I vini di Tokaj
Il vino di Tokaj è il primo prodotto al mondo ottenuto da uve botritizzate, già nel 1523 Paracelsus arrivò nell’odierna Ungheria affascinato dall’alone di mistero nato intorno a questo vino e al suo particolare colore oro. Tra il 1675 e il 1735, Ferenc Ràkòczi II° valorizzò molto il territorio con attività diplomatiche, fece arrivare il vino di Tokaj fino alla corte di Re Sole in Francia. Lo Zar di Russia istituì un comitato per l’acquisto e il trasporto in patria di questo vino. Nel 1772 si creò la classificazione ufficiale e nel 1867 venne pubblicato, in quattro lingue, il documento di riferimento sulla produzione del vino. Nel 900 la nazione perse molti territori, il periodo nazista e poi quello comunista, impedirono ai vini di Tokaj di arrivare nei mercati europei. Si ebbe un conseguente abbandono delle vigne fino al 1990, quando arrivò la liberalizzazione e la privatizzazione della produzione del vino. Nel 2002 Tokaj diventa patrimonio dell’Unesco, territorio sito nella parte nord est del paese, sul punto di confluenza di due grandi fiumi, i quali donano umidità, soprattutto in autunno, favorendo la nascita della muffa nobile sui grappoli della vite. Siamo oltre il 48° parallelo, il clima è caratterizzato da inverni molto freddi, terroir straordinario e molto complesso, centinaia di vulcani orami spenti hanno contribuito a questa varietà.
Il vitigno protagonista è il furmint, considerato uno dei più grandi interpreti del territorio, si esalta su questi terreni. Altri vitigni coltivati sono il hàrslevelù a grappolo spargo e il sàrga muskotàly, moscato giallo. La vendemmia è molto lunga, inizia a metà settembre e si protrae ad inverno inoltrato. La buccia dell’acino viene attaccata dal fungo, che crea dei micro fori sulla buccia, facendo uscire l’acqua e disidratando l’acino. Diverse sono le metodologie di raccolta, quella dei grappoli sani da vini secchi, quella con selezione dei grappoli uno ad uno da vini tokaj aszù o eszencia, quella dei soli acini colpiti dalla botrite da vini che possono essere secchi o dolci denominati Tokaji Szamorodni. La resa media va dai 100 ai 600 chilogrammi per ettaro. Due botti di capacità diversa e una gerla sono i legni usati per produrre i vini di Tokaj. La gerla ha una capacità di 27 litri che equivale a un puttony, da qui nasce il quantitativo di puttonyos espresso in etichetta. Le gerle piene di acini aszù vengono aggiunte al vino o al mosto, nella botte grande da 136 litri. Il vino tokaji forditàs è una sorta di ripasso con l’aggiunta di vino nuovo alla pasta di acini aszù, rimasta dopo la pressatura, mentre il tokaji màslàs è un prodotto ottenuto con l’aggiunta di vino nuovo sulla feccia rimasta dopo i travasi del vino precedente. Cinghiali e uccelli migratori, sono gli animali con i quali i produttori si devono scontrare ogni anno per difendere le uve sulla vite, oltre a un clima che sta cambiando riducendo le rese di uve botritizzate.
Iniziamo la degustazione con Mariano Francesconi, presidente A.I.S. Trentino, persona di riferimento per il Tokaji in Italia:
Tokaji Furmint - Betsek 2008 Orosz Gábor, unico vino secco proposto, prodotto su terreni di tufo. Al naso sentori vegetali, minerali e di frutta gialla. In bocca è acido e sapido.
Tokaji Aszú 5 Puttonyos 2002 Lenkey Pincészet, colore classico oro, al naso nota dolce e mielata, sensazioni date dalla botrite. Frutta albicocca disidratata. In bocca la dolcezza sparisce lasciando spazio alla pulizia e alla lunghezza, versione equilibrata.
Tokaji Aszú 5 Puttonyos 1993 Pajzos Pincészet, annata del secolo che identifica anche la prima dopo il periodo buio di tutta l’Ungheria. Colore avvolgente, ambra brillante e lucente. Naso incredibilmente bello, evoluto con profumi dolci di albicocca, vaniglia, cannella e zafferano. In bocca grande acidità e pulizia, una lunghezza a coda di pavone, sempre più ampia.
Tokaji Aszú 6 Puttonyos 2006 Dobogó Pincészet, colore oro lucente, viscoso nel bicchiere, presenza zuccherina importante. Al naso pesca e pera, con sentori di pasticceria. In bocca acidità strabordante. Un vino di grande impatto immediato.
Tokaji Aszú 6 Puttonyos 2006 Szepsy István, produttore di riferimento per tutta la zona di Tokaj. Vino di colore oro carico, una enorme densità. Al naso sentori di albicocca, canditi e spezie. Eleganza straordinaria, in bocca ingresso potente e alta acidità.
