Vini d'altura

Dalla Valle d'Aosta alla Calabria, i vitigni che sfidano le altezze


Serata di vini strani, vini d’altura, vini provenienti da due regioni poco conosciute, la Valle d’Aosta e la Calabria. La storia della viticoltura in questi territori è molto antica, regioni che ancora oggi non hanno una DOCG ma, molta unicità nei prodotti.

I Greci hanno portato la vite in Calabria durante il dominio della Magna Grecia, fondando molte colonie, la cui economia era basata sul vino, costruirono addirittura degli enodotti che portavano il vino nei porti, per caricarlo sulle navi. Il vino Cirò fu utilizzato come premio durante le Olimpiadi, per molti secoli. Arrivarono poi i Romani, Plinio e Tacito lodavano i vini calabresi. Durante il Medioevo, i Normanni e gli Svevi valorizzarono la viticoltura, esportando i vini fino in Francia e in Spagna. Nel periodo rinascimentale, i Papi bevevano vino prodotto in Calabria, con gli Aragonesi e gli Spagnoli si ebbe invece un calo della viticoltura, che si riprese con i Borboni. Caratteristica di questa regione è la scarsa qualità del vino del contadino, molto alcolico e in genere mal conservato. In Calabria il clima è mediterraneo, anche se vi sono molte alture che hanno un clima più rigido. La terra rossa è molto presente, simile a quella dell’Australia. A oggi la maggior parte della produzione è vino Cirò, rosso, rosato e bianco. I vitigni a bacca rossa più coltivati sono: Greco Nero, Nocera, Prunesca e Nerello Mascalese. Non sono presenti i vitigni internazionali. Come vitigni bianchi abbiamo: Mantonico, Greco Bianco, Ansonica, Guardavalle e Malvasia Bianca; in aggiunta qualche vitigno internazionale come: Pinot Bianco, Sauvignon e Traminer.

La Società Agricola L'Acino, è rappresentata in sala dal sig. Dino, azienda nata nel 2006 dalla volontà di tre amici di contribuire a dare dignità a un territorio poco conosciuto, con la consapevolezza di avere un grande patrimonio di biodiversità da tutelare e valorizzare. Territorio molto suddiviso e difficile da coltivare, regione che ha molto sofferto l’abbandono della campagna, ma che sta avendo un ritorno delle nuove generazioni verso la terra. Azienda Biologica, le lavorazioni in cantina sono molto semplici e poco invasive, basse percentuali per l’apporto di rame e solfiti.

Calabria IGT Chora bianco 2010, da uve Mantonico, Guarnaccia Bianca, Pecorello e Greco Bianco, colore paglierino carico, strutturato con un bel naso minerale. In bocca è sapido, il vino non fa legno, solo acciaio. Secco e di buona corrispondenza gusto olfattiva, finale elegante.

Calabria IGT Mantonicoz bianco 2008, dall'unico ettaro di vigna esistente a 600 mt. slm. di Mantonico Pinto, vino ottenuto con sei giorni di macerazione e una percentuale passa in legno piccolo. Rese di 40 q per ettaro. Si punta ovviamente sulla qualità, colore carico dorato, grande struttura ed eleganza al naso. Sentori di frutta matura e spezie dolci, balsamico. In bocca è netta la nota agrumata e la freschezza del vino, sapido con ottima struttura.

