Quando il formaggio di capra si abbina al vino
Evento in collaborazione tra AIS
Milano e ONAF, Organizzazione
Nazionale Assaggiatori di Formaggio, per una degustazione di formaggi di capra,
premiati durante la decima edizione del concorso milanese "All'ombra della Madonnina" in
abbinamento a vini, presentati da Luisito
Perazzo.
Beppe Casolo,
vicepresidente ONAF, ci ha
introdotto nel mondo dei pregi nutritivi del latte di capra, prodotto digeribile
e ben tollerato anche da soggetti allergici al latte vaccino, ricco di acidi
grassi e vitamine. Il latte cambia di stagione in stagione, perché l'erba
subisce la rugiada in primavera, il sole d'estate, la pioggia in autunno e la
neve d’inverno. Di conseguenza il prodotto finale ne è influenzato.
Ci viene insegnato che il formaggio si degusta anche con le mani, perché le
sensazioni tattili sono importanti per capire, attraverso le dita dobbiamo
ritrovare l'erba, il fieno, il bosco e la capra.
Il primo formaggio proposto è un caprino fresco de La Peta, Azienda Agricola in Val Serina (BG) è stato
prodotto soltanto tre giorni prima della nostra degustazione, acido e
consistente, con piccoli grumi che subito si sciolgono, è fresco, molle e mantiene
la sua umidità, con un leggero sentore animale. Il caprino fresco è difficile
da abbinare. Luisito Perazzo ci
propone Capitel Foscarino Anselmi
2013, garganega e chardonnay, un vino veronese che ha la giusta
morbidezza per compensare l'acidità del formaggio. Il vino deterge la bocca con
note di mela, è fine e concorda al naso sentori di agrumi, secco e morbido,
sapido e minerale. Un finale con ritorno di mineralità.
Il secondo formaggio è una formaggella del Luinese Dop, dell'Azienda Agricola La Motta (Va), con
una stagionatura di 40 giorni, la crosta si presenta elastica e ben pulita. Al
naso sentiamo il latte e le sensazioni olfattive di burro sciolto. Più dolce
rispetto al precedente, ha tuttavia un finale lievemente amarognolo. Note
animali abbastanza presenti. In abbinamento un Kuentz Bas Pinot Gris Alsace 2012, naso dolce, tendente
al melone e all'ananas maturo. Un’abbinamento abbastanza armonico.
Il terzo formaggio è un tronchetto alla cenere dell’ Azienda Agricola il Boscasso nell'Oltrepò Pavese,
stagionatura di circa 35 giorni. Il formaggio viene salato in superficie e
spolverato con carbone vegetale, che abbassa l'acidità. Quasi burroso, avvolgente,
con un’importante presenza aromatica. Sotto crosta molto sciolto, la parte
centrale invece è gessosa, solubilità totale al palato. Il vino che lo
accompagna è un Petite Arvin Le
Cretes 2013, floreale e agrumato, con note esotiche. Al palato è
morbido e persistente, con un buon grado di salinità che bilancia l'avvolgenza
del formaggio.
Passiamo in Valcamonica con il quarto
formaggio un Frisel delle Frise,
caprino a pasta semicotta con 11 mesi di stagionatura. Tagliato e servito a
scaglia, struttura friabile, note lattiche di burro fuso sia al naso che in
bocca. Palato pulito e buona consistenza. Nel calice, un vino rosso, il Vergaio Rosso Piceno Superiore Villa
Pigna 2010, sangiovese e montepulciano, persistente al naso con un tannino
non aggressivo, viene comunque sovrastato dal formaggio, un vino con maggiore
struttura avrebbe reso l'abbinamento più armonico. Così proviamo anche un rosso
toscano, Anterivo Nottola 2008,
merlot e sangiovese, con struttura e persistenza maggiori. In bocca
l'abbinamento è valido, il tannino è più marcato ma non disturba.
L'ultimo formaggio è Saverio
l'Erborinato Serio di De Magi, prodotto nell'aretino, carattere forte e
deciso. L'erborinatura è di colore blu verde, la crosta è sottile. Le note
olfattive sono intense, sentori di fungo porcino e bosco umido. Questo
formaggio ha una lunghezza aromatica potente e calda. In abbinamento Castelnau Sauternes 2009 vino
muffato, con un naso dolce e sentori di albicocca, alla lunga il formaggio
emerge, sicuramente l’abbinamento ideale di questo formaggio andrebbe più verso
un vino liquoroso, tipo un marsala vergine.
Una bella serata e una bella esperienza d’abbinamento tra prodotti di
nicchia.
Ciao
GB
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