Alla scoperta del Vinitaly

L’Italia autoctona raccontata da Guido Invernizzi, una traccia per un viaggio di ricerca tra i padiglioni del prossimo Vinitaly.

In Italia abbiamo centinaia di vitigni autoctoni, anche se tutti arrivano dal Kazakhstan e dal Libano, molti si sono adattati e attualmente crescono solo in alcune zone o addirittura solo in alcuni comuni.
A priori non tutto quello che è autoctono deve essere considerato un buon prodotto, ma deve valere la regola che bisogna provarlo e valutarne il risultato.
La regione Campania e il Portogallo sono le due zone europee con più vitigni autoctoni. La Grecia ha quasi esclusivamente coltivazioni di vitigni autoctoni. In Europa Orientale (Ungheria e Bulgaria) sono in espansione le attività di riscoperta dei vitigni autoctoni. L’ex URSS sarà la scoperta del futuro.

Iniziamo il percorso di questa sera, con sei vitigni autoctoni italiani e altrettanti vini in degustazione:

Pecorino: si trova nelle Marche meridionali, in provincia di Ascoli Piceno, DOC Offida e Colli Ascolani, ha un grappolo cilindrico e semispargolo, chiamato così per il fatto che durante la transumanza, le pecore mangiavano i grappoli, attirate dalla polpa succosa con un buon aroma. Vitigno che predilige il clima fresco e terreni argilloso calcarei. Vinificato secco nelle Marche, ultimamente si sta diffondendo anche in Abruzzo, in terreni diversi, che danno prodotti meno eleganti, in quest’ultima regione troviamo anche prodotti spumantizzati.

Fiobbo Azienda Aurora Pecorino DOC Offida 2009
Colore carico, maturazione tardiva, sono queste, zone con pochissima produzione di muffe, note fruttate evolute, minerale e sapido in bocca, lunga persistenza.

Pallagrello: si trova in provincia di Caserta, sia bianco che rosso, vitigno riscoperto da poco tempo, grazie a due avvocati che hanno investito molto, IGT Terre del Volturno, vitigno che già si coltivava e si vinificava nell’antica Roma. Acino perfettamente sferico, polpa di sapore neutro, polifenoli simili a quelli del Fiano e della Falanghina. Confuso per molto tempo con la Coda di Volpe, tende ad accumulare gli zuccheri, durante l’invecchiamento escono le note minerali.

Le Ortole Azienda Vestini Campagnano IGT 2010
Naso particolare, note di frutta matura e pesca, un accurato uso del legno, note erbacee e minerali, in bocca lunga persistenza.

Grillo: lo troviamo in Sicilia, in provincia di Marsala, acino medio grosso, polpa dolce, proviene dall’Albania e dalla Puglia, vitigno che resiste alle alte temperature e alla disidratazione idrica, sulla buccia sono presenti delle macchie color ruggine, buon accumulo di zuccheri, tende all’ossidazione. Usato per produrre il Marsala ora si vinifica anche in purezza ottenendo buoni prodotti, ha resistito alla Fillossera.

Grillo Azienda Barraco IGT Sicilia 2009
Vigna sita a pochi metri dal mare, produttore particolare, fermentato in anfore scolme, metodo inventato dagli Ittiti circa 2500 anni fa. Colore caldo e dorato, note ossidative, al naso profumi smaltati e di vernici, note di confettura e frutta secca, buona mineralità, in bocca è sapido.

Pelaverga Piccolo: comune di Verduno e zone confinanti di Roddi e La Morra, in Piemonte. Terreni simili al Roero, Tortoniani, con presenza di sabbia. Grappolo medio conico piramidale, acino medio piccolo con buccia molto pruinosa, di color blu viola. Vitigno povero di antociani, produzione medio elevata, si ottiene un prodotto con tipica speziatura. Vino da merenda, da servire a qualche grado in meno.

Pelaverga DOC Castello di Verduno Azienda Basadone 2009
Colore quasi trasparente, chiaretto, buona struttura, note fruttate e speziate, in bocca la speziatura si sente ed è tipica, bella persistenza.

Cesanese: presente nel Lazio con 2 DOC e 1 DOCG, negli ultimi anni, la produzione, ha avuto una crescita esponenziale, ama terreni vulcanici. Ne esistono due biotipi: Comune e di Affile, acino ovale, prodotti adatti all’invecchiamento, difficoltà di maturazione in zone poco esposte. Il nome deriva dalle cesoie, usate dai romani per abbattere i boschi, in modo da creare zone adatte alla coltivazione delle viti.

Cesanese IGT Lazio Azienda Olivella – Frascati 2007
Molta carica cromatica, colore rosso rubino, naso interessante, uve sovra mature, al naso note di confettura, melassa e rabarbaro, miele di castagno, in bocca struttura e note di liquirizia e inchiostro.

Burson o Uva Longanesi: siamo in provincia di Ravenna e più precisamente a Bagnacavallo, vite resistentissima, tollera anche le gelate, vitigno di pianura con elevata vigoria, acino medio, grappolo allungato, buccia spessa.

Burson Longanesi
Colore molto ricco, struttura, al naso note balsamiche e vinose, spezia dolce, in bocca bella speziatura e corpo, forte, con potere pseudo calorico, grande complessità olfattiva.

Si conclude questa serata, svoltasi nella consueta sala del Westin Palace a Milano, con molte nozioni apprese e con la voglia di scoprire questi prodotti e altri, settimana prossima al Vinitaly a Verona.
Spero che di queste serate se ne svolgano ancora molte, sono stimolanti per la ricerca di nuovi prodotti, che si distaccano dai soliti vitigni “principi” e dai classici internazionali.

Ciao
GB

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