Brindiamo con il Barbacarlo ai 50 anni AIS

7 luglio 1965 - 7 luglio 2015

Dopo un banco e quattro degustazioni a tema, alle ore ventuno in punto è iniziato l'evento finale di una giornata memorabile: i cinquanta anni di AIS.


Un vero e proprio talk show di cui Samuel Cogliati è stato il moderatore.
Antonello Maietta, Presidente AIS Nazionale, ha preso per primo il microfono ed ha raccontato al pubblico in sala la fantastica operazione che sta compiendo l’Associazione, ovvero la conoscenza semplice ma professionale del mondo del vino, grazie alle delegazioni distribuite sul territorio nazionale che lavorano tutti i giorni con passione e serietà.
Fiorenzo Detti, Presidente di AIS Lombardia, da più di venticinque anni protagonista in primo piano sulla didattica e nella sommellerie, ha preso la parola per affermare che oggi sempre di più AIS riesce ad avvicinare le persone al mondo del vino, proponendosi come Associazione che forma e nel contempo cerca di crescere e guarda intorno per migliorare ancora. 

Non poteva mancare Jean Valenti, fondatore e tessera numero uno di AIS, che dall’alto della sua esperienza era profondamente emozionato nel vedere, dopo cinquant’anni, cosa è diventato ciò che lui, insieme a pochi altri, aveva creato. 

In questa serata di festeggiamenti abbiamo vissuto anche un momento riflessivo, durante il quale è stato presentato il risultato di un progetto realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, che ha supportato AIS negli ultimi mesi per analizzare i punti possibili di miglioramento didattico. Dai risultati ottenuti sul campo, è emerso che la metodologia formativa funziona, che il linguaggio è di forte identità e stimola la curiosità dell’aspirante sommelier. 

Dopo questo preambolo, sono state consegnate delle targhe commemorative, la prima delle quali è andata ad Antonella Ricciardi dell’Enoteca Ronchi, una vita per il vino; è stata quindi premiata Maida Mercuri del ristorante Pont de Ferr, una pietra miliare della ristorazione milanese. La terza targa - con incisa una famosa citazione del maestro: "Il vino è il canto della terra verso il cielo" - è stata destinata alla memoria di Luigi Veronelli e ritirata da Arturo Rota. La quarta è stata consegnata a Lino Maga, un personaggio unico. L’ultima è stata destinata al mondo del commercio del vino, in altre parole all’azienda Sarzi Amadè che dal 1966 lavora con la massima serietà. 

Sono poi saliti sul palco altri personaggi legati all’AIS: Arnaldo Marini, uno dei soci fondatori, che ha ottenuto anni fa l’Ambrogino d’oro per il suo impegno nel mondo del vino; Giuseppe Ferrari, altra tessera storica di AIS, droghiere che ha spinto molto la vendita delle grandi etichette e Carlo Conti, della delegazione AIS di Brescia, pimpante settantenne che ancora oggi si è offerto, con molta professionalità, per fare servizio durante il banco di degustazione. 

Dopo tutto ciò è arrivato, introdotto da Armando Castagno, il momento della degustazione verticale del Barbacarlo di Lino Maga, un vino che esprime la vocazione contadina che non si è piegata alla cultura moderna. Gianni Brera e Luigi Veronelli frequentavano assiduamente la cantina di Lino Maga a Broni e sono stati proprio loro a parlare per primi di questo vino, diffondendone la nomea ed esaltandone l’unicità. 

Lino Maga è il discendente di una famiglia di agricoltori, coltivatori di vigna dalla metà del 1800. Da allora le uve sono rimaste sempre le stesse: croatina in maggior percentuale, per la struttura, ughetta e uva rara per gli aromi e la barbera a conforto. La vinificazione avviene, ancora oggi, in botti di rovere vecchissime, ognuna delle quali dedicata a una persona a lui cara, senza controllo della temperatura. 

“Il vino deve maturare in bottiglia, non in legno” questo è il motto di casa Maga. L’imbottigliamento può portare con sé la naturale conseguenza di una rifermentazione in vetro, da qui la particolare carbonica presente in alcune bottiglie. 

Il Barbacarlo è un vino antico, espressione del luogo di produzione, influenzato dalle mutazioni climatiche di ogni anno. Un prodotto che segue la tradizione per arrivare a grandi risultati, un vino ricercato perché è una rarità genuina, uno dei prodotti della spontaneità lombarda con un gusto che sta bene con la cucina della nostra regione. 

Sono state proposte in degustazione cinque annate partendo dalla più giovane per andare incontro al vino invecchiato e allargare così la mente e non solo! Per ogni annata il produttore ci ha ricordato l’andamento climatico, con dei silenzi e dei ricordi apparentemente stanchi, narrati a fil di voce: 

Barbacarlo 2013, un vino fermo con notevole potenziale alcolico, totalmente asciutto e secco, una bocca potente in pieno equilibrio, una nota speziata accompagnata da sentori di frutta matura. 

Barbacarlo 2011, un vino con il profumo della terra e delle pietre da cui nasce, una vigna non facile da coltivare. Naso con sentori di ardesia e ghisa, poche note di frutta. Poderoso con un’infinita persistenza. Una carbonica che rilancia il finale. 

Barbacarlo 2010, un vino nato già pronto ma ancora in piena spinta. In bocca è astringente. Un grado alcolico elevato che dà maturità al prodotto. 

Barbacarlo 2009, un’annata calda e generosa che ha dato un vino ampio e ancora identico a quando è stato messo in commercio. Massimo equilibrio. 

Barbacarlo 2007, una delle migliori annate produttive che hanno conferito al vino un naso stupendo, pieno di erba medica, saggina e stuoia; sentori di cuoio e sfumature aromatiche. Una bocca lunga, ricca di calore e zucchero, note di granatina. Armando Castagno lo definisce un vino sabaudo.



Termina questa lunga giornata, ricca di emozioni, con un ringraziamento a Samuel Cogliati e Armando Castagno ma, soprattutto a Lino Maga, rappresentante di una grande storia culturale. Il Barbacarlo è stato sicuramente il vino giusto per chiudere i primi cinquanta anni di AIS e per trasportarci verso i futuri traguardi.
Ciao
GB

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