulazione dei vitigni con i quali ottenerlo, l’abbiamo nel 1872, con
l’uomo di Stato, il Barone Bettino Ricasoli,
produttore e venditore di vino. L’azienda di famiglia è ancora esistente e
possiede oltre 200 ettari vitati. Vanta di essere la terza al mondo come anno
di fondazione, il 1141, dopo Château Goulaine in Loira e Schloss Johannisberg
nel Rheingau.
Nel 1924 nacque il Consorzio, che oggi conta 523 aziende, molte
delle quali in conversione o già biologiche. Gli stili produttivi si dividono
in tradizionalisti e internazionalisti. In questi ultimi, l’uso della barrique
e i vitigni internazionali hanno un ruolo importante e contano un 15% del
totale produttivo. Le tipologie che possiamo trovare in etichetta sono tre: Chianti
Classico annata, Chianti Classico Riserva e Chianti
Classico Gran Selezione.
Il flysch,
l’alberese e
il galestro sono
le componenti più rilevanti dei terreni dove viene coltivato il sangiovese atto
a produrre il Chianti Classico. Il sangiovese oggi è
il vitigno più presente in Italia, con oltre 53.000 ettari vitati.
CiaoGB
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