Festival Franciacorta a Milano

Lunedì pomeriggio è tornato a Milano, il Festival Franciacorta, presso i Chiostri del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”.

Una grande degustazione, erano presenti circa cinquanta aziende con i loro prodotti.
Il Porticato del Chiostro è rimasto gremito di appassionati e di addetti ai lavori per molte ore.


Molto entusiasmo intorno a questa zona di produzione vitivinicola, unica in Italia per la tipologia della produzione.
Franciacorta identifica un prodotto ottenuto con il metodo della rifermentazione in bottiglia, in una zona geografica limitata e definita nei suoi confini: a nord il Lago d’Iseo, a sud il Monte Orfano, a est la città di Brescia e a ovest il fiume Oglio.
Franciacorta è una delle dieci denominazioni, in Europa, che si fregiano della zona di produzione in etichetta, come Asti, Porto ecc…ecc…
Franciacorta è stato il primo vino, ottenuto con il metodo della rifermentazione in bottiglia, ad aver ottenuto in Italia, nel 1995, la DOCG. Nel 2008 è stato pubblicato il nuovo Disciplinare.
Siamo arrivati ai cinquant’anni di produzione con circa 2665 di ettari vitati.
La raccolta delle uve avviene rigorosamente a mano e il raccolto diviso per vigneto, si esegue una pressatura soffice e vinificazione separata.
Una costante possibilità di miglioramento, manca ancora la storia e la tradizione, ci sono, fortunatamente, unioni di passioni che hanno fatto e stanno facendo decollare la Franciacorta, siamo però fermi al 10% di export, in generale, sulla produzione.
Si afferma che è più difficile produrre bene in Franciacorta che in Champagne, a causa di un clima più favorevole alla maturazione delle uve e per il fatto che le viti sono più giovani e in alcuni casi non ancora ben ambientate. In crescita il Pinot Nero, durante i reimpianti, con cloni che arrivano dalla Borgogna.
Attualmente sono 191 le Aziende associate al Consorzio, di cui 104 anche imbottigliatrici.
Il territorio è molto frammentato e diverso, si va dal morenico al fluvio glaciale, dai depositi fini ai colluvi distali.
Il Franciacorta con le sue diverse tipologie di sapore è indicato per un consumo vario, ciascuna tipologia si differenzia dalle altre per il diverso dosaggio di Liqueur aggiunto dopo la sboccatura, ogni tipologia possiede una sua spiccata personalità:

Non Dosato: zucchero fino a 3 gr/l di residuo naturale, è il più secco della gamma, è ottenuto senza l’aggiunta dello sciroppo

Extra Brut: zucchero fino a 6 gr/l, molto secco, ottimo come aperitivo e si abbina bene con il pesce

Brut: zucchero inferiore a 12 gr/l, sapore secco ma più morbido, prodotto molto versatile per gli abbinamenti

Extra Dry: zucchero da 12 a 17 gr/l, morbido, indicato per torte salate e verdure al forno, ottimo come aperitivo per chi non ama i gusti molto secchi

Sec – Dry: zucchero da 17 a 32 gr/l, meno secco, leggermente abboccato, particolarmente indicato per formaggi molli, piccanti e a pasta grassa, si può arrivare al patè di fegato

Demi Sec: zucchero da 32 a 50 gr/l, sapore abboccato dovuto al dosaggio zuccherino elevato, si abbina a dolci tipici come il panettone e il pandoro

Satèn: meno pressione in bottiglia, da sensazioni tattili di cremosità, ideale a tutto pasto, una tipologia che sta trainando le vendite, punto d’incontro per chi si vuol avvicinare alle bollicine, morbidezza e rotondità al palato. Un tempo era denominato Crèmant, dal 1990 Satèn. Il servizio viene effettuato a bassa temperatura, scaldandosi nel bicchiere, le bollicine si ingrossano e salgono, creando un evidente perlage. Due sono le versioni: Senza Anno con minimo 24 mesi sui lieviti e Millesimato con minimo 30 mesi sui lieviti, grazie a questi lunghi periodi sui lieviti si ha sempre molta complessità nel bicchiere, carattere fruttato dei vini

Rosè: vino di corpo e vigore che permette di accompagnarlo a salame e salsicce, a risotti e a zuppe saporite

Nicola Bonera è stato il Relatore di due Seminari, ai quali ho partecipato:


Percorso sensoriale attraverso le tipologie di Franciacorta
Vini in degustazione:

Castello Bonomi Coccaglio Satèn S.A. 100% Chardonnay, 30 mesi sui lieviti

Ronco Calino Torbiato di Adro 50% Chardonnay, 20% Pinot Nero e 30% Pinot Bianco, 24 mesi sui lieviti e 20% della produzione in Barrique

Camossi Erbusco 2006 Extra Dry 70% Chardonnay e 30% Pinot Nero, 36 mesi sui lieviti, 3 gr/l di zucchero, il più impegnativo dei vini degustati in questa sessione

Antica Fratta Monticelli Brusati 2007 Rosè 55% Chardonnay e 45% Pinot Nero, 46 mesi sui lieviti e 7 gr/l di zucchero

Satèn, l’essenza del Franciacorta
Vini in degustazione:

Ugo Vezzoli San Pancrazio di Palazzolo 90% Chardonnay e 10 % Pinot Bianco, dolce, morbido e fresco, sboccato a dicembre 2010

Tenuta Monte Delma Passirano 90% Chardonnay e 10% Pinot Bianco, naso di legno, pienezza, sentori di pera e mela, austero, sboccato nel 2010

Ferghettina Adro 2007 100% Chardonnay, 30 mesi sui lieviti, molto floreale ed erbaceo, il più leggiadro e sbarazzino dei vini di questo seminario, elegante, sentori di malto tostato, equilibrato e fine, sboccato nel 2011

Ricci Curbastro Capriolo 2006 100% Chardonnay, 40 mesi sui lieviti, colore caldo e dorato, al naso sentori di pane, legno in fase di vinificazione che da gusto burroso al vino, uso buono della Barrique, sboccato a novembre 2010

Ciao
GB

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