Azienda La Stoppa

Vini naturali nel piacentino, questo e molto altro è l’Azienda La Stoppa, rappresentata in sala da Elena Pantaleoni e Giulio Armani. In una zona di vini frizzanti da bere giovani, loro producono vini di lungo invecchiamento. Si trovano in Val Trebbia, su terreni poveri e argillosi, vicino a Grazzano Visconti, borgo medioevale. Il clima influenza molto i loro vini, estati calde della bassa padana. Le piante, che hanno vita antica, danno naturalmente pochi grappoli.
L’Azienda è composta da 58 ettari, di cui 32 vitati, Barbera e Croatina, Malvasia e Ortrugo, sono le tipologie impiantate, che coesistono con alcuni vitigni internazionali, voluti dal vecchio proprietario, un avvocato genovese, molto propenso alla sperimentazione.
Dal 1996 sono stati infittiti gli impianti, con vitigni del territorio per ottenere vini riconoscibili. Un lavoro al servizio della vigna, cercando di essere poco invasivi, minuziose le scelte dei tempi, pochissimo uso della solforosa e nessun filtraggio. Azienda biologica certificata, con grande consapevolezza di quello che può dare la terra con i suoi frutti. Una produzione non rivolta a quello che vuole il mercato ma, un filone legato al territorio.
 
Macchiona 2005, anticamente l’azienda era divisa in due corpi, uno denominato Stoppa e l’altro Macchiona, che è il nome di una casa colonica, posta in mezzo ai vigneti a bacca rossa più tradizionali dei Colli Piacentini, questo vino ne rispecchia fedelmente le caratteristiche. Barbera 50% e Bonarda 50%, prima annata prodotta il 1973, macerazione sulle bucce per trenta giorni, utilizzando solo lieviti indigeni, affinamento per 12 mesi in botti di rovere di Slavonia e almeno due mesi in bottiglia. Colore rosso rubino brillante, al naso sentori di fiori e frutta fresca polposa, note polverose piacevoli, in bocca è acido con un tannino ancora ruvido, potente con struttura e corpo.
 
Macchiona 1999, colore rubino con accenno di granato, al naso fiori, rosa e viola, frutta, mora e melograno, mirtillo e lampone, sentore caratteristico di questo vino, che appare dopo qualche anno di affinamento in bottiglia. Note animali, in bocca il tannino è morbido ma ancor presente l’acidità, vino di corpo leggero.
 
Macchiona 1986, emozionante la degustazione di un vino di venticinque anni, ottenuto da vitigni non proprio famosi per l’invecchiamento. Colore rosso granato con riflessi aranciati, al naso fiori secchi e frutta tenue, ancora presente il lampone affiancato da note terziarie, pepe, chiodi di garofano e note dolci di speziatura. In bocca il tannino è morbido, l’acidità si è affievolita, un vino che può reggere ancora alcuni anni.

Dopo la degustazione di tre vini rossi, passiamo a due bianchi e a un passito.
 
Ageno 2007, il nome è un omaggio al precedente proprietario de La Stoppa, l’Avvocato Ageno che per primo ha creduto nella potenzialità della zona e l’ha voluta valorizzare. Il vino è solo uva di questa terra, calda e poco produttiva. Malvasia di Candia Aromatica 60% Ortrugo e Trebbiano 40%. Prima annata prodotta 2002, agricoltura naturale con inerbimento spontaneo, nessuna concimazione, diserbo e pesticidi, trattamenti di soli zolfo e rame. Macerazione sulle bucce per trenta giorni utilizzando solo lieviti indigeni in assenza di anidride solforosa. Affinamento per dodici mesi, metà in vasca d’acciaio e metà in barriques usate di rovere francese, due anni in bottiglia, nessuna filtrazione. Colore molto particolare, al naso note aromatiche dell’uva, frutta dolce e mela cotogna, in bocca si avverte il tannino e il potere pseudo calorico, vino equilibrato.
 
Ageno 2005, note di fiore dolce, camomilla e frutta matura, albicocca e pesca gialla. In bocca è presente ancora il tannino, anche se più morbido, vino da abbinare a piatti dolci e grassi.
 
Vigna del Volta 2008, il vino prende il nome dal Signor Volta, il mezzadro che per anni ha coltivato questi vigneti, Malvasia di Candia Aromatica 95% Moscato 5%, prima annata prodotta il 1995, nessuna concimazione, sistema di allevamento il Guyot, appassimento al sole in cassette bianche di plastica, successiva torchiatura verticale idraulica, affinamento per dieci mesi in barriques di rovere francese e almeno due anni in bottiglia. 150 gr/l di zucchero residuo, vino acido con una dolcezza non così evidente. Al naso albicocca, frutta essiccata, torrone, miele e fichi secchi. In bocca ha un corpo supportato dall’acidità, una lunga persistenza.


Si conclude la serata, con alcune considerazioni della proprietaria, Elena Pantaleoni, sui metodi di produzione dettati anche da uno stile di vita, volto il più possibile al naturale. Abbiamo degustato sei vini molto particolari ottenuti in un territorio difficile.

Ciao
GB

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