La pizzica salentina e il suo vino
La pizzica salentina è soprattutto festa, allegria e divertimento, oggi è un fenomeno popolare riscoperto ed apprezzato. Danza legata alla terra, in cui gli elementi del sole, del vento e del
mare, si fondono. Il fazzoletto rosso, che ogni
danzatrice ha con sé, è un segno che rimanda ad
un invito d’amore non a tutti è riservato.
Pino De Luca, appositamente giunto a Milano, ci ha condotto dove il vento sferza le piante secolari di ulivo e dove il mare è di un colore indimenticabile. Non c’è pizzica senza vino, come se la pizzica fosse una danza da bere.
Nel 1863 inizia la viticoltura in Salento, una storia recente, nata dalla volontà dello stato italiano, pieno di debiti, d’investire nel più grande latifondo del nostro paese, impiantando il vitigno negroamaro. I primi sbocchi commerciali arrivarono dalla Francia, travolta in quegli anni dalla fillossera. La svolta produttiva arriva nel 1945, con l’invasione americana, i soldati finiscono la birra e Leone de Castris, con il Five Roses, da da bere a tutto l’esercito. Gli anni del boom economico passano con gli aneddoti delle auto botti, colme di vino, che partono per rinforzare i vini del nord. Negli ultimi anni una ripresa c’è stata, i vini salentini sono stati scoperti e apprezzati in molte piazze.
Passiamo ora alla degustazione:
Brut Rosé metodo Classico Rosa del Golfo, un prodotto che forse non ti aspetti da questa terra, al naso inebrianti sentori di lieviti. Un perlage fine con un palato ricco.
Cerasa, vino rosato ottenuto da negroamaro di Michele Calò e Figli. Colore brillante e luminoso che s’illumina di luce propria, espressione del rosato cerasuolo, color ciliegia. Un finale amaro in bocca che in Salento è nota di pregio.
Vigna Castello Agricole Vallone, 70% negroamaro 30% susumaniello. Vino moderno prodotto da una delle aziende più antiche della provincia di Lecce. Il colore è rubino intenso con riflessi violacei, profumi eleganti al naso grazie ad un bouquet molto ampio: mora, ribes e spezie. Ne risulta un prodotto morbido e piacevole al palato.
Fanoi Primitivo IGT Salento 2010 Cantele, vino vivace con note di cassis e amarena, i profumi di alloro, menta e rabarbaro, conferiscono al vino un carattere selvatico. In bocca è ricco di energia e morbido. Una buona acidità che sostiene una struttura tannica.
Torretesta Susumaniello IGT Salento Tenute Rubino, susumaniello in purezza, vitigno denominato lo straccia cambiali, potato con tre teste per pianta ma, usata solo quella centrale per la produzione del vino, perchè le altre darebbero troppa tannicità. Al naso intensità e lunghezza sorprendenti, armonico e raffinato. In bocca troviamo una discreta sapidità.
Le Braci Negroamaro IGT Salento Severino Garofano Vigneti e Cantine, surmaturazione delle uve che regalano al vino un colore intenso con riflessi tendenti al granato. Nel bevante si riscontra una struttura complessa. Sensazioni gusto olfattive molto piacevoli, con sentori di fiori, frutta, liquirizia e vaniglia. Nel finale una vena amarognola, propria del vitigno.
Il vino non ti da mai delle risposte ma, ti aiuta a dimenticare le domande. Un ringraziamento va anche all’amico Emanuele Attolino, che ci ha permesso di ballare la pizzica per tutta la sera.
Ciao
GB
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