Dopo questi cinque vini tokaji passiamo a una particolarità l’eszencia, prodotto che viene utilizzato per dare forza a certi aszù, una massa schiacciata, spillata per gravità.
Tokaji Eszencia 2000 Úri Borok Pincészete Gergely Vince, 720 grammi zucchero per litro, questo non è un vino ma, ha un ritorno di tutti i sentori dei vini fino a ora degustati. Una dolcezza importantissima, mielosa e densa.
Un’altra particolarità di questa zona vitivinicola sono le cantine, scavate nel sottosuolo e attaccate da un fungo di colore bianco, che diventa nero incamerando l’umidità in eccesso e cedendola quando manca nell’atmosfera.
Una serata affascinante che ci ha fatto scoprire e innamorare di un territorio, di un vino e di una popolazione.
Ciao
GB
Il vitigno protagonista è il furmint, considerato uno dei più grandi interpreti del territorio, si esalta su questi terreni. Altri vitigni coltivati sono il hàrslevelù a grappolo spargo e il sàrga muskotàly, moscato giallo. La vendemmia è molto lunga, inizia a metà settembre e si protrae ad inverno inoltrato. La buccia dell’acino viene attaccata dal fungo, che crea dei micro fori sulla buccia, facendo uscire l’acqua e disidratando l’acino. Diverse sono le metodologie di raccolta, quella dei grappoli sani da vini secchi, quella con selezione dei grappoli uno ad uno da vini tokaj aszù o eszencia, quella dei soli acini colpiti dalla botrite da vini che possono essere secchi o dolci denominati Tokaji Szamorodni. La resa media va dai 100 ai 600 chilogrammi per ettaro. Due botti di capacità diversa e una gerla sono i legni usati per produrre i vini di Tokaj. La gerla ha una capacità di 27 litri che equivale a un puttony, da qui nasce il quantitativo di puttonyos espresso in etichetta. Le gerle piene di acini aszù vengono aggiunte al vino o al mosto, nella botte grande da 136 litri. Il vino tokaji forditàs è una sorta di ripasso con l’aggiunta di vino nuovo alla pasta di acini aszù, rimasta dopo la pressatura, mentre il tokaji màslàs è un prodotto ottenuto con l’aggiunta di vino nuovo sulla feccia rimasta dopo i travasi del vino precedente. Cinghiali e uccelli migratori, sono gli animali con i quali i produttori si devono scontrare ogni anno per difendere le uve sulla vite, oltre a un clima che sta cambiando riducendo le rese di uve botritizzate.
Iniziamo la degustazione con Mariano Francesconi, presidente A.I.S. Trentino, persona di riferimento per il Tokaji in Italia:
Tokaji Furmint - Betsek 2008 Orosz Gábor, unico vino secco proposto, prodotto su terreni di tufo. Al naso sentori vegetali, minerali e di frutta gialla. In bocca è acido e sapido.
Tokaji Aszú 5 Puttonyos 2002 Lenkey Pincészet, colore classico oro, al naso nota dolce e mielata, sensazioni date dalla botrite. Frutta albicocca disidratata. In bocca la dolcezza sparisce lasciando spazio alla pulizia e alla lunghezza, versione equilibrata.
Tokaji Aszú 5 Puttonyos 1993 Pajzos Pincészet, annata del secolo che identifica anche la prima dopo il periodo buio di tutta l’Ungheria. Colore avvolgente, ambra brillante e lucente. Naso incredibilmente bello, evoluto con profumi dolci di albicocca, vaniglia, cannella e zafferano. In bocca grande acidità e pulizia, una lunghezza a coda di pavone, sempre più ampia.
Tokaji Aszú 6 Puttonyos 2006 Dobogó Pincészet, colore oro lucente, viscoso nel bicchiere, presenza zuccherina importante. Al naso pesca e pera, con sentori di pasticceria. In bocca acidità strabordante. Un vino di grande impatto immediato.
Tokaji Aszú 6 Puttonyos 2006 Szepsy István, produttore di riferimento per tutta la zona di Tokaj. Vino di colore oro carico, una enorme densità. Al naso sentori di albicocca, canditi e spezie. Eleganza straordinaria, in bocca ingresso potente e alta acidità.
Dopo questi cinque vini tokaji passiamo a una particolarità l’eszencia, prodotto che viene utilizzato per dare forza a certi aszù, una massa schiacciata, spillata per gravità.
Tokaji Eszencia 2000 Úri Borok Pincészete Gergely Vince, 720 grammi zucchero per litro, questo non è un vino ma, ha un ritorno di tutti i sentori dei vini fino a ora degustati. Una dolcezza importantissima, mielosa e densa.
Un’altra particolarità di questa zona vitivinicola sono le cantine, scavate nel sottosuolo e attaccate da un fungo di colore bianco, che diventa nero incamerando l’umidità in eccesso e cedendola quando manca nell’atmosfera.
Una serata affascinante che ci ha fatto scoprire e innamorare di un territorio, di un vino e di una popolazione.
Ciao
GB
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