Alto Adige, cosa c’è oltre il gewurztraminer?

Nicola Bonera ci ha presentato la produzione vitivinicola dell’Alto Adige, con un occhio rivolto ai vini bianchi meno blasonati, cioè tralasciando il più famoso gewurztraminer.

L’Alto Adige possiede un territorio bello dal punto di vista naturalistico e una grande cultura del cibo, del vino e del ritrovarsi. In questa regione molti ristoranti stellati e molte feste di paese vedono una moltitudine di partecipanti, tutto a testimonianza dello spirito altoatesino.

Dal punto di vista del vino abbiamo un’unica DOC ma ogni valle identifica e impersona una realtà diversa. Con circa cinquemilatrecento ettari, l’Alto Adige incide solo per l’1% sul territorio nazionale vitato; secoli fa la vite era molto più coltivata e la zona era considerata un ottimo bacino produttivo, i cui vini viaggiavano soprattutto verso il centro dell’Europa. Le vigne sono piantate tra i duecento e i mille metri sul livello del mare, con l’impiego della pergola trentina come sistema d’allevamento per le vecchie coltivazioni, mentre per le nuove si usano il guyot e il cordone speronato. Molto sviluppata è inoltre  l’agricoltura integrata, nel pieno rispetto della natura; i costi produttivi su queste montagne sono elevati ma, per fortuna, il mercato accoglie bene tutti gli sforzi e accetta i prezzi delle bottiglie messe in commercio.

Il vento Ora, che arriva dal lago di Garda, e le imponenti catene dolomitiche proteggono le vigne e creano forti escursioni termiche che donano nel bevante una buona intensità olfattiva. Tutte le valli di questo ridotto territorio sono solcate da fiumi che hanno creato nei secoli diverse conformazioni di terreni, con prevalenza di rocce, quarzo e calcare.

Il territorio della Valle Isarco è cresciuto negli ultimi anni sia in qualità che in quantità,  e vi si producono spesso vini bianchi con un’aromaticità importante, prediligendo i passaggi in legno grande rispetto all’acciaio. La Val Venosta non è solo mele, ci sono ettari vitati a riesling e pinot bianco. A Merano, sicuramente conosciuta dagli amanti del vino per il festival che si svolge ogni mese di novembre, si coltiva in maniera predominante la schiava, dalla quale si ottengono vini delicati e leggeri. Nella Valle dell’Adige e a Terlano troviamo vini longevi ottenuti da pinot bianco, sauvignon e chardonnay. Il metodo classico altoatesino è prodotto in questa zona a Meltina, il paese delle bollicine. Bolzano e dintorni hanno ben settecento ettari vitati a bacca rossa di lagrein e schiava; qui troviamo la famosa vigna di Santa Maddalena.

Passiamo ora alle note di degustazione di Nicola Bonera, relative ai sette vini bianchi assaggiati, ottenuti da altrettanti vitigni.


Il pinot grigio è presente in quasi tutte le zone della regione; per molte aziende non rappresenta quasi mai il top di gamma ma caratteristici sono i sentori di frutta matura e di fiori freschi.
Porer - Alois Lageder 2013 pinot grigio
viti abbastanza giovani in coltivazione biodinamica per un’annata un po’ umida, affinamento per il 20% in acciaio e il resto in legno. Al naso mandorla, confetto e frutta bianca, pulito e fine, un vino statico quasi poco complesso ma intenso. In bocca, come al naso, non si nota il legno, ma sentori di frutta acquosa e melone, equilibrio e bilanciatura, con un bel finale. Persistenza durevole anche se non articolata.

Il riesling renano è molto presente in Valle Isarco e in Val Venosta, dona profumi di pera e agrumi ma non si arriva ai sentori d’idrocarburi, che caratterizzano il vitigno in terre straniere. Solo circa sessanta ettari vitati con questa tipologia vinicola.
Cantina Laimburg 2013 riesling
vitigno importante con grande acidità, vigneti siti a Merano e Bressanone. Al naso netto lo zafferano, appena minerale, molto forte il sentore di cedro e frutti rossi. In bocca un’acidità netta ma non pungente. Un ottimo prodotto in linea con le caratteristiche che può avere il riesling in Alto Adige. Sentori di spezie e qualche accenno balsamico, menta e lime. Finale molto piacevole e succoso.

