Venissa

Tra la fermata del vaporetto e il ponte che collega Mazzorbo a Burano si estende la tenuta. Una cinta muraria secolare racchiude: la vigna, gli orti, il ristorante, l’osteria e il wine resort. Questo e molto altro è Venissa

Stiamo parlando della zona definita la Venezia nativa, isole che hanno ospitato gente in arrivo dalla terra ferma in fuga dalle invasioni e dalle oppressioni, popolazioni per lo più contadine che hanno trasformato il panorama della laguna, facendolo diventare più verde. Da qui nasce la viticoltura e il vitigno dorona, si narra addirittura coltivato in piazza San Marco durante il periodo dei Dogi.

Il nome di quest’uva arriva tramandato nei secoli, ci sono varie interpretazioni, le più plausibili riportano alla dura buccia e al colore dorato del vino, ottenuto storicamente con lunghe macerazioni, poco uso del legno e ovviamente soste in locali al livello del mare, le cantine sotterranee qui non esistono.

Nella tenuta Venissa ci sono 0,8 Ha vitati a dorona, piante recuperate nei cortili delle famiglie del posto, alcune anche secolari e a piede franco. Il vigneto per lo più è sito sotto il livello del mare, le piante hanno dovuto adattarsi alla presenza dell’acqua marina a circa un metro e mezzo di profondità. Durante alcune giornate di acqua alta la vite viene in parte sommersa. Situazioni estreme che ci fanno amare ancora di più questo progetto, che va oltre la classica espressione di viticoltura eroica.

Il vino prodotto viene imbottigliato in originali bottiglie della capienza di mezzo litro e l’etichetta è composta da una sottilissima foglia d’oro, pressata a mano, decorata in maniera originale e diversa in ogni annata. Sono prodotti anche grandi formati. In degustazione il vino prodotto da uve dorona si presenta con un colore carico e luminoso, al naso evidenti sensazioni fruttate mature che virano verso il candito e le spezie, in bocca spiccata pulizia, secco e avvolgente.

Sull’isola privata di Santa Caterina, viene condotto un vigneto in affitto, coltivato a merlot e cabernet sauvignon, da qui si produce un vino rosso, rotondo e tannico, ideale in abbinamento a piatti di carne succulenti. La bottiglia impiegata è sempre la stessa ma l’etichetta è in rame.

Negli ultimi anni è nato Venusa, una piccola produzione atta a preservare la conoscenza della locale agricoltura e le tradizioni della laguna.

Per chi si volesse fermare e vivere a pieno Venissa, c’è la possibilità di alloggiare nel wine resort, oppure spostandosi di pochi metri, presso l’hotel Casa Burano composto dalle caratteristiche piccole colorate case dei pescatori. Per pranzare o cenare ci sono due alternative: l’Osteria Contemporanea e il Ristorante Venissa (1 stella Michelin). I piatti proposti sono tutti a Km. 0, pesce e verdure dell’orto solo la base dei menù.

Ciao

GB


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