Dieci annate di aglianico Terra D’Eclano raccontate da Luigi Moio
Si parla di vino oramai a livello internazionale,
il processo produttivo è pressoché sempre lo stesso ma, è molto difficile fare
un ottimo vino. La differenza la fa sempre la pianta inserita nel proprio
terroir d’elezione, solo un’ottima situazione pedoclimatica crea armonia e dona
un mosto e un vino perfetto. Perciò solo in pochi posti al mondo si possono
ottenere grandi vini, senza che l’uomo ne prenda il sopravvento. Ne scaturisce
che il vitigno portato a una latitudine diversa, produrrà un vino che avrà
bisogno delle correzioni dell’enologo.
A Quintodecimo, la casa-azienda del Professore
Luigi Moio, ci troviamo in un’areale ideale per la vigna, dove alcune varietà
vivono, crescono e producono in piena espressione di potenziale enologico,
stiamo parlando di aglianico, fiano, greco e falanghina.
Dai tre vitigni a bacca bianca, si producono
altrettanti cru in monovitigno, spesso molto influenzati dall’annata
nell’espressione del loro carattere varietale. Dall’aglianico, vitigno simbolo
del territorio, si producono due cru e Terra D’Eclano, ottenuto dalle uve di
cinque distinti vigneti di proprietà.
Le vigne sono costantemente lavorate e si eseguono
invasivi diradamenti in pianta per ottenere un grande risultato finale, la
vendemmia è manuale e un meticoloso lavoro si compie sul tavolo di cernita, per
eliminare tutti i raspi. Tra i dodici e quindici giorni di macerazione e la
malolattica avviene in legno tra i mesi di novembre e dicembre. L’uso della
solforosa è ridotto al minimo, ben sotto la soglia consentita. Un progetto a
360° per un vino perfetto, una formula produttiva trovata in pochi anni, una
costanza qualitativa dal 2010 che ci porta in degustazione le bottiglie del
cuore.
2015, quasi assenza di precipitazioni piovose nel mese
di agosto. Al naso pulizia assoluta e frutti rossi a calice fermo. Dopo la
rotazione arrivano le spezie e il pepe. In bocca entra largo con una buona
acidità, tannino giovane ma non invadente.
2014, naso fermo e compatto, in bocca è leggermente più
morbido del precedente, pulito e con uno stile espressivo aziendale
riconoscibile.
2013, leggera nota affumicata, annata piovosa con
escursioni termiche rilevanti. Al naso abbiamo incenso, coriandolo e una serie
di spezie. In bocca entra levigato, morbido, con un tannino che inizia a
presentarsi in evoluzione.
2012, annata molto piovosa, in naso non spinge come gli
altri vini, presenza di ricordi mentolati. In bocca è corto, leggero ma, sempre
pulito.
2011, ancora una grande tenuta del colore, grasso in bocca
con tannino setoso. Lungo, con evidenti note di cacao e liquirizia.
2010, al naso note balsamiche e mentolate. In bocca è
morbido con la sensazione di dolcezza. Spezie e liquirizia nel finale, lungo e
pulito.
2008, annata problematica, molta pioggia e umidità. Al
naso smalto e liquirizia, magro e leggero. Sentori terziari in bocca, palato
asciutto e un tannino in prevalenza.
2007, annata caldissima, un naso che si distacca dagli
altri vini in degustazione, dimostra molti più anni di quanti ne ha in etichetta.
In bocca è evoluto con poca freschezza, note di confettura.
2006, colore senza avvisaglie d’invecchiamento. Note di
frutta in confettura e spezie. In bocca sensibile rotondità, persistenza e
pulizia.
2004, prima annata prodotta, un bellissimo naso invaso
dallo smalto. Elegante perfezione stilistica. In bocca è morbido e molto
equilibrato.
Ciao
GB
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