Podere ai Valloni - Boca

Siamo in provincia di Novara a poca distanza dal lago d’Orta, dove le colline dividono la Valsesia dalla conca del Cusio. Un ampio ventaglio di colli e valli boschive che già negli antichi documenti erano chiamati “ i Valloni”. Da qui nasce il nome dell’azienda, sita vicino al Santuario del Crocefisso, opera ottocentesca dell’Arch. Antonelli, meta di molti pellegrini devoti.


La residenza rurale sorge sulla sommità di un’altura, tutto intorno, i boschi del Parco Naturale del Monte Fenera, le colline e il silenzio. La filosofia produttiva del Podere ai Valloni si rispecchia nella cura dell’ambiente e nell’amore dell’antico vigneto, oggi denominato “vigna Cristina” sito a circa 500 mt. slm. Già i Galli, prima dell’arrivo dei Romani, coltivavano la vite e facevano il vino in queste terre, intorno al seicento, con i Longobardi, si è sviluppata molto la viticoltura. I Conti di Biandrate sono stati grandi possessori di terreni e diffusero il sistema della vite maritata, utilizzando piante di castagno, il nobile Finazzi due secoli fa introdusse il vitigno Nebbiolo e diede inizio alla viticoltura moderna, con impianti a giro poggio, lungo le curve delineate dai colli. Tra le due grandi guerre la gente abbandonò la vigna in cambio di uno stipendio sicuro dato dalle fabbriche.

Barolo, Barbaresco e Boca, sono le tre “B” del Nebbiolo, vitigno con un grande potenziale, originario del Medio Oriente, che è arrivato in Italia dalla Valtellina per poi approdare in Piemonte. Sensibile alle malattie e ai cambiamenti climatici, è ricoperto di pruina ed è molto esigente per quanto riguarda la conformazione del terreno.

A Boca il microclima è piacevolmente ventilato dalle correnti fresche che favoriscono la maturazione dell’uva fino ad ottobre, donandogli profumi, sapori e colore. Podere ai Valloni raccoglie a mano i grappoli, che dopo una meticolosa cernita, vengono adagiati in cassette e subito portati in cantina per essere pigiati. La fermentazione viene eseguita a temperatura controllata e la macerazione dura tendenzialmente venti giorni. Il vino riposa in grandi botti di rovere per almeno tre anni prima dell’imbottigliamento.



Il Boca DOC vigna Cristina, ha un caratteristico colore rosso granato brillante ed intenso, con l’invecchiamento vira verso sfumature aranciate. Il naso è in genere elegante  con note di fiori e spezie. I tannini sono armoniosi e conferiscono al vino una spiccata personalità, insieme all’ottima acidità danno grande potenziale d’invecchiamento. Il Boca si abbina a piatti ben strutturati del territorio, come il risotto al toma della Valsesia e a piatti di carne come brasati e selvaggina.

Veniamo adesso agli appunti di una grande storica verticale di Boca Vigna Cristina (70% nebbiolo, 20% vespolina e 10% uva rara) svoltasi presso Podere ai Valloni sabato 30 maggio 2015 in occasione dei trentacinque anni dell’azienda e della manifestazione nazionale Cantine Aperte. Un prestigioso evento condotto da Guido Invernizzi:



Boca DOC Vigna Cristina 2005, prima annata con in etichetta raffigurata una cicogna nera, passa tre anni in botti grandi, colore rosso mattone segno di una certa evoluzione. Al naso spezie, rabarbaro, arancia rossa, verdure cotte amare e ciliegia. Una bella struttura con sentori intriganti. In bocca, acidità e salivazione, mineralità con note rocciose. Tannino ben presente.

Boca DOC Vigna Cristina 2000, il colore ha dei leggeri riflessi mattonati, vino consistente nel bevante. Al naso netto il pompelmo rosa e note mature di confettura accompagnate dal cacao. Un alcol elegantissimo con spezie ed erbe aromatiche. In bocca entra morbido e rotondo, mineralità e sensazioni polverose con un finale amarognolo.

Boca DOC Vigna Cristina 1999, colore che vira verso l’aranciato. Naso di frutta sotto spirito con una finezza data dall’alcol. Note di spezie orientali. In bocca grande persistenza e sentori di frutta accompagnati dal balsamico.

Boca DOC Vigna Cristina 1990, un vino di venticinque anni ancora in grande forma. Naso fruttato con note resinose. Evoluzioni terziarie e sentori eterei. In bocca il tannino sovrasta l’acidità.

Boca DOC Vigna Cristina 1988, colore aranciato con grandi archetti nel bevante in rotazione. Note al naso di frutta  sotto spirito, cioccolato e cacao, pepe bianco, spezie e viola essiccata. Alcuni sentori di zolfo e fiammifero spento. Al palato è polveroso con un tannino fine e ancora ben presente.

Boca DOC Vigna Cristina 1983, aranciato luminoso, un colore penetrante. Questa è stata la prima annata di produzione dell’azienda. Naso con note di terra bagnata, foglie di tabacco e crosta di formaggio. In bocca ancora presente una certa acidità che da salivazione.

Si conclude così questa giornata passata in un Piemonte diverso da quello dalle grandi zone vitivinicole. Abbiamo trovato una grande umanità e coscienza nel portare avanti il Boca, un vino che una volta scoperto difficilmente dimentichi. Un ora di strada da Milano che vale veramente la pena di percorrere.

Ciao
GB

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