La sensorialità del Pinot Noir

Otto cru di pinot nero con il Prof. Moio, vini prodotti in Borgogna, una delle zone più affascinanti per chi ama il vino, li è nato il concetto di terroir, un distretto vitivinicolo straordinario, in contrapposizione con l’opulenza di Bordeaux.
“Se paragoniamo Bordeaux alla Basilica di San Pietro, la Borgogna è Gerusalemme”
Il grappolo di pinot noir ha una polpa incolore, vitigno utilizzato perciò anche per produrre lo Champagne, il pinot nero oltre che in Francia è presente in Italia, Germania, Oregon, California e Argentina. In Francia abbiamo però la massima espressione, il clima freddo continentale, le stagioni calde brevi e variabili, i moderati pendii esposti da sud a est, i suoli calcarei, sono tutti tasselli essenziali per la nascita di grandi prodotti. In Borgogna i monaci Cistercensi hanno iniziato a fare grande qualità, non dovendo pensare ai costi e ai profitti. Chardonnay e aligotè, sono i due vitigni bianchi della Borgogna, mentre l’altra uva rossa è il gamay, usato per il Beaujolais.
Chablis, Cote de Nuits, Cote de Beaune, Cote Chalonnaise, Maconnais, sono le zone di produzione intorno alla città di Digione. Il pinot noir possiede una forte riconoscibilità sensoriale e visiva, indipendentemente dall’etichetta. Nel bicchiere è un vino identificabile, grazie al suo colore rosso pallido, attraverso il quale è possibile vedere, possiede un quinto degli antociani come qualità e non come quantità. L’aroma retro nasale di frutti rossi è l’altro punto di forza del riconoscimento del pinot nero. Ciliegia, ribes, pellame, cuoio, sottobosco e muschio, sono gli altri sentori che escono però in invecchiamento. Le molecole odorose, chiave del vitigno, sono pochissime e difficili da isolare. Dopo la fermentazione vengono fuori gli odori del pinot nero, che sono presenti nella buccia, come avviene con il sauvignon blanc. La matrice che rilascia gli odori ha un’importanza fondamentale, il pinot nero è un vino con forte identità.

Passiamo ora alla degustazione, tutti i vini sono millesimo 2008, identificheremo la zona di produzione non il produttore, per ricercare nel bicchiere le caratteristiche date dal territorio:

Cote de Nuits

Fixin, al naso un po’ chiuso e ridotto, vino pulitissimo con leggera tostatura. In bocca è coerente con il naso, vino poco aromatico, fine ed elegante, sentori di frutta di ciliegia e mora, pieno e denso, tannico e acido.

Gevey Chambertin, colore poco carico, classico di un pinot nero di quattro anni, in bocca e al naso netto il ribes e le confetture di frutta rossa. Una delle appellazioni più famose, note floreali, vino elegante e femminile, esile.

Morey St.Denis, al naso è confettura, in bocca frutto rosso classico del pinot noir, sentori animali e grande pulizia finale.

Chambolle Musigny, nota rossa al naso netta e immediata, in bocca è molto persistente, tannini da lungo invecchiamento. Nota purissima del pinot nero sul frutto rosso e violetta.

Cote de Beaune

Pernand Vergelesses, naso pulitissimo, nota evidente di cassis, in bocca nota di legno vecchio bagnato, tannini piacevoli non aggressivi, vino non persistente, magro e semplice.

Aloxe Corton, vino potente e concentrato, denominazione importante, nel bicchiere è denso. I tannini sono poco presenti. Sentori di liquirizia e menta, molto complesso. Vino giovane con un potenziale di invecchiamento molto marcato.

Volnay, una delle appellazioni più prestigiose di tutta la Borgogna. Frutti rossi sia al naso che in bocca, il più pinot nero di tutti i vini presenti in sala, lungo finale, legno completamente integrato.

Chassagne Montrachet, parte più a sud di tutta la Cote d’Or, dove iniziano le coltivazioni di uva bianca, lo chardonnay, nota di legno evidente.


Il secondo e il settimo vino degustato sono le due espressioni del territorio che rappresentano, completamente diversi per sentori e sensazioni, sia al naso che in bocca.
Il quarto e il sesto vino rappresentano le massime espressioni per l’invecchiamento.

Ciao
GB

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