I grandi rossi di Montevetrano
Una donna
del vino che crede nel suo prodotto, comunicandolo in giro per il mondo, questo
e altro è Silvia Imparato, presente in sala per raccontarci la sua vita e l'azienda vitivinicola.
E' stato un progetto nato per caso, grazie ai contatti avuti durante il suo precedente
lavoro di fotografa a Roma, cinque anni che sono diventati una scuola del vino,
serate che diventavano notti a parlare di vino, in locali e con
atmosfere del boom economico italiano.
Silvia Imparato è una donna tenace che ha creduto in questa avventura , sfruttando la proprietà dei nonni in provincia di Salerno e grazie alla squadra di amici che l’hanno aiutata e supportata. Riccardo Cotarella, oggi famosissimo, gli fu presentato dal fratello, così nacque il Montevetrano. Un vino che sa della terra dove viene prodotto, oggi un vino mito. Dopo l’articolo di Robert Parker che lo definì il Sassicaia del sud, la ridotta produzione e la politica sui prezzi ci ha permesso di avere il Montevetrano fino ad oggi.
Silvia Imparato è una donna tenace che ha creduto in questa avventura , sfruttando la proprietà dei nonni in provincia di Salerno e grazie alla squadra di amici che l’hanno aiutata e supportata. Riccardo Cotarella, oggi famosissimo, gli fu presentato dal fratello, così nacque il Montevetrano. Un vino che sa della terra dove viene prodotto, oggi un vino mito. Dopo l’articolo di Robert Parker che lo definì il Sassicaia del sud, la ridotta produzione e la politica sui prezzi ci ha permesso di avere il Montevetrano fino ad oggi.
Da poco
tempo la Cooperativa guidata da Cotarella conferisce le uve di aglianico per
produrre una nuova linea, il Core, la cui etichetta è stata disegnata
dalla figlia di Silvia Imparato.
I vitigni
che compongono il Montevetrano, per molti anni unico vino dell’azienda sono:
aglianico 30% - 35%, cabernet sauvignon 50% e merlot 15% - 20%, quest’ultimo
impiegato in maniera inferiore negli ultimi anni, per una diminuzione
dell’espressione dei profumi, forse a causa del riscaldamento climatico.
Montevetrano 2002, caratteristiche sottili in
evoluzione, colore che vira verso il rosso granato ma ancora brillante. Al naso
una nota erbacea e tabacco, tutto accompagnato dal mirtillo. Una nota etera e
affumicata con una parte mentolata. In bocca entra fluido con un tannino
morbido e piacevole.
Montevetrano 2005, un’annata che era piaciuta molto
alle donne quando è uscita nel mercato, un tono balsamico risultato di
un’annata elegante. Colore granato solo sull’unghia, al naso nette le parti
fruttate e floreali. Tabacco verde, pepe nero, note di sotto bosco e caffè.
Tannino ancora deciso e vigoroso.
Montevetrano 2009, una netta nota vegetale accompagnata
da sentori di mirto in foglia e bacca, sentori mentolati e speziati, sottile
frutta sotto spirito. Ritorni accennati di liquore al caffè e tabacco,
liquirizia in bastoncino e spezie aromatiche come il rosmarino.
Montevetrano 2010, un colore rubino intenso con una
leggera trasparenza che gli da eleganza. Al naso evidenti le parti floreali, la
frutta matura, ciliegia, marasca mora e mirtillo. In bocca è immediato ed
elegante, equilibrato senza parti spigolose.
Montevetrano 2011, questo millesimo coincide con i 20
anni dell’azienda, colore rosso rubino, le parti fruttate sono in evidenza
accompagnate da note speziate, liquirizia e ciliegia nera. Un vino con una
muscolarità, un’esuberanza giovanile accompagnata dalla tannicità e dalla
sapidità.
Core 2012, una nuova possibilità oltre al
Montevetrano, aglianico 100%, un vino di grande qualità ad un costo ridotto.
Colore rosso rubino consistente, al naso soprattutto frutta rossa, speziature
dolci, pepe e cannella. Tannino evidente che asciuga e invita alla beva.
Un’azienda che ha dato smalto al sud d’Italia, il
territorio ha inciso tanto su questo prodotto. Il cabernet al sud poche aziende
lo producono. Una serata magica piena di energia portataci a Milano da Silvia
Imparato.
Ciao
GB
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