Castello Banfi
Azienda leader a livello mondiale, Castello Banfi esegue
circa 300 eventi l’anno in giro per il mondo. Questa volta è a Milano con Rudy
Buratti, enologo e Rodolfo Marelli, direttore marketing. Realtà nata nel 1978,
sita in un territorio fantastico quello di Montalcino, culla della cultura del
vino sin dal tempo degli Etruschi.
Terroir, vitigno e mercato, sono le tre parole che
identificano Castello Banfi e il Brunello di Montalcino, vino salito alla
ribalta della stampa internazionale solo nel 1995.
Nel 1980 è arrivata la DOCG con la conseguente crescita dei
soci del consorzio e l’aumento degli ettari vitati. Collocata tra i fiumi Orcia
ed Ombrone, la tenuta Castello Banfi si estende sul versante sud occidentale
del comune di Montalcino, proprio dove sono ubicate le aziende più storiche. I
numeri sono impressionanti: 2830 ettari di proprietà composti da 29 differenti
terreni e 850 ettari di vigneto continuo di cui 200 a sangiovese.
La tecnica è una delle basi dell’enologia moderna, oggi Castello
Banfi è alla trentesima vendemmia, una certa esperienza è stata maturata,
zonazione e studio del vitigno sono stati gli elementi per arrivare ai
risultati odierni. Lo sforzo è stato volto all'ottenimento di alti valori
qualitativi. Gli studi sulle barbatelle sono iniziati nel 1982 con un numero
enorme di varietà, ora i cloni usati sono tre: Janus 50, Janus 10 e BF30, tipologie
che producono poco. Grande organizzazione dettata dai grandi numeri, le vinificazioni
vengono eseguite separatamente per ogni vigneto con l’intento di avere in
cantina le caratteristiche separate di ogni uva. Il tempo e il legno
trasformano il Brunello di Montalcino da vino tannico e acido in vino di alto
livello. Il rovere è francese, l’acquisto è in pianta con il vantaggio della tracciabilità
del prodotto. La stagionatura viene eseguita in Italia proprio a Montalcino.
Poggio alle Mura, castello di proprietà della
famiglia Mariani dal 1983 che, con un attento restauro, lo ha riportato agli
antichi splendori facendone uno straordinario centro di accoglienza della
tenuta Castello Banfi. Il nome identifica anche una linea produttiva
dell’azienda, con una data importante il 1997, prima vendemmia per il Brunello
di Montalcino, combinazione magistrale della tradizione e dell’innovazione, potenza
ed eleganza.
Brunello Di
Montalcino DOCG 1998, annata caratterizzata da un’estate siccitosa,
colore stabilizzato dal legno. Vino maturo non molto fruttato, sentori speziati
e terziari, vino snello, poco tannico e fresco.
Brunello Di Montalcino DOCG 1999, colore cupo, sentori intensi di frutta rossa, annata da manuale vitivinicolo, tutte le stagioni sono state perfette per una corretta maturazione della vite. Finale lungo e asciutto, impatto pieno al palato.
Brunello Di Montalcino DOCG 2001, una forte gelata primaverile ha ridotto notevolmente la produzione. Al naso carattere speziato e affumicato. Un fondo vegetale terroso. In bocca è pungente con tannini rustici. Vino classico, tradizionale, con capacità di evoluzione.
Brunello Di Montalcino DOCG 2004, estate fresca con elevate escursioni termiche tra giorno e notte. Naso dolce del frutto concentrato, sentori vanigliati e di incenso, vino non molto complesso. Prodotto che avvolge la bocca con la sua pienezza, tannicità ancora forte, molta struttura e lunghezza.
Brunello Di Montalcino DOCG 2008, primavera regolare con una vendemmia ottimale, posticipata di due settimane. Vino elegante e diretto al naso. Fruttato dolce e floreale, spezie nere dolci, l’essenza del frutto. In bocca è morbido e tannico, molto equilibrato. Vino prossimo ad essere messo in commercio, dopo il Vinitaly di aprile.
Brunello Di Montalcino DOCG Riserva 2007, un anno in più in cantina, vino figlio di una vigna con potenzialità d’invecchiamento. Annata eccezionale per l’uscita di questa riserva. Vino che ha inaugurato la nuova area di vinificazione “horizon”. Al naso una quantità enorme di frutta con una parte alcolica. Naso ricco con una tannicità piena e giovane, persistenza piena.
Brunello Di Montalcino DOCG 1999, colore cupo, sentori intensi di frutta rossa, annata da manuale vitivinicolo, tutte le stagioni sono state perfette per una corretta maturazione della vite. Finale lungo e asciutto, impatto pieno al palato.
