La vera Valle d'Aosta

La Valle d’Aosta è una regione piccolissima, ma ricca di vitigni autoctoni e ci viene presentata da Davide Sacchi, sommelier lombardo molto legato alle terre e alle montagne valdostane. Un territorio montuoso con bacini glaciali e molte peculiarità. La Valle d’Aosta è solcata da una valle centrale attraversata dal fiume Doria, su questi pendii nasce e vive la vite, zona arida con poca umidità e molta ventilazione, che determina una notevole escursione termica. I vigneti sono esposti sia verso sud che verso nord-est, i terreni sono calcareo sabbiosi con un ph neutro, senza sabbia. I romani fondarono Vallis Augustana, l’odierna città di Aosta, nel 25 a.C. favendo nascere la viticoltura in queste terre. Nel 1896 arrivò la fillossera che distrusse tutto, sommandosi ad una grossa crisi del mercato, nata dall’arrivo della ferrovia e dai vini piemontesi, meno costosi e prodotti in grande quantità. Nel 1985 arrivò la prima DOC regionale che ha permesso di fare sistema, vendendo vini di qualità. Attulamente il 65% della produzione è a base di uve nere, con una forte valorizzazione dei vitigni autoctoni, ben 13 tipologie censite, questa è la differenza valdostana. In questi anni abbiamo solo 600 ettari vitati in tutta la regione, molti dei quali con seri problemi strutturali, un po’ come accade nelle Cinque Terre e in Valtellina. Sei cooperative hanno una grande importanza su tutto il territorio, permettono anche ai piccoli proprietari di conferire in cantina le uve, spesso coltivate amatorialmente, anche solo il sabato e la domenica. Trentacinque produttori associati, che hanno deciso di produrre e commercializzare il proprio vino con un motore comune, fanno vivere Vi. En. (Viticulteurs Encaveurs). In Valle d’Aosta la vite è presente dai 300 ai 1200 mt. slm, le vigne sono divise in alta, media e bassa valle:

- Blanc de Morgex e de la Salle, fanno parte dell’alta valle, vigneti bianchi a priè blanc, unico vitigno autoctono a bacca bianca, viti tra le più alte d’Europa, ancora a piede franco. L’allevamento avviene con una pergola bassissima, formata da pilastri di ardesia che trattiene il calore.
- Il centro valle è la zona più importante, dove troviamo la maggiore produzione e concentrazione di vitigni autoctoni, il petit rouge ne è il protagonista, grande zona anche per i vini passiti.
- Verso il Piemonte, abbiamo la bassa valle, zona del nebbiolo, continuità ampelografica con la zona di Carema. Qui la pergola si alza.

Passiamo ora alla degustazione di sei vini:

Valle d’Aosta Blanc de Morgex et de la Salle - uva Priè Blanc 100% - 2012 - Cantina Ermes Pavese
Azienda nata nel 1999 a Morgex, con quattro ettari, vino esile con poca carica cromatica, vinificato in acciaio, pressatura soffice, uva non diraspata. Al naso una nota agrumata con fiori bianchi, pietra e roccia con del talco. In bocca ritorna la mineralità con una vena acida, un finale lungo e delicato, una bella avvolgenza. In abbinamento a formaggi freschi d’alpeggio o trote di fiume.
Valle d’Aosta DOC - uva Petite Arvine 100% - 2012 - Cantina Ottin
Vitigno di origine vallesana, in Valle d’Aosta si coltiva da molti anni. Piccolo produttore nato nel 2007 a Porossan, quattro ettari di vigneto. Corredo floreale e minerale al naso per questo vino solo passato in acciaio. Frutta a polpa gialla e foglie verdi, nel bicchiere roteato. In bocca pseudocalore dato da una vena alcolica, sapidità e acidità irruenti, finale erbaceo in retro olfazione.

Valle d’Aosta Fumin – uva Cornalin 100% – v. Rovettaz  - 2011 - Cantina Grosjean
Uno dei vitigni più coltivati in regione, già dal medio evo, quasi sparito e poi recuperato da pochissime barbatelle trovate in sperduti vigneti. Profumi floreali e tannino sono le caratteristiche di questo vitigno. 12 giorni di macerazione e vinificazione in acciaio. Colore rubino, al naso frutta rossa piccola e spezie, tabacco e fiori. In bocca un ingresso invogliante, evidenti le durezze, forse date dalla giovinezza del vino. Bevibilità acconpagnata da una buona gradazione alcolica. Tannino setoso legato al vitigno. In abbinamento a taglieri di salumi.

Valle d’Aosta Torrette Superieur - uva Petit Rouge 80% (Fumin e Cornalin 20%) – 2011 - Cantina Anselmet
Il petit rouge da vini di colore e profumi intensi con una discreta acidità, in genere viene messo in uvaggio con altre uve. Azienda nata nel 1978 a Villeneuve, otto ettari, affinamento in barrique. Colore scuro, al naso un tono dolce di primo impatto. In seconda battuta arrivano gli aromi terziari come il cacao e il tabacco. In bocca struttura e sapidità. Piacevolezza di beva accompagnata dalla freschezza.

Valle d’Aosta - uva Vuillermin 100% - 2011 - Cantina Feudo di San Maurizio
Altro vitigno recuperato, di origini incerte. Si ottengono vini di struttura con tannino. Vinificato quasi sempre in uvaggio. Azienda del 1989 a Sarre, usa tini di allier per la vinificazione, affinato in rovere da 11 ettolitri. Colore rubino intenso, al naso note dolci con una vena speziata, frutta rossa matura. In bocca grande impatto con un tannino morbido.

Valle d’Aosta – uva Furmin – 2011 – Cantina Ottin
Grande vitigno, vinificato in purezza, ha bisogno del legno, ultimamente la sua coltivazione è in espansione. Vino che si presta molto all’invecchiamento. Breve appassimento in cantina per queste uve, la metà trascorre dieci mesi in barrique. Colore tintoreo scuro e cupo, nota dolce e fruttata al naso. Corredo vegetale marcato. Ottima pulizia in giovinezza. In bocca il tannino è importante, ancora un po’ giovane, ma non allappante. Vino caldo e avvolgente, sentori vegetali dati dal territorio.

In generale abbiamo trovato vini con carattere di montagna e mineralità evidente. Caratteristiche uscite in degustazione soprattutto per i quattro vini rossi. Definiamo tutto ciò, la differenza valdostana.

Ciao
GB

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