Evento Wine Tip - Orizzontale Super Tuscan dieci anni dopo
Il vino Chianti, basato su disciplinari del 1700, che permettevano anche l’aggiunta di vitigni a bacca bianca, nel tempo è divenuto un vino facile da vendere, con poche pretese e arrotondato.
Commercializzato nei classici fiaschi, utilizzando carretti che giravano i paesi, divenne presente su ogni tavola della Toscana.
La ribellione a questa situazione ha fatto nascere i Super Tuscan, Incisa della Rocchetta, di origine piemontese, incontra la famiglia dei Gherardesca, proprietaria di quasi tutta la costa marittima toscana, sposa una loro figlia e inizia la bonifica di questi territori, in prevalenza acquitrini e apre la strada per la produzione di vino, nella tenuta San Guido, nasce il Sassicaia.
Giacomo Tachis, giovane enologo, introduce nuove tecniche di affinamento, iniziando anche l’utilizzo dell’acciaio.
Durante una degustazione alla cieca, insieme a molti vini bordolesi, il Sassicaia divenne famoso nel mondo. Robert Parker si trovò davanti ad un vino da tavola nettamente superiore a molti prodotti blasonati francesi, così nacque il termine Super Tuscan.
I pregi di questi vini sono: non hanno niente da invidiare ai vini francesi e hanno cambiato il palato degli italiani.
I difetti di questi vini sono: grande confusione sul mercato anche per il sovraffollamento di IGT e una certa omogeneizzazione del gusto, tendente ad uno standard americano.
Con il nascere di questa nuova corrente, il disciplinare del Chianti dovette diventare più elastico, ma questi grandi produttori continuarono per la loro strada, producendo vino da tavola e IGT, ne ebbe però miglioria anche lo stesso vino Chianti che iniziò ad essere prodotto con maggiore scrupolo.
I Super Tuscan si possono suddividere in tre macro categorie:
• Vini prodotti tutti a base Sangiovese, si esprime così al massimo il territorio.
• Vini prodotti con Sangiovese e altri vitigni bordolesi e internazionali, come il Cabernet e il Syrah.
• Vini prodotti solo con vitigni internazionali.
Passiamo ora alla degustazione di quattro Super Tuscan in questa orizzontale del 2001:
Sezzana la Spinetta 2001 IGT Toscana (Sangiovese 100%)
No filtraggi e chiarifiche, poco lavoro in vigna, tutte barrique di primo passaggio, malolattica in barrique, bassissime rese per pianta. Colore impenetrabile, ancora vivo, rosso rubino, naso intenso, balsamico, marmellatoso e tostato. In bocca grande entrata e potenza, tannini non prevalenti, grande uso della barrique. 14% di titolo alcolometrico volumico, acidità che sostiene ancora il vino anche dopo 10 anni. Vigneti di 30/35 anni, uve raccolte e trasportate in Piemonte per le operazioni di vinificazione, dopo la barrique ritorna in acciaio.
Piastraia Michele Satta 2001 Bolgheri DOC (Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese e Syrah)
Nessun filtraggio, azienda sita a Castagneto Carducci, colore rosso rubino, naso più fine del precedente, sentori di tabacco. In bocca i tannini si sentono, ma sono integrati nel gusto, vino poco vivace. Il Cabernet Sauvignon è ancora molto prevalente al naso, 13,5% di titolo alcolometrico volumico, 12 mesi in barrique.
Le Stanze Poliziano 2001 IGT Toscana (Cabernet Sauvignon 65%, Merlot 30%, Sangiovese 5%)
Venti giorni di macerazione, colore scuro e poco brillante, tendente al mattonato, naso fine e intenso, sentori erbacei a bicchiere ancora fermo, meno ampio dei vini precedenti, profumi terziari, sentori di spezie e di animale, molto balsamico. In bocca, giovane e fresco, tannino fine e lunghissimo, vino pronto, 14% di titolo alcolometrico volumico.
Guado al Tasso Antinori 2001 Bolgheri Superiore DOC (Cabernet Sauvignon 60%, Merlot 30%, Syrah 10%)
Naso sottotono, profumi terziari, sentori di amarena e alloro, palato ampio, ma manca acidità e tannino, vino maturo, 14% di titolo alcolometrico volumico, 14 mesi in barrique, ancora molto prevalente il peperone al palato.
In abbinamento a questi fantastici quatto vini ci viene proposto un piatto di paccheri al ragù con pinoli.