La Valle d’Aosta è divisa in due dal fiume Doria, sulle quali sponde si sviluppa la viticoltura. I Galli Liguri, i Salassi, portarono la vite in Valle d’Aosta, sfruttando un clima più caldo di quello odierno. I Romani dopo le campagne contro i Galli, svilupparono la coltivazione della vite. Nel Medioevo i Monasteri fecero rinascere la viticoltura, dopo le invasioni barbariche. Tra il 1700 e il 1800 i Savoia introdussero i vitigni francesi e piemontesi. Oggi abbiamo una grande qualità nei prodotti. Clima alpino con piogge scarse, terreni morenici glaciali, sabbiosi sciolti e argillosi. I vitigni rossi coltivati sono: Fumin, Petit Rouge, Dolcetto, Nebbiolo, Freisa, Vien de Nus, Neyret e Premetta; i vitigni internazionali sono: Pinot Nero, Syrah, Grenache e Gamay. I vitigni bianchi: Moscato Bianco, Petit Arvine e Prie Blanc; come vitigni internazionali: Chardonnay, Pinot Bianco, Muller Thurgau e Pinot Grigio (Malvoisie). Viticoltura eroica di montagna, muretti a secco, rocce dolomitiche che riflettono i raggi del sole e contribuiscono a un clima mite, permettendo la coltivazione di molti vitigni.

Maison Anselmet, nasce nel 2001, tramandando la testimonianza di generazioni di uomini che hanno legato la loro vita alla terra e ai suoi frutti. E' storia di passione, di fatica, di lavoro, è la vita degli Anselmet. Anno dopo anno sono stati selezionati i vigneti, ampliata la superficie coltivabile e migliorata la produzione in termini quantitativi e qualitativi. Sono state introdotte innovazioni tecniche e tecnologiche, ma sempre è stata mantenuta la cura manuale della vite e la tutela dell’ambiente naturale.
Questa passione ha fatto sì che Giorgio Anselmet, presente in sala, tenace vigneron valdostano, avesse ragione nella tutela dei vitigni autoctoni capaci di donare vini in cui si ritrovano i profumi della montagna, dei fiori e delle erbe aromatiche proprie di questi pascoli.

Valle d'Aosta DOC Chambave Muscat, al naso netto il vitigno Moscato, con le sue note di pesca, salvia ed erbe aromatiche. Colore giallo paglierino, limpido. In bocca è sapido e minerale. Secco ed equilibrato, lungo e persistente. Vino da abbinare a risotti, ma non sicuramente a dolci e pasticceria.

Valle d'Aosta DOC Chardonnay, cloni francesi selezionati e coltivati a cordone speronato, passaggio in barrique con tostature soffici, eseguite lunghe a basse temperature. Battonage e successivo riposo in legni grandi. Vino di colore dorato, strutturato, con un naso che si avvicina ai grandi Chardonnay francesi, tostature e note di erbe aromatiche, frutta matura e banana. In bocca lunga persistenza e bella freschezza. Struttura e profumi ben definiti.

Valle d'Aosta DOC Pinot Noir, viti a quasi 900 mt. slm. 45/50 q per ettaro di resa. Macerazione a freddo per quindici giorni, affossamento del cappello per il colore e i tannini. Malolattica in legno. Vitigno con pochi antociani che si evidenziano nel bicchiere, al naso si sente il Pinot Nero in stile italiano, non della Borgogna, mancano infatti le note animali. Al naso frutta e spezie, piccoli frutti rossi, pepe e noce moscata. In bocca pepe e liquirizia, vino poco morbido ma, con grande struttura. Buon equilibrio dell’alcol, nota sapida e minerale, tagliente.

Per l’ultimo vino in degustazione ritorniamo in Calabria:

Calabria IGT Rosso Toccomagliocco 2008, vitigno Magliocco 100%, coltivato nella zona del Pollino, si può confondere con l’Aglianico. Buone capacità di invecchiamento, botti di secondo e terzo passaggio, poi permanenza in bottiglia. Grande carica cromatica del vino nel bicchiere, vino opulento, al naso ancora una punta vinosa, frutta sotto spirito e mineralità, spezie dolci. In bocca il tannino è prevalente e persistente, note di cacao amaro e caffè, liquirizia ed inchiostro.

Grande esperienza questa serata, abbiamo degustato vini di due grandi regioni fuori dal comune, fuori dai classici confini della viticoltura più conosciuta, prodotti con volontà in territori difficili.

Ciao
GB

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