Bordeaux e oltre


Una serata dedicata ai vini di Bordeaux, per approfondire il mito della regione vinicola più estesa di Francia. Un gigante sia per fama che storia, un colosso produttivo da oltre cinque milioni di ettolitri l’anno.

Bordeaux, grazie alla sua vasta superficie, vanta varie conformazioni di terreno, mentre il clima è un elemento fisso catalogato come temperato oceanico.

I vitigni qui coltivati sono presenti in tutto il mondo ma, in queste terre bagnate dalla Gironda, il “taglio bordolese” porta a ottenere longevità, eleganza e leadership commerciale. Sulla riva sinistra del grande fiume, i filari sono coltivati su un terreno composto in maggioranza da ghiaia, con un’esposizione volta a sud-est. Sulla sponda destra prevalgono argilla e calcare, con un orientamento sud-ovest.

Già durante la seconda metà del 1600 Arnaud de Pontac è il personaggio che comincia a dare lustro alle terre bordolesi, anche grazie al suo meraviglio Chateau Haut-Brion. Tra le sue imprese ricordiamo l’inizio del commercio verso l’Inghilterra che sfrutta l’appoggio di ricchi mercanti, bramosi e arrivisti.

Le tragiche aggressioni di oidio, filossera e peronospera colpiscono i vigneti tra il 1853 e il 1893, quaranta anni che mettono in ginocchio la produzione di vino a Bordeaux. Il rilancio si ha solo all’inizio del secolo successivo, ma la grande crisi e le due guerre mondiali, non aiutano di certo una fulgida ripresa Per assistere al grande risveglio dei vini di Bordeaux si deve perciò aspettare gli anni ’80.

I vitigni coltivati e impiegati per i grandi vini di Bordeaux sono vari. Per le uve a bacca rossa si hanno merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc, petit verdot e malbec mentre i vitigni a bacca bianca sono semillon, sauvignon blanc, muscadelle, colombard, chenin blanc, merlot blanc e ugni blanc.

Il vasto territorio di Bordeaux è ovviamente diviso in aree che hanno nomi prestigiosi e rievocano grandi vini: il Médoc e l’Haut-Médoc, hanno sette menzioni tra cui Margaux, dove l’eleganza è fatta a vino e Pauillac, che dona prodotti dal colore marcato e tannini che richiedono tempo per essere apprezzati. Le Graves, regione adagiata per sessanta chilometri sulla sponda sinistra della Gironda, zona dove si producono vini rossi più immediati. Sauternes e Barsac, sono invece eccezionali territori per la botrite: qui infatti vengono prodotti i più famosi vini ottenuti da muffa nobile al mondo, uno su tutti lo Chateau d'Yquem. Piuttosto lontano dall'estuario della Gironda, troviamo Saint Emilion, annidato nel centro di uno dei vigneti più prestigiosi del bordolese e denominazione iscritta al patrimonio mondiale dell’UNESCO. Infine Pomerol, una piccola denominazione sita a ovest di St. Emilion, patria del merlot, che ospita Château Petrus che non ha certo bisogno di presentazioni.

La lista dei comuni e degli château è ancora lunga, ma passiamo alla degustazione di sei vini, scelti e proposti da Luisito Perazzo, Miglior Sommelier d’Italia 2005.


Château Doisy-Daëne - Gran Vin Sec Bordeaux Blanc AOC 2015 - Pierre & Denis Dubourdieu: sauvignon blanc 100% allevato su terreni calcareo argillosi con presenza di terra rossa. Colore giallo paglierino luminoso, al naso leggera nota di legno e vaniglia. Con il tempo, scaldandosi nel calice, escono pesca bianca e agrumi. In bocca vino di medio corpo, freschezza e sapidità.

Château Gazin Pomerol AOC 1976: merlot almeno 90%, colore che annuncia l’evoluzione del prodotto, vino orientato verso la finezza del profumo. Naso invaso da sentori di funghi e sottobosco, camino acceso e tartufo. In bocca entra gentile, fresco e delicato. Tannino evoluto accompagnato da note amaricanti. Complesso e armonico.

Château Lafon-Rochet Saint- Estephe AOC 2000: cabernet sauvignon 55%, merlot 40% e cabernet franc 5%. Prodotto su terreni ghiaiosi e ciottolosi, di colore rubino compatto con riflessi granati. Sentori di piccola frutta rossa matura, sottobosco e funghi. Evidente tabacco, cuoio e pepe. In bocca è ricco e potente, tannino abbondante e ancora in evoluzione, polveroso e croccante.
 
Château Chasse Spleen Moulis-en-Médoc AOC 2005 (magnum): cabernet sauvignon 73%, merlot 20% e petit verdot 7%. Colore che non fa trasparire l’evoluzione del vino, naso fruttato e floreale, fresco e giovane. Ricordi di menta e caffè lavato, resina di pino. Vino preciso, sincero e fiero. In bocca entra ricco, ampio e potente. Tannino in sintonia con la freschezza e la sapidità. Frutto integro e croccante, persistente.

Château La Lagune Haut-Médoc AOC 2009: 60% merlot, 30% e petit verdot 10% coltivati in terreni ghiaiosi e argillosi. Colore concentrato, ricco e impenetrabile. Naso intenso e austero, grande estrazione dalle uve. Sentori di more, mirtillo e prugne cotte. Chiuso dal punto di vista aromatico ma elegante. In bocca è scuro e sferico, acido con una bella presenza tannica.

Château Lascombes Margaux AOC 2009: cabernet sauvignon 48%, merlot 48% e petit verdot 4%. Ricca materia colorante, naso intenso con presenza di cioccolato, menta e legno di cedro. In bocca secco e caldo, giustamente tannico. Di corpo e struttura, vino eccellente, pronto, dinamico e fedele a se stesso.

Indimenticabile serata e grandi prodotti in degustazione, vini che ci hanno trasportato nelle magnifiche vigne di Bordeaux, anche grazie alle parole di Luisito Perazzo e alla sua trascinante passione.


Ciao
GB

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