L’Etna è anche bianco
Un racconto di due viaggi fatti sulle
pendici del vulcano, da Viviana
Malafarina e Antonio Erba, con
la ferma volontà di ricercare e scoprire l’Etna
bianco.
Mario Soldati nel 1968 ha
raccontato le sue esperienze vissute su questo territorio, dove le nevi perenni
sovrastano le bellissime vigne, che crescono e si nutrono in un paesaggio
unico, un contesto in cui la lava caratterizza anche i colori.
Una storia enologica antica che
nasce con i greci nell’800 a.C. e che ha avuto la massima espressione
produttiva dal 1800 al 1890. Un buco poi colmato nel 2000 con l’arrivo di nuove
risorse e produttori dal continente. Diciassette anni di una nuova storia per
arrivare ai giorni nostri, dove si sta vivendo una riscoperta.
L’Etna bianco è diventato un
fenomeno, un vino non attrattivo ma, affascinante per un palato abituato ad
apprezzare i prodotti vinicoli. Il palmento,
oggi fuori legge, è sempre stato il luogo dove è nato il vino dell’Etna, qui
l’uva veniva scaricata dalle gerle, pigiata con i piedi, iniziava la
fermentazione nei tini e riposava nelle botti. Oggi si è trasformato in un
luogo d’incontro, una stanza dove si eseguono le degustazioni, dove si
consumano i pranzi e le cene.
Il territorio dove si coltivano
le vigne intorno all’Etna parte da Paternò e finisce a Randazzo, una lettera C
rovesciata verso il mare. La predominanza delle piante ha molti anni e questo
può essere solo una garanzia di qualità del prodotto. Nel dopo guerra, con
l’urbanizzazione e più recentemente con il cambio climatico, la parte più
vicina al mare ha perso la coltivazione della vite. Attualmente più della metà
delle aziende produttrici dell’Etna bianco sono ubicate sul versante nord.
Passiamo alla degustazione di due
vini prodotti nella parte sud, zona che sta vivendo un risveglio:
Masseria
Setteporte - N’Ettaro 2014, vino ottenuto da
una vigna di un solo ettaro. 65% carricante e 35% catarratto, servito con le
oramai rare bottiglie, in formato magnum. Un naso con una netta nota
affumicata, frutta matura a polpa gialla. In bocca una sensazione alcolica di
primo impatto e una lunga morbidezza.
Ciro
Biondi - Chianta 2015, carricante,
catarratto e minnella. Naso con una nota burrosa e di legno. In bocca una bella
acidità, un vino non immediato che però nasconde la possibilità di longevità.
Il carricante
è il vitigno dell’Etna bianco, presenta un’elevata acidità e scarsi terpeni,
compie la piena maturazione in là nel tempo. In invecchiamento si avvicina ai
sentori del riesling.
La minnella
invece è il vero vitigno autoctono, mentre il catarratto è diffuso in tutta la Sicilia, secondo vitigno in tutta
l’Italia, presenta struttura, alcolicità e morbidezza, con tendenza ad
ossidare. Molte vigne sono coltivate ad alberello e altre a doppio cordone
speronato bilaterale.
Tenuta
di Fessina - A’ Puddara 2014, 100% carricante,
da vigne di oltre cinquant’anni. Fermentazione in acciaio e affinamento in
botte grande per circa un anno. Naso con sentori minerali, fiori e frutta in
sotto fondo. In bocca acidità e persistenza, sapidità che invoglia la beva.
Graci -
Arcuria 2013, cantina ben strutturata e molto tecnologica. Vino
ottenuto con vitigno carricante in purezza, vinificazione metà in cemento e
metà in legno di rovere. Affinamento per dodici mesi. Al naso non si esprime
completamente ma, in bocca ha un grande ingresso, una rotondità, una bella
persistenza e acidità. Un vino ambizioso, forse ancora giovane.
Ci spostiamo nella zona est, caratterizzata da un
clima più piovoso, non ottimale per i vitigni a bacca rossa.
I Vigneri - Vigna di Milo 2014, Salvo Foti è stato il riscopritore del vino dell’Etna, recuperando molte vigne vecchie e lavorandole per ottenere il massimo profilo qualitativo. Questo prodotto è ottenuto con il 100% di carricante. Al naso note di yogurt, in bocca acidità strepitosa e una bella mela matura.
Barone di Villagrande - Fiore 2007, 90% carricante e 10% chardonnay, fermentazione in legno e affinamento dodici mesi in barrique di rovere francese. Vigne di quaranta anni. Al naso note d’evoluzione, sentori sulfurei e di pietra focaia. In bocca grande morbidezza, presenza del legno anche dopo dieci anni.
Benanti - Pietramarina 2007, azienda che ha tenuto alta la bandiera dell’Etna
negli anni ’80. 100% carricante. Tutto acciaio e dodici mesi in bottiglia prima
della messa in commercio. Vigne di oltre ottant’anni site a 800 mt sul livello
del mare. Un naso quasi da idrocarburo. In bocca complesso e fine, sentori
dolci e di frutta candita.
Una bella e interessante
degustazione di otto vini dell’Etna bianco che sono stati scelti tra una vasta
gamma di prodotti di questa terra, sicuramente da scoprire.
Ciao
GB
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