Brunello Di Montalcino DOCG 2001, una forte gelata primaverile ha ridotto notevolmente la produzione. Al naso carattere speziato e affumicato. Un fondo vegetale terroso. In bocca è pungente con tannini rustici. Vino classico, tradizionale, con capacità di evoluzione.
Brunello Di Montalcino DOCG 2004, estate fresca con elevate escursioni termiche tra giorno e notte. Naso dolce del frutto concentrato, sentori vanigliati e di incenso, vino non molto complesso. Prodotto che avvolge la bocca con la sua pienezza, tannicità ancora forte, molta struttura e lunghezza.
Brunello Di Montalcino DOCG 2008, primavera regolare con una vendemmia ottimale, posticipata di due settimane. Vino elegante e diretto al naso. Fruttato dolce e floreale, spezie nere dolci, l’essenza del frutto. In bocca è morbido e tannico, molto equilibrato. Vino prossimo ad essere messo in commercio, dopo il Vinitaly di aprile.
Brunello Di Montalcino DOCG Riserva 2007, un anno in più in cantina, vino figlio di una vigna con potenzialità d’invecchiamento. Annata eccezionale per l’uscita di questa riserva. Vino che ha inaugurato la nuova area di vinificazione “horizon”. Al naso una quantità enorme di frutta con una parte alcolica. Naso ricco con una tannicità piena e giovane, persistenza piena.
Poggio all’Oro, questa è la linea produttiva più importante di Castello Banfi, vini ottenuti da un’unica vigna, caratterizzata da un microclima particolarmente favorevole.
Brunello Di
Montalcino DOCG Riserva 1990, annata uscita nel 1995. Naso molto
balsamico, mentolato, erbe aromatiche secche, spezia esotica, complessità
elegante. In bocca è sapido, asciutto, lungo, si affievolisce garbatamente.
Brunello Di Montalcino DOCG Riserva 1995, vendemmia ottimale grazie alle condizioni climatiche. Al naso è fruttato, sciroppato con intensità sotto spirito. Vino pieno, potente e ricco. In bocca è dolce e morbido. Vino un po’ impegnativo.
Brunello Di Montalcino DOCG Riserva 1997, annata con rese basse e ottima maturazione, naso di frutta concentrata e cotta, particolare sentore di armadio chiuso. Manca la complessità balsamica dei precedenti vini. In bocca la tannicità non è importante.
Brunello Di Montalcino DOCG Riserva 2004, maturazione dell’uva graduale ed equilibrata. Vino croccante e vinoso, un invecchiamento lento. Naso aperto, speziato, compiuto ed erbaceo. In bocca è lungo, tannino irruento senza componente dolce.
Brunello Di Montalcino DOCG Riserva 2007, stagione precoce, vendemmia anticipata di circa una settimana. Vino elegante con grande garbo. Al naso sentori di frutta e spezie. In bocca il tannino è presente e persistente, senza arrivare ad essere aggressivo.
Brunello Di Montalcino DOCG Riserva 1995, vendemmia ottimale grazie alle condizioni climatiche. Al naso è fruttato, sciroppato con intensità sotto spirito. Vino pieno, potente e ricco. In bocca è dolce e morbido. Vino un po’ impegnativo.
Brunello Di Montalcino DOCG Riserva 1997, annata con rese basse e ottima maturazione, naso di frutta concentrata e cotta, particolare sentore di armadio chiuso. Manca la complessità balsamica dei precedenti vini. In bocca la tannicità non è importante.
Brunello Di Montalcino DOCG Riserva 2004, maturazione dell’uva graduale ed equilibrata. Vino croccante e vinoso, un invecchiamento lento. Naso aperto, speziato, compiuto ed erbaceo. In bocca è lungo, tannino irruento senza componente dolce.
Brunello Di Montalcino DOCG Riserva 2007, stagione precoce, vendemmia anticipata di circa una settimana. Vino elegante con grande garbo. Al naso sentori di frutta e spezie. In bocca il tannino è presente e persistente, senza arrivare ad essere aggressivo.
Le due linee produttive sopra descritte hanno due grandi
diversità, il Poggio alle Mura ha una propensione verso l’ingresso al naso e in
bocca, mentre Poggio all’Oro si scopre poco a poco.
Questi vini sono rappresentanti di un territorio che si
antepone a tutto, forse anche al nome dell’azienda. Nicola Bonera ci ha seguito
in questa degustazione, due verticali proposte dalle annate più vecchie verso
le più giovani, per farci apprezzare l’evoluzione del vino e della filiera
produttiva. Un filo conduttore comune sulla qualità, per arrivare a prodotti simboli
e bandiera dell’italianità. Undici vini di grandi annate, un cuore che porta
avanti il territorio.
Ciao
GB
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