La Grecia del vino

Il vino, nettare degli dei e la Grecia, nazione dove la cultura enologica è partita, sono un connubio che rievoca un popolo di grandi navigatori, commercianti e guerrieri. I greci hanno portato la vite in tutte le terre bagnate dal nostro mare, arrivando addirittura nei territori della ex Unione Sovietica.

Durante il lungo e prosperoso periodo di dominazione dell’impero ellenico, il vino ha avuto una connotazione, una conservazione, un gusto e una consumazione diversa rispetto a quanto noi siamo abituati. La storia è lunga e attraversa molte tappe prima di darci nel calice un vino come lo conosciamo noi.

Solo con i bizantini, prima potenza cristiana, il vino si è avvicinato alla cultura cattolica, subendo un successivo declino con l’invasione ottomana. Tutto ciò si riassume in un periodo buio per l’enologia greca, che vide una nuova luce solo nel 1981, con l’entrata della nazione nella comunità europea.

I vitigni e le zone produttive greche sono molteplici, come svariati sono i prodotti che ci troviamo nei calici. Guido Invernizzi ha cercato, durante una degustazione articolata, di dipanare i dubbi e di approfondire le conoscenze:


Amalia Brut Metodo Classico Az. Tselepos, 100% moschofilero, vitigno autoctono del Peloponneso. Colore giallo paglierino scarico con riflessi verdolini, perlage fine e abbastanza persistente. Al naso sentori di fiori secchi e frutta matura, fragrante e piacevole. In bocca entra acido e fresco. Prodotto corretto e pulito.

Restina Az. Tetramythos, vino aromatizzato con l’aggiunta di resina di pino, prodotto famosissimo e diffusissimo nell’antichità. 100% roditis coltivato a ben 750 mt slm, viene utilizzato solo il mosto fiore con pressatura soffice, passaggio in anfora di ceramica. La resina viene aggiunta all’inizio della fermentazione. Nota aromatica al naso, colore molto carico, giallo paglierino. Vino abbastanza strutturato con sentori balsamici, agrumi e frutta, fiori bianchi e sambuco. In bocca è secco, asciugante, lungo e persistente.

Santorini 2016 Az. Sigalas, assyrtiko 100% vinificato in bianco utilizzando tini a temperatura controllata, allevamento della vite a canestro, per combattere la siccità, su terreni ricchi di sali minerali e pietre laviche. Colore giallo paglierino, grande struttura, naso minerale, solare e mediterraneo, note di fiori e frutta secca. In bocca è sapido e secco.

Aspros Lagos 2016 Az. Douloufakis, vidiano 100% coltivato sull’isola di Creta, colore limpido giallo paglierino, al naso si evidenziano sentori di frutta matura, legno e spezie ben gestite. In bocca note tostate, persistente e completo.

Mavroudi 2012 Az. Tselepos, vino prodotto nella zona meridionale del Peloponneso, le uve sono state raccolte a mano e selezionate, successivamente hanno subito una criomacerazione. Colore rosso rubino che vira verso il granato. Naso composto da frutta rossa e matura, note di erbe officinali. In bocca abbiamo un tannino polveroso, acidità e freschezza. Persistente al palato.

Naoussa 2012 Az. Athina, xinomavro prodotto in Macedonia. Viti di almeno cinquanta anni, colore rosso rubino non troppo carico, naso particolarissimo, sentori di olive nere, barbabietola, sotto bosco e funghi. In bocca un tannino evidente e ricordi di liquirizia.

Nemea Riserva 2013 Az. Tselepos, agiorgitiko 100% coltivato nel nord est del Peloponneso, esegue venticinque giorni di macerazione e passaggio in barrique. Colore rubino carico e giovane, naso pieno di frutta rossa matura e sentori mediterranei, in bocca nette le spezie. Alcol ben gestito e un tannino levigato, vino completo.

Anthemis 2011 Az. Un. Cooperative Samos, moscato bianco, passaggio per cinque anni in botti di rovere. Colore ambrato e una struttura incredibile. Naso con note di uva passa, sigaro e tabacco. In bocca è ovviamente dolce, morbido e rotondo, un vino da bere fresco per non renderlo stucchevole.

Un grande viaggio verso la Grecia e molte delle sue isole, un territorio storico anche per la viticoltura. Una scoperta di prodotti unici, ottenuti in una terra piena di civiltà.

Ciao
GB

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