La storia del vino parte da Israele
Israele e Libano sono state
le prime zone dove si è sviluppata la viticoltura sulla Terra, quando in Europa
forse si beveva solo birra. L’uso dell’anfora, oggi in grande spolvero, li era
già una prassi più di seimila anni fa. I libanesi sono stati da sempre grandi
commercianti e portarono la vite sulle coste del Mediterraneo, da qui nacque la
diffusione di questa pianta in gran parte del mondo.
Molto recentemente i
francesi hanno riscoperto queste terre e le loro potenzialità, si sta
affermando una grande produzione di qualità nella valle della Beqà e
sull’altopiano del Golan. Attualmente in Israele ci sono enologi di alto
livello che eseguono anche consulenze all’estero. Trentacinque sono le aziende
produttrici di vino, affiancate da circa duecento boutique garagiste, numeri di
tutto rilievo che permettono rilevanti esportazioni. Anche se in questo periodo
storico il commercio è molto difficile in queste zone.
Il Rabbino capo della
comunità ebraica di Milano, grande oratore e dispensatore di perle di saggezza,
dice: “non c’è gioia se non nel vino”. Frase che fa capire come è presente
questo prodotto nella sua religione. “Abbiamo un corpo, abbiamo bisogno di
unire cielo e terra, spirito e materia, tutta la tradizione ebraica si basa su
questo e ha bisogno anche del vino per unire terra e cielo”, con queste parole
salutiamo il Rabbino e iniziano, incuriositi, la degustazione di sei vini che
si presentano molto diversi tra loro:
Dalton Sauvignon Blanc Fumé, vino prodotto in alta Galilea, su terreni vulcanici, sabbiosi e con una
rilevante componente di terra rossa, buona struttura drenante del sotto suolo.
Colore scarico verdolino, limpido e abbastanza consistente. Al naso frutta
tropicale, mela cotogna e chicchi di caffè tostati. In bocca note fumé con un
finale amaro, secco e asciutto.
Barkan Reserve Chardonnay, zona in prossimità di Gerusalemme, terreni calcareo ghiaiosi. Colore
giallo paglierino scarico, limpido e di buona struttura. Al naso frutta gialla
matura, pesca e banana, fiori bianchi freschi. In bocca è secco e persistente,
con una nota a amara e bruciacchiata.
Dalton Reserve Cabernet Sauvignon 2012, zona del sud, chiamata Negev, clima semi arido. Colore rosso rubino
carico quasi impenetrabile. Naso con fiori rossi, pepe verde, frutta matura
piccola. Sentori dati dal legno utilizzato per le botti. In bocca il tannino è
rotondo con poca acidità e persistenza, note erbacee e di pipa spenta.
Barkan Special Reserve Pinotage, area produttiva Lachish e vitigno tipicamente sud africano, danno
questo vino che riposa diciotto mesi in barrique di rovere americano. Colore
rosso rubino, consistente. Al naso frutta rossa matura in confettura,
cioccolato alla menta e pepe bianco. In bocca soprattutto acidità, poi ribes e
spezie.
Barkan Special Reserve Shiraz 2011, vino prodotto sulle alture del Golan e sulle colline vicino alla città
di Gerusalemme. Colore rosso rubino non troppo carico, naso con una marcata
frutta rossa matura e poche spezie a contorno. In bocca acidità e tannino
levigato, abbastanza persistente.
Yyarden Icewine Gewurztraminer, bellissimo colore giallo oro carico, per questo particolare vino
ottenuto sulle alture del Golan. Limpido e molto consistente nel bevante. Al
naso molte note dolci, frutta disidratata e miele, sentori tropicali. In bocca
è caldo e persistente, acido e morbido, netta l’albicocca e la frutta candita.
Una degustazione che amplia
la visuale sul mondo del vino.
Ciao
GB
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