Mi è molto piaciuto il primo vino, per il fatto del monovitigno e l’ultimo per quanto da e in previsione per quanto potrà ancora dare.
Ciao
GB
Commercializzato nei classici fiaschi, utilizzando carretti che giravano i paesi, divenne presente su ogni tavola della Toscana.
La ribellione a questa situazione ha fatto nascere i Super Tuscan, Incisa della Rocchetta, di origine piemontese, incontra la famiglia dei Gherardesca, proprietaria di quasi tutta la costa marittima toscana, sposa una loro figlia e inizia la bonifica di questi territori, in prevalenza acquitrini e apre la strada per la produzione di vino, nella tenuta San Guido, nasce il Sassicaia.
Giacomo Tachis, giovane enologo, introduce nuove tecniche di affinamento, iniziando anche l’utilizzo dell’acciaio.
Durante una degustazione alla cieca, insieme a molti vini bordolesi, il Sassicaia divenne famoso nel mondo. Robert Parker si trovò davanti ad un vino da tavola nettamente superiore a molti prodotti blasonati francesi, così nacque il termine Super Tuscan.
I pregi di questi vini sono: non hanno niente da invidiare ai vini francesi e hanno cambiato il palato degli italiani.
I difetti di questi vini sono: grande confusione sul mercato anche per il sovraffollamento di IGT e una certa omogeneizzazione del gusto, tendente ad uno standard americano.
Con il nascere di questa nuova corrente, il disciplinare del Chianti dovette diventare più elastico, ma questi grandi produttori continuarono per la loro strada, producendo vino da tavola e IGT, ne ebbe però miglioria anche lo stesso vino Chianti che iniziò ad essere prodotto con maggiore scrupolo.
I Super Tuscan si possono suddividere in tre macro categorie:
• Vini prodotti tutti a base Sangiovese, si esprime così al massimo il territorio.
• Vini prodotti con Sangiovese e altri vitigni bordolesi e internazionali, come il Cabernet e il Syrah.
• Vini prodotti solo con vitigni internazionali.
Passiamo ora alla degustazione di quattro Super Tuscan in questa orizzontale del 2001:
Sezzana la Spinetta 2001 IGT Toscana (Sangiovese 100%)
No filtraggi e chiarifiche, poco lavoro in vigna, tutte barrique di primo passaggio, malolattica in barrique, bassissime rese per pianta. Colore impenetrabile, ancora vivo, rosso rubino, naso intenso, balsamico, marmellatoso e tostato. In bocca grande entrata e potenza, tannini non prevalenti, grande uso della barrique. 14% di titolo alcolometrico volumico, acidità che sostiene ancora il vino anche dopo 10 anni. Vigneti di 30/35 anni, uve raccolte e trasportate in Piemonte per le operazioni di vinificazione, dopo la barrique ritorna in acciaio.
Piastraia Michele Satta 2001 Bolgheri DOC (Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese e Syrah)
Nessun filtraggio, azienda sita a Castagneto Carducci, colore rosso rubino, naso più fine del precedente, sentori di tabacco. In bocca i tannini si sentono, ma sono integrati nel gusto, vino poco vivace. Il Cabernet Sauvignon è ancora molto prevalente al naso, 13,5% di titolo alcolometrico volumico, 12 mesi in barrique.
Le Stanze Poliziano 2001 IGT Toscana (Cabernet Sauvignon 65%, Merlot 30%, Sangiovese 5%)
Venti giorni di macerazione, colore scuro e poco brillante, tendente al mattonato, naso fine e intenso, sentori erbacei a bicchiere ancora fermo, meno ampio dei vini precedenti, profumi terziari, sentori di spezie e di animale, molto balsamico. In bocca, giovane e fresco, tannino fine e lunghissimo, vino pronto, 14% di titolo alcolometrico volumico.
Guado al Tasso Antinori 2001 Bolgheri Superiore DOC (Cabernet Sauvignon 60%, Merlot 30%, Syrah 10%)
Naso sottotono, profumi terziari, sentori di amarena e alloro, palato ampio, ma manca acidità e tannino, vino maturo, 14% di titolo alcolometrico volumico, 14 mesi in barrique, ancora molto prevalente il peperone al palato.
In abbinamento a questi fantastici quatto vini ci viene proposto un piatto di paccheri al ragù con pinoli.
Mi è molto piaciuto il primo vino, per il fatto del monovitigno e l’ultimo per quanto da e in previsione per quanto potrà ancora dare.
Ciao
GB
Commenti
Posta un commento