Dall’incrocio tra il riesling e la schiava si è ottenuto il kerner, vitigno dal quale si producono vini dal colore chiaro, vigorosi e speziati, con sentori di noce moscata.
Praepositus - Abbazia di Novacella 2013 kerner
vino esotico, prodotto a Varna, appena fuori  Bressanone; netta al naso una nota pungente di spezie e tè alla pesca. Profumi inebrianti che guardano al gewurztraminer, morbidezza seguita dall’affumicato. Lungo in bocca con un impatto forse troppo precoce che non lascia spazio alla frutta. Vino con struttura importante senza zavorre pesanti, grande corpo e agilità.

In Valle Isarco è presente un altro vitigno, definito dai più "né carne né pesce", perché trova sempre chi lo supera: è il sylvaner, dotato di un carattere minerale ed evidenti profumi di erba falciata.
Cantina Garlider Valle Isarco 2012 sylvaner
azienda sita vicino a Chiusa, possiede quattro ettari vitati, lavora in regime di agricoltura biologica con uso di lieviti indigeni. Al naso sentori verdi, crudi e grezzi. Vino roccioso quasi monolitico. Pochi giri nel bevante lo svegliano e sprigionano ricordi marini. In bocca è balsamico con erbe gentili tra il dolce e l’amaro, netti il rosmarino e la salvia.

Altro vitigno che evoca l’Europa centrale è il veltliner, grande uva neutra, con sentori fruttati e la pungenza del pepe in evoluzione. Gli ettari vitati sono veramente pochi, non si arriva ai trenta.
Cantina Garlider 2012 grüner veltliner
un bel colore giallo dorato intenso. Al naso non dà molto ma al palato ricorda quasi un prodotto austriaco. Chiuso, sulfureo e ridotto. In bocca non ha la ricchezza del kerner ma una bella sensazione di pepe e spezie. Il piatto proposto in abbinamento è composto generalmente di carne bianca neutra. Durante un secondo passaggio in bocca si addolcisce, virando verso sentori di mais.

Nella bassa altesina e nella conca di Bolzano è molto presente il sauvignon, ottima uva da pasto, dalla quale si ottengono vini con sentori di pompelmo e sambuco; si realizzano inoltre prodotti interessanti in assemblaggio con altre uve.
Puntay - Cantina Erste + Neue 2012 sauvignon
vino piacevole al naso: felce, ortica e frutta esotica, un mango maturo che ricorda la resina di pino. Un vino che guarda alla Nuova Zelanda. Naso pulito ed elegante, piuttosto complesso. In bocca è piacevole con un tocco lieve vegetale, lungo con un finale dove esce l’alcol, profumo elegante e non aggressivo.

Pinot bianco è il re dei vitigni altoatesini, coltivato in tutta la regione tranne che in Valle Isarco, è spesso soggetto a passaggi in legno e regala profumi neutri di mela, con un’acidità vivace. Pianta semplice che sta vivendo, negli ultimi anni, una seconda primavera.
Riserva Klaser - Tenuta Niklaserhof 2011 pinot bianco
forse è il primo vino degustato questa sera nel quale si percepisce il legno. L’età delle viti, coltivate a cordone speronato, si aggira attorno ai trentacinque anni. Vino di colore dorato carico, in bocca prevale la frutta gialla quasi come uno chardonnay; buon prodotto con delicati sentori classici del vitigno. In bocca entra molto saporito con una persistenza media, presenza della vaniglia in un'espressione cremosa.

Una grande serata che ci ha avvicinato ad alcuni vitigni a bacca bianca coltivati in Alto Adige. Abbiamo scoperto un kerner di gran classe e un sauvignon che si è espresso benissimo sia al naso che al palato; Nicola Bonera ci ha condotto alla scoperta di queste vallate e delle montagne più belle del mondo, patrimonio dell’umanità UNESCO, dove si producono grandi vini.


Ciao
GB

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