Alto Adige nel piatto
La montagna è una
continua sfida tra l’uomo e i propri limiti. Un’asticella che si cerca sempre
di alzare e questo si ripercuote sul modo di vivere e di pensare, delle persone
che abitano e vivono quei luoghi. Tale ricerca la si ritrova in molti ambiti
anche non propriamente legati alla montagna. Un aspetto che sicuramente ne
giova è l’ambito culinario. Molti ristoranti hanno ottenuti ambiti premi e sono
menzionati in molte autorevoli guide del settore. L’ospitalità d’altra parte è
il fiore all’occhiello di molte regioni italiane ma, l’Alto Adige ne ha fatto una bandiera.
Una cucina con molte basi
storiche, ricette nate e sviluppate utilizzando le materie prime del
territorio. Storie e aneddoti circondano e supportano la tradizione culinaria
che in alcune esperienze è stata analizzata, rivisitata e ripresentata in
maniera moderna e con un’ottica internazionale.
Sono molti i momenti
passati sulle rosee rocce dolomitiche e di conseguenza i ristoranti provati,
riprovati e apprezzati. Alcuni oramai sono punti fissi altri ricerca e
scoperta.
Partiamo con il Durnwald, sito in Val di Casies e gestito dalla famiglia Mayr. Ristorante a conduzione
famigliare dal 1970 ubicato in una tipica casa sudtirolese. Utilizzo di materie
prime regionali per ottime pietanze. La lista dei vini è molto vasta ed esaudisce
tutti i desideri. Durante il periodo estivo o nelle belle giornate di sole
invernali si può pranzare all’aperto, ai piedi del bosco. Un comodo parcheggio
facilita l’arrivo in macchina alla struttura.
Cambiando valle e
dirigendoci tra Brunico e Bressanone, incontriamo Falzes con il ristorante Schöneck,
elegante location stellata. Atmosfera famigliare, accogliente e di ottimo
gusto. Storiche bauernstube in stile altoatesino e una luminosa veranda in
legno, accolgono gli ospiti, che a fine cena si possono rilassare nell’elegante
piano bar e sorseggiate un calice di vino o un ottimo distillato, sprofondando in
comode poltrone di pelle davanti al caminetto crepitante.
Dobbiaco è sicuramente uno dei più belli e affascinanti paesi della Val Pusteria,
la sua chiesa di colore verde domina il paesaggio. Dall’altra parte della
ferrovia c’è il maestoso Grand Hotel
con il ristorante Tilia. Una
struttura di vetro e acciaio incastonata in un panorama mozza fiato. Altro
ristorante stellato, gestito da Chris Oberhammer e Anita Mancini, sapiente
sommelier in sala. La pianta del tilio, in latino tilia, funge da sempre come
simbolo d’ospitalità, modestia e oasi di tranquillità. Solo cinque tavoli in un
ambiente che trasmette libertà e pace.
Ciao
GB
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