Tenuta Cavalier Pepe
Condotto da Guido Invernizzi, grande
conoscitore di questa terra e dei sui prodotti enologici, ecco un appuntamento
dedicato alla regione Campania.
Ospite dell’evento, in una sala gremitissima del
Westin Palace di Milano, Milena Pepe, proprietaria dell’omonima azienda; la
tenuta comprende la cantina, una importante attività agraria, il ristorante ed
appartamenti immersi nel verde, fusi in un sistema produttivo e turistico di
elevata qualità.
Le origini irpine di Milena vengono fuori con il
tempo, si svelano pian piano nonostante la pronuncia evidenzi gli anni passati
in Belgio e in Francia. Dopo essersi avvicinata al mondo del vino attraverso
gli studi in Borgogna ed aver compiuto le prime esperienze lavorative
nella zona dello Châteauneuf du Pape, Milena ha scelto di ritrovare le radici
irpine della sua famiglia e di far crescere le sue in quelle terre.
Nel 2005 ha preso le redini dell’azienda, che conta ben più di quaranta ettari vitati, dovendosi inizialmente scontrare con vecchi retaggi produttivi, ma alla fine i risultati hanno dato ragione alle sue capacità, intuizioni e studi. L’uva principe della Tenuta Cavalier Pepe è l’aglianico, che in queste terre appenniniche matura bene e dona molti sentori aromatici; queste zone sono famose anche per le uve autoctone a bacca bianca come la coda di volpe, la falangina e il fiano di Avellino, tutte varietà prodotte e vinificate in azienda.
Milena Pepe ha proiettato in sala a Milano un filmato di alcuni minuti, che ci ha letteralmente fatto immergere nelle sue vigne, circondate da resti di storia. La filosofia dell'azienda si basa sul rispetto per la cultura e per il consumatore, con uno sguardo sempre proteso verso la qualità.
La Campania non ha rivali al mondo come quantità di vitigni autoctoni. In Irpinia, ad esempio, ci sono ben tre DOCG, segno di una tradizione vitivinicola straordinaria e antichissima. Taurasi si può definire la sua capitale enologica, una città antichissima, lambita da un fiumiciattolo il cui letto ha la forma delle corna di un toro. La regione ha molte tipologie di terreno che influenzano gli stili produttivi della vite, consentendo di ottenere prodotti molto eterogenei.
Degustiamo e gustiamo otto vini della Tenuta Cavalier Pepe.
Bianco di Bellona Irpinia DOC 2013 Coda di Volpe
vitigno (già noto all’epoca di Plinio il Vecchio) che
predilige il mare e i terreni vulcanici; ha un acino piccolo che tende al
colore dorato in piena maturazione. Dedicato alla dea romana della guerra,
Bellona, ci viene proposto in abbinamento ad una succulenta Mozzarella di Bufala Campana DOP.
Osservandolo si nota subito il lucente giallo cristallino; al naso fanno
capolino fini sentori di pesca bianca e pera; al gusto colpisce con sapidità e
fresche note di agrumi, l’acidità è ben marcata. Le qualità fresche del vino
ben bilanciano la grassezza e la dolcezza della mozzarella.
Refiano DOCG 2013 Fiano di Avellino
in Irpinia troviamo la quintessenza di questo vitigno,
che qui si sviluppa su argille multicolore con strati detritici. In genere si
adatta a diversi terreni e dona una complessità aromatica importante, spesso
con evidenti sentori di idrocarburo. Viene eseguita una severa selezione in
cantina e una fermentazione a bassa temperatura. Il calice emana nitide dolci
note di frutta bianca, pesca, melone e fiori come il gelsomino. In bocca non è
opulento e grasso, ma ben equilibrato tra le morbidezze e le durezze; bella
sapidità con note salmastre.
Nestor DOCG Greco di Tufo
il nome di questo vino deriva dalla celebre Coppa di
Nestore. Le uve vengono vendemmiate in cassette da venti chilogrammi per
evitare lo sviluppo di fermentazioni spontanee. Nel calice si presenta con un
colore carico ed una bellissima struttura; sprigiona vellutati profumi di
frutta gialla matura che vanno a braccetto con la mineralità e le sensazioni di
sottobosco. Sorseggiandolo prevalgono l’aspro agrume ed una sapidità quasi
gessosa, la bocca è asciutta, priva di salivazione, a ricordo di alcuni vini
rossi tannici.
Brancato DOCG 2011 Fiano di Avellino
la vigna dalla quale si ottiene questo vino è esposta
a sud. La fermentazione avviene in piccole botti francesi. Colore giallo dorato
con struttura a supporto. Un fiano decisamente fine ed elegante, con i sentori
dati dal legno di nocciole e frutta secca che preludono ad avvolgenti note
agrumate, marmellata di albicocca e frutta tropicale. All’assaggio è
magnificamente morbido, ben equilibrato da una netta mineralità. La struttura è
ben presente, la freschezza anche, le note alcoliche sono; integrate e
completano la grande eleganza di questo vino.
Per dare maggior vita e piacere alla nostra
degustazione, vengono proposti altri due formaggi: un caciocavallo podolico di Calitri, per un ottimo abbinamento con il
fiano e un pecorino di Carmasciano,
che si accompagna al primo aglianico in degustazione.
Santo Stefano DOC 2009 Campi Taurasini
le uve vengono in genere raccolte nella prima decade
di novembre e accuratamente selezionate in cantina prima della fermentazione.
Dieci mesi in barrique e altrettanti in vetro precedono la messa in commercio
di questo vino. Colore rosso vivo supportato da una bella carica cromatica;
struttura già in evidenza durante l’esame visivo. Riempiono il naso sensazioni
di frutta rossa matura, spezie e liquirizia. In bocca spiccano un tannino
elegantemente integrato, nota alcolica rotonda e una sapidità rocciosa.
Perfetto in abbinamento a cacciagione, selvaggina e formaggi stagionati.
Opera Mia DOCG 2008 Taurasi
aglianico in purezza, vino che ha ottenuto la DOCG nel
1993, è sottoposto ad una lunga macerazione sulle bucce, per estrarre colore
dall’acino. Le uve provengono dai vigneti di Carazita e Pesano in Luogosano.
Nel bicchiere presenta un bel colore rosso rubino ed un’evidente struttura.
Esprime profumi austeri, di pepe, pipa spenta e tabacco. Ottima corrispondenza
gustativa, sprigiona sensazioni di spezie ed una fine mineralità, accompagnata
da un tannino elegante.
La Loggia del Cavaliere DOCG 2008 Taurasi riserva
vino ispirato alle origini della viticoltura irpina,
chiara espressione dell’aglianico in purezza; sanità cromatica perfetta, naso
molto fine con note di frutta scura sotto spirito e spezie, sentori di erbe
aromatiche netti e piacevoli. In bocca entra polveroso con un tannino ben gestito,
lungo e di grande personalità. Prodotto che sicuramente potrà regalare
bellissime sensazioni ancora per molti anni.
Vino aromatizzato Cerri Merry
prodotto molto particolare che ci viene servito in
abbinamento a torrone, torrone al cioccolato e marron glacé di Vincenzo Di
Iorio. Vino aromatizzato di colore rosso, con un netto sentore di gelato
all’amarena. Lungo e per niente stucchevole, incontra i favori di molti mercati
e può essere anche la base per svariati cocktails.
In conclusione, abbiamo avuto la fortuna di conoscere un’altra realtà vinicola
italiana - quella della Tenuta Cavalier Pepe - attraverso un viaggio ricco di
cultura elegantemente elargita in due ore veramente indimenticabili.
Ciao
GB
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