Le altre bollicine francesi, i Crémant
Il
termine Crémant, fino al 31 agosto
1994, indicava gli champagne elaborati in modo da sviluppare meno anidride
carbonica, quindi con una spuma più delicata. Oggi si utilizza in più ambiti e
in varie denominazioni. In Francia abbiamo ben otto AOC. Dal 2012 si è
liberalizzato l’utilizzo della parola Crémant,
che da allora può essere messa in etichetta. Il fattore comune rimane quello
dei nove mesi minimo di sosta sui lieviti in bottiglia, un tempo relativamente
breve.
Il Crémant d’Alsace è uno dei prodotti più
rappresentativi per questa tipologia di vino, in netta crescita nell’ultimo
decennio. Punto di riferimento in questa fetta di Francia, dove il clima è
fresco ed umido e le rese per ettaro sono tenute appositamente generose. Molto
raramente si produce da mono vitigno. In genere i vini sono freschi, leggeri e
delicati. Il Crémant de Bordeaux invece
è prevalentemente rosé, vista la presenza sul territorio, dei classici vitigni utilizzati
per il taglio bordolese: merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc. Una AOC
di seconda fascia con una produzione contenuta.
Il più
storico di tutti i Crémant è quello di Borgogna,
anche il più logico vista la poca distanza della zona dello Champagne. Molti produttori
sono cantine cooperative, che spingono le vendite dando adito a un trend
positivo da parecchi anni. La base per questi vini sono sempre il pinot nero e
lo chardonnay. Il Crémant du Jura è
la penultima AOC in ordine di tempo, in questo territorio, a ridosso delle Alpi,
la propensione è quella di utilizzare esclusivamente il pinot bianco e lo
chardonnay, chiamato localmente melon d’Arbois o gamay blanc.
Nella
produzione del Crémant de Limoux è
molto usato il metodo ancestrale, durante il quale il mosto parzialmente
fermentato va in bottiglia, con la luna vecchia di marzo, per dare meno
evidenza all’effervescenza. Poi passa un anno di stoccaggio in cantine molto
fredde e come ultima operazione, viene travasato in bottiglie pulite. A Limoux
il Crémant è solo di tipologia bianco. Dal Crémant
de Loire si ottengono circa diciassette milioni di bottiglie che
obbligatoriamente devono aver fatto almeno dodici mesi sui lieviti, il vitigno
usato è lo chenin blanc. Le cave di tufo, usato per costruire le grandi città
francesi, umide e buie, sono diventate grandi cantine di stoccaggio.
Il Crémant de Die è ottenuto soprattutto
dal vitigno clairette blanche, dà in genere sensazioni facili e immediate, con
una buona freschezza. I sentori predominanti sono i fiori bianchi. L’ottava e
ultima, in ordine di tempo, denominazione per i Crémant francesi è quella della
Savoia, nata nel 2014, anche se da
sempre qui si producono vini effervescenti e con il fondo. I vitigni utilizzati
sono l’aligoté e la mondeuse.
Nicola Bonera, dopo una spiegazione molto approfondita, che ci ha
fatto entrare in un mondo di bollicine meno conosciute, ha iniziato la
degustazione, proponendo cinque Crémant
francesi e un vino particolare, ottenuto con il metodo ancestrale:
Crémant du Jura L’Autre Brut S.A. Domaine Pignier, 100% chardonnay
senza uso di solfiti, azienda certificata biologica, questo vino è stato
ottenuto con le tecniche biodinamiche. Al naso un frutto caldo molto maturo, educatamente
ossidato. In bocca è avvolgente con un ingresso soave che poi si allarga, poca
acidità e una bella effervescenza, carattere fumoso, un finale lungo e
appagante.
Crémant de Limoux Clos des Demoiselles
2013 J. Laurens,
60% chardonnay 25% chenin e 15% pinot nero. Colore più carico del precedente.
Naso che vira verso i sentori verdi, l’uva e gli agrumi. Appena esotico con
molta gioventù del lievito. In bocca è morbido, grazie a qualche grammo di
zucchero residuo. Abbozzo vegetale dato dallo chenin. Ottimo prodotto per
aperitivo, emerge in degustazione il metodo classico produttivo.
Crémant de Loire Brut S.A. Domaine des Huards, 75% chardonnay e 25% pinot nero, vino prodotto nella zona della Touraine, la più ampia di tutta la valle della Loira. Profumo classico di pasticceria con netti sentori vegetali di foglia d’insalata. In bocca è verde e linfatico, si avverte quasi la clorofilla, come se ci fosse la presenza di pinot nero non perfettamente maturo.
Crémant de Bourgogne Cuvée Agnès S.A.
Vitteaut-Alberti, azienda nata nel 1951, punto di riferimento nel
territorio. Vino ottenuto con lo chardonnay in purezza. Al naso si evidenzia
molto il lievito e le tostature, un frutto maturo e secco. In bocca sentori
gialli di frutta macerata. Un finale grasso, maturo e gustoso. Un vino che ha
passato molti mesi sui lieviti.
Crémant d’Alsace
Brut Frederic Arbogast, pinot blanc e altre uve borgognone compongono questo
vino, originario del Bas Rhin, vicino a Strasburgo. Colore molto carico, al
naso si presenta appena acetato, si avvicina al sidro di mele. La mancanza di
sentori della fermentazione si notano a favore del frutto fresco. Impatto
cremoso e affumicato, non troppo complesso ma, rispecchia in pieno i vini
prodotti in questa zona.
Limoux Méthode Ancestrale S.A. J. Laurens, 100% mauzac, debolmente alcolico e molto fruttato. Al naso netta la mela cotta appena speziata, sembra un succo di frutta. Un profumo che non cala e rimane molto intenso. In bocca ha una lunghezza appagante, lo zucchero non è una zavorra ma un elemento d’ingresso. Un prodotto da abbinare a dolci come il pandoro, la millefoglie e la torta paradiso.
Limoux Méthode Ancestrale S.A. J. Laurens, 100% mauzac, debolmente alcolico e molto fruttato. Al naso netta la mela cotta appena speziata, sembra un succo di frutta. Un profumo che non cala e rimane molto intenso. In bocca ha una lunghezza appagante, lo zucchero non è una zavorra ma un elemento d’ingresso. Un prodotto da abbinare a dolci come il pandoro, la millefoglie e la torta paradiso.
Una grande degustazione di vini che rappresentano quanto oggi si produce in
Francia come tipologia Crémant. Bottiglie che si possono trovare nel nostro
paese e che sicuramente meritano uno spazio e una maggiore conoscenza.
Articolo pubblicato anche sul sito AIS Delegazione di Milano
Articolo pubblicato anche sul sito AIS Lombardia
Ciao
GB
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