Il Brunello di Montalcino

Il Brunello di Montalcino nasce e vive nel cuore verde della Toscana, il suo territorio è delimitato da quattro corsi d’acqua: Arbia, Ombrone, Orcia e Asso. A dimostrazione che la natura più dell’uomo ha determinato questa terra d’eccellenza, per la produzione del vino italiano, più famoso al mondo. Il vitigno è un sangiovese tutto collinare che è piantato tra boschi e uliveti.

Il moscadello fu il primo vino prodotto in queste terre, bianco, brioso e leggero, tutto l’opposto del Brunello di Montalcino, la cui etimologia nacque nel 1842 da Vincenzo Chiarini, abate e non produttore.

Il padre indiscusso del brunello è però Clemente Santi, farmacista. Suo nipote Ferruccio riusci a dare un collocamento commerciale a questo vino nel mondo, scontrandosi con i vini di Bordeaux, presentati all’EXPO di Parigi. Si ebbe così il primo grande vino toscano creato con modernità, praticando una selezione massale delle piante.

Altro personaggio che ha legato il suo nome a questo vino è Biondi Santi, che durante la distruzione dei vigneti da parte della fillossera, fondò una cantina sociale, per far rimanere sul territorio i produttori e per continuare a produrre. La sua Riserva del 1955 è stato l’unico vino italiano menzionato dalla rivista Wine Spectator facente parte dei “dodici apostoli” del novecento.

La DOC arrivò nel 1966 e un anno dopo nacque il Consorzio del vino Brunello di Montalcino composto da venticinque soci. Il 1978 fu una grande annata, vide la nascita l’azienda Banfi, che creò il mercato di questo vino, consolidandone la crescita. Il Brunello di Montalcino del 1980 ha ottenuto la DOCG.

La collina a panettone di Montalcino si può dividere in quattro zone:

Nord-Ovest, caratterizzata dalle crete senesi, dove troviamo anche il tartufo, terreno fertile e ricco.

Ovest, terra grossolana con argilla e galestro, che donano ai vini sapidità.

Sud-Est, zona fresca, composta da calcare e argilla, altitudini più elevate per i vigneti, si ottengono vini longevi e importanti.

Sud-Ovest, zona calda, popolata e con vigneti rinnovati, qui sono presenti grandi aziende, il terreno è composto da depositi alluvionali, le pioggie sono rare, le diverse annate marcano moltissimo il vino.

La vendemmia tra una zona e l’altra si differenzia anche di cinque giorni, a dimostrazione della diversità territoriale che bisogna sicuramente andare a ritrovare durante un’attenta degustazione. Per fare ciò bisogna però attendere almeno cinquanta mesi, un lungo periodo che farà trovare nel calice un Brunello ancora giovane.

Passiamo alla degustazione di dodici vini:


Brunello di Montalcino – cantina di Montalcino 2010, vino ottenuto da uve di diversi conferitori, si usano botti di rovere di Slavonia per almeno due anni, dai quindici ai venti giorni di macerazione sulle bucce. Vino giovanile con un naso floreale, il frutto è secondario, poi arrivano  le note ematiche e le spezie. In bocca è sottile, il tannino si presenta un po’ ruvido, un finale di note balsamiche.

Brunello di Montalcino – Bottega 2010, macerazione per tre settimane in acciaio, minimo due anni in botti grandi di rovere. Un colore più carico del precedente. Un naso caldo, dominato dalla frutta quasi macerata, speziature dolce non invasive. In bocca ha un ingresso forte e presente a discapito della durata, vino di grandissimo equilibrio.

Brunello di Montalcino – Capanna 2008, annata calda, colore luminoso per questo vino che fa molto legno. Note agrumate, prugna essicata, tabacco e cuoio, sigaro toscano e selvaggina. In bocca il tannino è vigoroso, fine e centrale. Chiusura abbastanza balsamica.

Brunello di Montalcino – Sasso di Sole 2010, azienda sita nell’estremo Nord-Est a 300 mt slm. il vino passa dodici mesi in acciaio e trentasei in botti da trentacinque ettolitri. Colore cupo, naso ferroso, vino matelico in piena simbiosi con la sua terra. Note di caffè e carne. In bocca il tannino è rotondo, profumi di sovra maturazione delle uve in pianta.

Brunello di Montalcino – Barbi 2010, azienda storica con quasi ventisei ettari vitati. Il vino esegue la malolattica in legno, un prodotto tradizionale per eccellenza. Al naso grande frutto, ribes e ciliegia, la speziatura arriva dopo. In bocca abbiamo un’acidità che rafforza il tannino. Un vino con una grande durata nel tempo.

Brunello di Montalcino – Camigliano 2010, terreni argillosi, venti giorni di macerazione, ventiquattro mesi in botti grandi di rovere e altrettanti in acciaio. Al naso netto il peperone, in bocca è morbido e affabile, poche note astringenti, un finale in crescita con un frutto potente.

Brunello di Montalcino – Fanti 2010, azienda familiare da settanta anni, cinquanta ettari di vigneto e cento di uliveto. Si esegue macerazione in acciaio per venticinque giorni, stile produttivo moderno ed internazionale. Utilizzo del legno piccolo importante. Al naso grande espressività del frutto, potenza e struttura, in bocca pienezza e grande intensità. Tannino strabiliante.

Brunello di Montalcino – Castello di Velona 2010, ultima appendice verso l’Orcia, cinque ettari di vigneto, vinificazione in legno con tini tronco conici. Al naso potenza e grande intensità, frutta cotta in confettura. Dinamica speziatura, anice stellato e peperoncino. Vino lungo con una chiusura di tabacco in bocca.

Brunello di Montalcino – Le Macioche 2008, fermentazione in tini di legno con lieviti autoctoni, affinamento per tre anni in botti da quaranta ettolitri. Leggerissima sensazione di arancia candita, in generale un frutto evoluto. Leggiadria di un sangiovese borgognone, sottile ed elegante, legno discreto. In bocca il tannino è in un perfetto equilibrio.

Brunello di Montalcino – Fattoi 2010, terreno composto da sabbia e argilla, fermentazione in vasche di acciaio inox. Vino cupo con grande concentrazione e forza. Al naso note di frutta scura e agrumi. Un vino che ha bisogno ancora di tempo in bottiglia per narrare una grande storia. Pieno e potente.

Brunello di Montalcino – Banfi 2010, azienda che ha eseguito grandi studi sulla mappatura, sui cloni e sui terreni. Oggi utilizza un’avveniristica metodologia produttiva in cantina denominata Horizon, utilizzando tini in legno che permettono il controllo della temperatura come se fossero contenitori d’acciaio. Vino con profumi dolci e freschi del frutto. Gusto molto piacevole ed equilibrato, tannini integrati con una grande morbidezza.

Brunello di Montalcino – Col d’Orcia – Poggio al Vento Riserva 2008, vigna storica sita a Sant’Angelo, sotto le mura del paese. Impianto del 1974 con prima vendemmia nel 1982, viticoltura biologica, si esegue la malolattica in cemento. Colore dato da una grande vigna, al naso approccio di caramelle gelè al lampone. Speziatura perfetta e balsamicità al punto giusto. Sentori di terra tra il sabbioso e il polveroso. Chiodo di garofano e tabacco dolce. In bocca una poesia e una bevibilità estrema.

“grande felicità negli uomini dove ci sono i vini buoni” cit. Leonardo da Vinci, un toscano che ha vissuto molto a Milano.

Ciao
GB

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