Feudi della Medusa

L’azienda Feudi della Medusa è stata fondata nel 1999 da Francesco Siclari, di origine siciliana. Il suo lavoro è stato subito diretto verso la valorizzazione del territorio, cinquanta ettari composti prevalentemente di granito rosa in disfacimento. Le vigne sono situate tra i 100 e i 200 metri s.l.m. a sud-ovest della Sardegna, nel Comune di Santa Margherita di Pula, tra Capo Spartivento e Cagliari, ai piedi del sistema collinare del Sulcis.


Feudi della Medusa valorizza i vitigni autoctoni quali Vermentino, Cannonau e Carignano, puntando anche su quelli più rari e pregiati come il Cagnulari e il Bovale. Inoltre è l'unica azienda in Sardegna ad avere scommesso, con successo, sui blend tra i vitigni autoctoni e gli internazionali, quali Chardonnay, Shiraz, Cabernet Franc e Merlot.

L’azienda si è sempre avvalsa di enologi di fama internazionale come: Donato Lanati, Attilio Scienza, Pascal Chatonnet, e da quest'anno anche di Michel Rolland.

Negli ultimi quindici anni la Sardegna ha fatto passi da gigante nel rivalutare i vini e i vitigni autoctoni, si è passati dal “Cannonau del contadino” a prodotti validi, venduti in molti paesi del mondo. La maggior parte dei vitigni presenti in Sardegna hanno origini spagnole, che passando dalla Francia alla Liguria, sono giunti sull’isola. In tempi più recenti i Savoia hanno contribuito allo sviluppo dell’Università di Enologia di Cagliari, portando il vitigno Nebbiolo fuori dal Piemonte.


Per la degustazione dei sei vini proposti in sala, il microfono passa a Guido Invernizzi:

Albithia 2009, Vermentino coltivato su terreni calcarei siti a 400 metri s.l.m. con rese di settanta quintali per ettaro. Non fa legno, un vino longevo con struttura. Il Vermentino appartiene alla famiglia delle Malvasie e dona in genere buon equilibrio acido e grande potenzialità. Colore trasparente con profumi eleganti, agrumi e mela verde, acacia e biancospino, note di freschezza. In bocca è sapido, quasi salmastro, una bellissima acidità e mineralità, con una buona corrispondenza gusto olfattiva, un vino persistente.

Alba Nora 2007, Chardonnay, allevato su terreni di granito rosa, il solo al mondo ad esserlo su questo tipo di terreni, che lo rendono unico per complessità di profumi. Viene fatta la malolattica e si fa un passaggio in barrique per il 30%. Le piante hanno 10 anni e la vendemmia è sempre eseguita in notturna, parte spesso nei primi giorni di agosto. Il Gouais Blanc e il Pinot Nero sono i genitori dello Chardonnay. Vino di colore dorato caldo, al naso molto complesso ed elegante, note di frutta gialla, pesca e banana, spezie e tostatura, cocco e vaniglia. In bocca è molto elegante, bella speziatura e lunga persistenza con ancora una spalla acida.

Cannonau 2007, vino ottenuto da vecchie vigne allevate ad alberello nel comune di Sorso (SS). I terreni sono sabbiosi e fluviali siti a 150 metri s.l.m. Viene eseguito il salasso e si fa uso solo di acciaio. Vitigno con grande presenza in Francia e in Spagna, con altri nomi, da un grande apporto alcolico, struttura e longevità. Vino con un naso elegante. Indice di una buona maturazione delle uve. Note di frutta rossa, in bocca il tannino è fine, si avverte poco il sentore rustico e alcolico, presente in molti Cannonau.

Norace 2005, vino molto importante, per l’azienda Feudi della Medusa, ottenuto da uve Cannonau, Shiraz e Carignano, allevato a piede franco in terreni sabbiosi e granitici, siti a 150 metri s.l.m. una parte passa 18 mesi in barrique. Il Carignano è un vitigno che tollera bene il caldo e la siccità, molto diverso dal Cannonau, ha di solito una prevalenza zuccherina. Lo Shiraz ha bisogno di caldo e ventilazione, caratterizzato da una speziatura, data dal Rotundone, una molecola presente nel pepe. Colore rubino con grande struttura ed eleganza al naso, sentori di frutti rossi e speziatura. Vino ottenuto da uve in perfetta maturazione, grazie all’enologo Donato Lanati, di scuola italiana. Le annate più recenti, di questo vino, sono state ottenute con uve più mature, seguendo la scuola francese. In bocca prevale la speziatura, presenza di alcol e note di inchiostro.

Gerione 2006, straordinaria combinazione tra il raro Cagnulari, lo Shiraz e il Cabernet Franc, impiantati su terreni di granito rosa, sita a 150 metri s.l.m. vinificazione in botti grandi e passaggio in barrique. Il Cagnulari è un vitigno simile al Mourvedre, mediterraneo, usato molto come vino da taglio, media potenzialità di invecchiamento. Colore con tonalità rubino, grande presenza cromatica degli antociani. Al naso si hanno note vinose, frutta e volatile. In bocca il vino è balsamico e acido.

Crisaore 2007, vino ottenuto dal rarissimo Cagnulari di Antiche Vigne e dal Bovale, su terreni calcarei a 450 metri s.l.m. Vinificazione in acciaio e circa dieci mesi in barrique. Il Bovale assomiglia moltissimo al Cagnulari, vitigno di origine spagnola, oramai identificato come autoctono sardo. Carica cromatica inferiore al precedente vino, bella eleganza al naso, sentori di frutta piccola rossa, vaniglia e note balsamiche. Vino rotondo, in bocca il legno valorizza il vino.

Sei vini molto diversi tra loro ma molto espressivi della qualità e delle sperimentazioni eseguite dall’azienda in questi anni.

Ciao
GB

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